Senato TV

Martedì 26 Settembre 2006 alle ore 16:32

38ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

In apertura di seduta il presidente Marini ha espresso il cordoglio del Senato ai familiari del caporal maggiore Giorgio Langella, deceduto a Kabul, ulteriore pesante tributo che l'esercito italiano paga alla causa della pace, ed ha augurato una pronta guarigione ai militari feriti. Alle parole del Presidente si è associata la senatrice Villecco Calipari (Ulivo), che ha ricordato anche la morte di Safiya Ama Jan, responsabile delle questioni femminili nella provincia di Kandahar.

Come previsto dal calendario approvato all'unanimità dai Capigruppo nel corso della mattinata, l'Assemblea ha concluso la discussione generale del disegno di legge n. 635. Per l'opposizione hanno preso la parola i senatori Valentino, Mantovano e Buccico (AN), Leoni, Pirovano e Polledri (LNP), Zanoletti e Baccini (UDC), Fazzone, Malan e Ziccone (FI) e Stracquadanio (DC-PRI-IND-MPA). Confermando le valutazioni negative già espresse sul disegno di legge, che in nome di una malintesa idea di bipolarismo prevede la sospensione dell'efficacia dei decreti legislativi attuativi della lungamente attesa riforma dell'ordinamento giudiziario senza averne preventivamente valutato gli effetti, l'opposizione ha manifestato la disponibilità ad un costruttivo confronto limitato ad alcune correzioni alla riforma Castelli, il cui impianto legislativo è pienamente condivisibile. Hanno inoltre evidenziato l'incongruità dell'iniziativa del Governo, che nasconde la volontà di abrogare la riforma, e la sua subordinazione alle richieste perentoriamente espresse dalla magistratura associata in materia di separazione delle carriere, nonché i possibili profili di incostituzionalità del provvedimento, in particolare laddove determina un ingiustificato vuoto normativo.

A nome della maggioranza sono intervenuti i senatori Casson e Calvi (Ulivo) e Di Lello Finuoli (RC-SE), che pur auspicando una complessiva revisione della materia, hanno giustificato la sospensione degli effetti dei decreti legislativi con la necessità di evitare lesioni della Carta costituzionale sotto il profilo dell'indipendenza della magistratura, nonché il determinarsi di situazioni non più modificabili a seguito della rigida separazione delle funzioni prevista dalla riforma Castelli.

Il senatore Manzione (Ulivo) ha criticato la scelta del Governo di una generale sospensione dell'efficacia della riforma dell'ordinamento giudiziario, che rischia di determinare incertezza normativa, in luogo di procedere ad un puntuale intervento teso a rimuovere sollecitamente le disposizioni che si ritengono incostituzionali, come previsto nel programma dell'Unione.

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