Senato TV

Mercoledì 21 Febbraio 2007 alle ore 09:04

112ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

La risoluzione con la quale il centrosinistra approvava le comunicazioni del ministro degli esteri D'Alema sulle linee di politica estera del Governo non ha ottenuto la maggioranza dei voti ed è stata quindi respinta. E' stata invece approvata una risoluzione del senatore Andreotti per la liberazione dei militari israeliani rapiti a Gaza e nel Libano. L'opposizione ha sottolineato l'importanza del voto e chiesto le dimissioni del Governo.

Pur prendendo atto delle posizioni critiche assunte da settori della coalizione sull'ampliamento della base di Vicenza e sull'Afghanistan, il ministro D'Alema aveva chiesto il consenso della maggioranza sull'impostazione complessiva e sugli ideali e obiettivi di fondo della politica estera del Governo, della quale ha rivendicato la coerenza alle grandi scelte condivise dell'impegno internazionale italiano, al programma sottoposto agli elettori ed agli interessi strategici del Paese. La politica estera del Governo Prodi infatti, ha sottolineato il Ministro, si è ispirata al rifiuto della guerra ed al perseguimento della soluzione pacifica delle controversie internazionali attraverso il multilateralismo e l'assunzione di rilevanti responsabilità nell'ONU, nella NATO e nell'Unione europea. Tra queste, ha ricordato il ruolo da protagonista svolto dall'Italia nella soluzione della crisi libanese e la conferma della partecipazione alla missione ONU in Afghanistan, nell'ambito della quale l'Italia si impegna per una ridefinizione degli obiettivi e l'indizione di una conferenza internazionale di pace con la partecipazione di tutti i soggetti interessati.

Adesione alle linee enunciate dal Governo è stata assicurata dai senatori Dini, Manzella, Mele, Nieddu, Zanda e Finocchiaro (Ulivo), Perrin, Tonini e Peterlini (Aut), Gagliardi e Russo Spena (RC), Barbato (Pop-Udeur), Formisano (IdV) e dal senatore a vita Colombo. Hanno garantito il voto favorevole per senso lealtà nei confronti della coalizione, ma esprimendo critiche al Governo sull'allargamento della base militare di Vicenza, sul rifiuto di definire una exit strategy dall'Afghanistan e sull'autorizzazione di nuove spese militari, i senatori Giannini, Grassi (RC), Bulgarelli e Cossutta (Verdi-Com) e Rame (IdV).

Per l'opposizione sono intervenuti i senatori Burani Procaccini, Rebuzzi, Biondi, Pianetta e Schifani (FI), Selva, Mantica e Matteoli (AN), Antonione, Stracquadanio e Pistorio (DC-PRI-IND-MPA), Pirovano e Fruscio (Lega), Buttiglione e Baccini (UDC) hanno sottolineato le divisioni presenti all'interno della maggioranza, dove interi settori votano contro coscienza solo per mantenere in vita il Governo. Si palesa in modo sempre più evidente la debolezza dell'attuale coalizione di centrosinistra, condizionata da pregiudiziali antiamericane e da istanze veterocomuniste; una debolezza che è deleteria per la credibilità e l'affidabilità dell'Italia in sede internazionale e ne pregiudica l'azione diplomatica. In realtà l'azione del Governo non può che fondarsi sulle scelte condivise della politica estera nazionale, alle quali il Governo Berlusconi ed il centrodestra si sono sempre coerentemente ispirati.

Con motivazioni difformi si sono astenuti il Gruppo UDC e i senatori Follini (Idm) e Andreotti. Ha dichiarato l'astensione e non ha partecipato al voto il senatore Fernando Rossi (Verdi-Com). Ha dichiarato voto contrario il senatore Cossiga.

La risoluzione con la quale il centrosinistra approvava le comunicazioni del ministro degli esteri D'Alema sulle linee di politica estera del Governo non ha ottenuto la maggioranza dei voti ed è stata quindi respinta. E' stata invece approvata una risoluzione del senatore Andreotti per la liberazione dei militari israeliani rapiti a Gaza e nel Libano. L'opposizione ha sottolineato l'importanza del voto e chiesto le dimissioni del Governo.

Pur comprendendo le posizioni critiche assunte da settori della coalizione sull'ampliamento della base di Vicenza e sull'Afghanistan, il ministro D'Alema aveva chiesto il consenso della maggioranza sull'impostazione complessiva e sugli ideali e obiettivi di fondo della politica estera del Governo, della quale ha rivendicato la coerenza alle grandi scelte condivise dell'impegno internazionale italiano, al programma sottoposto agli elettori ed agli interessi strategici del Paese. La politica estera del Governo Prodi infatti, ha sottolineato il Ministro, si è ispirata al rifiuto della guerra ed al perseguimento della soluzione pacifica delle controversie internazionali attraverso il multilateralismo e l'assunzione di rilevanti responsabilità nell'ONU, nella NATO e nell'Unione europea. Tra queste, ha ricordato il ruolo da protagonista svolto dall'Italia nella soluzione della crisi libanese e la conferma della partecipazione alla missione ONU in Afghanistan, nell'ambito della quale l'Italia si impegna per una ridefinizione degli obiettivi e l'indizione di una conferenza internazionale di pace con la partecipazione di tutti i soggetti interessati.

Adesione alle linee enunciate dal Governo è stata assicurata dai senatori Dini, Manzella, Mele, Nieddu, Zanda e Finocchiaro (Ulivo), Perrin, Tonini e Peterlini (Aut), Gagliardi e Russo Spena (RC), Barbato (Pop-Udeur), Formisano (IdV) e dal senatore a vita Colombo. Hanno garantito il voto favorevole per senso lealtà nei confronti della coalizione, ma esprimendo critiche al Governo sull'allargamento della base militare di Vicenza, sul rifiuto di definire una exit strategy dall'Afghanistan e sull'autorizzazione di nuove spese militari, i senatori Giannini, Grassi (RC), Bulgarelli e Cossutta (Verdi-Com) e Rame (IdV).

Per l'opposizione sono intervenuti i senatori Burani Procaccini, Rebuzzi, Biondi, Pianetta e Schifani (FI), Selva, Mantica e Matteoli (AN), Antonione, Stracquadanio e Pistorio (DC-PRI-IND-MPA), Pirovano e Fruscio (Lega), Buttiglione e Baccini (UDC) hanno sottolineato le divisioni presenti all'interno della maggioranza, dove interi settori votano contro coscienza solo per mantenere in vita il Governo. Si palesa in modo sempre più evidente la debolezza dell'attuale coalizione di centrosinistra, condizionata da pregiudiziali antiamericane e da istanze veterocomuniste; una debolezza che è deleteria per la credibilità e l'affidabilità dell'Italia in sede internazionale e ne pregiudica l'azione diplomatica. In realtà l'azione del Governo non può che fondarsi sulle scelte condivise della politica estera nazionale, alle quali il Governo Berlusconi ed il centrodestra si sono sempre coerentemente ispirati.

Con motivazioni difformi si sono astenuti il Gruppo UDC e i senatori Follini (Idm) e Andreotti. Ha dichiarato l'astensione e non ha partecipato al voto il senatore Fernando Rossi (Verdi-Com). Ha dichiarato voto contrario il senatore Cossiga.

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