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Mercoledì 24 Gennaio 2007 alle ore 16:02

94ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Ad inizio seduta l'Assemblea ha approvato ad ampia maggioranza le mozioni nn. 48 e 57 sulle relazioni tra Italia e Libia, di contenuto sostanzialmente analogo, primi firmatari rispettivamente i senatori Pisanu (FI) e Finocchiaro (Ulivo).

Si è quindi svolto un ampio dibattito sull'amministrazione della giustizia. Nella sua relazione introduttiva il ministro Mastella, dopo aver auspicato su tali temi un confronto sereno e costruttivo nel Parlamento e nella società civile, ha sottolineato che la riduzione dei tempi dei processi è questione centrale per la tenuta del sistema democratico, perché condiziona in modo determinante la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Ha quindi illustrato le linee portanti di una riforma del sistema giudiziario, che sarà articolata in diversi disegni di legge. Una giustizia rinnovata ed efficiente richiede una magistratura più preparata, selezionata attraverso un concorso di secondo grado ed un corso-concorso e valutata periodicamente prevedendo anche penalizzazioni economiche e di carriera in caso di inadeguatezza, mentre gli incarichi direttivi dovranno essere assegnati sulla base della capacità organizzativa; la carriera resta unica, ma vengono distinte le funzioni requirenti e giudicanti ed il passaggio dall'una all'altra funzione sarà sottoposto ad un giudizio di idoneità specifica; la scuola della magistratura si occuperà esclusivamente della formazione iniziale e continua dei magistrati, senza invadere le competenze del CSM. Per garantire il rispetto della norma costituzionale sulla ragionevole durata dei processi sarà fissata in cinque anni la durata massima per i tre gradi di giudizio, obiettivo da conseguire attraverso la previsione dell'udienza di programmazione e l'approntamento di un piano complessivo di misure processuali ed organizzative: sarà valorizzato il ruolo conciliativo del giudice nella prima fase del procedimento, verrà snellito il regolamento di competenza e del sistema delle notifiche, ampliata la competenza del giudice di pace ed estesa l'applicazione del processo telematico. Inoltre, dovranno essere modificate le leggi ad personam, mentre per lo smaltimento dell'arretrato andranno adottate misure straordinarie, sia per il settore civile che per quello penale.

Nel dibattito hanno preso la parola, esprimendo ampia condivisione per la relazione del Ministro, per la maggioranza i senatori Salvi, Casson, Magistrelli, D'Ambrosio, Rubinato, Manzione e Massimo Brutti (Ulivo), Di Lello e Vano (RC), Formisano (Misto-IdV), Barbato (Misto-Pop-Udeur), Peterlini (Aut) e Bulgarelli (Verdi-Com). Nei loro interventi hanno sottolineato che l'emergenza nazionale rappresentata dalla scarsa efficienza della giustizia, che incide anche sulla competitività del sistema Italia, richiede maggiori stanziamenti e dotazioni di personale. Apprezzando l'impegno del Ministro per l'abbreviazione dei tempi dei processi e la corretta impostazione in materia di ordinamento giudiziario, hanno evidenziato l'esigenza di un intervento sul sistema delle impugnazioni delineato dalla riforma del processo penale del 1988, la necessità di una politica penitenziaria che eviti il riprodursi del sovraffollamento delle carceri. Hanno inoltre sollecitato il Governo a richiedere agli Stati Uniti l'estradizione dei responsabili del rapimento di Abu Omar.

I senatori Palma, Pittelli e Centaro (FI), Castelli (Lega), Buccico e Caruso (AN), intervenuti a nome dei Gruppi di opposizione, hanno espresso delusione per la relazione, ritenuta un catalogo di generiche intenzioni privo però di strumenti concreti per la soluzione dei problemi: restano pertanto illusorie le proposte sulla durata massima del processo o sullo smaltimento dell'arretrato giudiziario. A loro avviso il Ministro si è dimostrato acquiescente con le posizioni dell'Associazione nazionale magistrati garantendo la perpetuazione sia di un sistema di valutazione di professionalità perverso e corporativo, sia dell'unicità della carriera, che vanifica la necessaria terzietà del giudice. Inoltre, il Ministro non ha valutato gli effetti dispiegati dalle riforme approvate nella precedente legislatura, mentre la mancanza di interventi sul sistema penitenziario riprodurrà condizioni di invivibilità nelle carceri. Il senatore D'Onofrio, citando emblematicamente la vicenda del senatore Forte, che tredici anni dopo aver subìto l'onta dell'arresto è stato assolto perché il fatto non sussiste, ha focalizzato il proprio intervento sui rapporti tra giustizia e politica in Italia a partire dalla vicenda di "Mani pulite".

A conclusione del dibattito il Senato ha quindi approvato le proposte di risoluzione presentate dai Gruppi della maggioranza e quella del senatore Buccico, nonché, in un testo riformulato sulla base delle indicazioni del Ministro della giustizia, quelle a prima firma dei senatori Schifani e Castelli; sono state invece respinte le proposte dei senatori Valentino e Caruso.

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