Senato TV

Mercoledì 21 Marzo 2007 alle ore 16:32

129ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Si è conclusa la discussione generale del ddl n. 1381, di conversione del decreto-legge n. 4, che proroga per tutto il 2007 la partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali.

In apertura, con un intervento particolarmente critico nei confronti del Governo il senatore a vita Cossiga ha sottolineato il cedimento politico al terrorismo internazionale verificatosi nella vicenda del rapimento del giornalista Mastrogiacomo, i rischi cui sono sottoposti i militari italiani in Afghanistan per l'inadeguatezza degli organici e delle dotazioni rispetto all'estendersi ed all'acuirsi dell'attività delle milizie talebane, l'ambiguità dell'atteggiamento italiano nei confronti dei doveri militari connessi all'appartenenza all'Alleanza atlantica. Il senatore a vita ha preannunciato il suo voto contrario al decreto, a meno che il Governo non ponga la fiducia. Voto contrario è stato preannunciato anche dal senatore Divina (Lega) sempre che il Governo non si impegni ad un serio rafforzamento delle capacità operative dei militari impegnati in Afghanistan. Il senatore Guzzanti ha annunciato l'astensione sottolineando la discontinuità, in negativo, della politica estera del Governo Prodi rispetto a quella del Governo Berlusconi.

I senatori Biondi, Zanettin, Giulio Marini e Antonione (FI), Baccini, Buttiglione (UDC) Girfatti (DC-PRI-IND-MPA) e Mantica (AN) hanno evidenziato le divisioni della maggioranza sui temi strategici di politica estera, i danni che esse producono per la credibilità e l'affidabilità dell'Italia sullo scenario internazionale e nei rapporti con gli Alleati. Per contenere le spinte centrifughe della sinistra radicale, il Governo lancia parole d'ordine come quella del coinvolgimento del terrorismo internazionale nelle trattative per una soluzione politica della crisi afgana e nega l'esigenza di garantire maggiore sicurezza ai soldati con dotazioni e regole d'ingaggio adeguate alla gravità del pericolo. E' necessario che, indipendentemente dal voto dell'opposizione, la maggioranza sia autosufficiente nella votazione del decreto: qualora ciò non si verificasse, verrebbe meno l'impegno assunto con il popolo italiano e con il Presidente della Repubblica in occasione della recente crisi ed il Governo dovrebbe dimettersi.

Per la maggioranza, che ha sottolineato l'impegno italiano nelle missioni internazionali di pace ed in particolare il ruolo svolto nella missione UNIFIL in Libano, i senatori Martone e Nardini (RC), Cossutta (Verdi-Com), Mele, Furio Colombo, Pollastri, Pisa, Iovene, Polito e Nieddu (Ulivo) e Perrin (Aut) hanno incentrato l'attenzione sulle prospettive legate alla proposta di una conferenza di pace in Afghanistan, avvio di un processo politico che coinvolga tutte le parti in causa. I senatori Villone (Ulivo), Del Roio, Giannini e Grassi (RC) hanno criticato la presenza militare straniera in Afghanistan.

Nelle loro repliche, i relatori Tonini (Aut) e Zanone (Ulivo) hanno confermato la piena disponibilità della maggioranza a recepire le richieste dei militari italiani laddove emergessero esigenze di adeguamento delle strutture difensive. A tale riguardo il sottosegretario alla difesa Forcieri ha ricordato che le regole d'ingaggio, definite in sede NATO in relazione alle necessità operative, consentono tanto la difesa quanto l'uso della forza contro ogni attività ostile nell'area di competenza e che le attrezzature in dotazione ai militari italiani sono adeguate alle esigenze e certamente superiori a quelle finora assegnate al contingente operante in Afghanistan. Il vice ministro per gli affari esteri Intini ha ribadito che il Governo punta alla politica come terreno per la soluzione dei principali teatri di crisi del panorama internazionale: con tale obiettivo e nel rispetto dei pilastri della sua azione diplomatica (l'impegno per l'unità europea e la partecipazione paritaria e responsabile all'Alleanza atlantica), l'Italia ha assunto un ruolo da protagonista in Libano e intende favorire il più ampio coinvolgimento possibile nel processo di pacificazione dell'Afghanistan.

Il seguito dell'esame del provvedimento e la sua votazione finale sono stati rinviati alla seduta di martedì 27 marzo.

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