Mercoledì 3 Marzo 2004 - 553ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:31)

Nell'ambito della discussione sulle riforme costituzionali (ddl n. 2544), il Senato ha affrontato l'esame dell'articolo 12, sulla procedura di formazione delle leggi e la suddivisione di competenze legislative tra la Camera dei deputati, organo di rappresentanza politica titolare del rapporto fiduciario con il Primo Ministro ed il Governo, ed il Senato federale, Assemblea rappresentativa del territorio. Sulla base della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni prevista dall'articolo 117 della Costituzione, la Camera dei deputati avrebbe il compito di esaminare i provvedimenti nelle materie attribuite dalla Costituzione alla legislazione esclusiva dello Stato nonché i bilanci ed il rendiconto consuntivo, mentre al Senato spetterebbero i provvedimenti nelle materie di legislazione concorrente, quelle nelle quali lo Stato ha il compito di indicare i principi fondamentali cui i legislatori regionali debbono attenersi. In entrambi i casi è previsto che i due quinti dei componenti dell'Assemblea non direttamente competente possano chiedere di esaminare il disegno di legge approvato dall'altra Camera e proporre modifiche sulle quali quest'ultima decide in via definitiva. Fuori di questo schema generale, si prevede che debbano essere esaminati da entrambe le Camere i disegni di legge concernenti la perequazione delle risorse finanziarie ed il federalismo fiscale, le funzioni fondamentali degli enti locali, il sistema di elezione dei due rami del Parlamento e le materie nelle quali la Costituzione rinvii a leggi dello Stato o della Repubblica: in tale procedura, in caso di disaccordo dopo la prima lettura da parte di entrambe le Camere, il compito di definire il testo verrebbe attribuito ad una commissione mista paritetica di deputati e senatori.

L'illustrazione e l'avvio della discussione degli emendamenti ha fatto rilevare, accanto alle critiche di fondo del centrosinistra sull'indebolimento del ruolo del Senato, il disaccordo, condiviso anche da esponenti della maggioranza, sulla sottrazione al Senato della competenza ad esaminare i disegni di legge di bilancio e finanziaria e di partecipare quindi alla definizione dei saldi di finanza pubblica, che mette a rischio l'unitarietà della manovra di finanza pubblica e quindi la capacità di tenere sotto controllo i conti dello Stato. Altro punto sul quale si sono accentrate le critiche è la facoltà attribuita al Governo di dichiarare essenziali per l'attuazione del suo programma le modifiche proposte dalla Camera ad un testo licenziato dal Senato, costringendo così l'Assemblea federale a ricercare una maggioranza molto elevata (i tre quinti dei componenti) per poter confermare la propria impostazione: per l'opposizione, la norma, oggetto di emendamenti proposti anche da esponenti della maggioranza, accentuerebbe la condizione di minorità politica dell'istituzione Senato.

(La seduta è terminata alle ore 13:02 )



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