Senato TV

Martedì 8 Maggio 2007 alle ore 16:32

148ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

La Conferenza dei Capigruppo ha deciso all'unanimità di rinviare a domani l'esame dei punti previsti all'ordine del giorno della seduta odierna per consentire al Governo di riferire all'Assemblea, come richiesto dall'opposizione, sulle dichiarazioni attribuite a componenti dell'Esecutivo in merito al giudizio di ammissibilità del referendum elettorale da parte della Corte costituzionale, a seguito delle quali il giudice costituzionale Romano Vaccarella ha rassegnato le proprie dimissioni, accolte dalla Corte in data 4 maggio.

Il vice presidente del Consiglio Rutelli ha ricordato la successione cronologica dei fatti e le ripetute dichiarazioni del Presidente del Consiglio sulla necessità del rispetto del ruolo istituzionale della Corte costituzionale e della sua totale indipendenza e autonomia, che del resto hanno trovato ufficiale riconoscimento da parte della Corte stessa. Al di là delle isolate prese di posizione politica, che non sono mancate neppure in precedenti occasioni senza tuttavia generare il sospetto di condizionamenti sulle successive decisioni della Corte costituzionale, la vicenda dimostra che il Governo ha pienamente rispettato il principio della divisione dei poteri e la lealtà nei confronti delle istituzioni repubblicane.

Nel successivo dibattito, per la maggioranza sono intervenuti i senatori Barbato (Pop-Udeur), Tonini (Aut), Palermi (Verdi-Com), Maria Luisa Boccia (RC) e Sinisi (Ulivo), i quali hanno sottolineato da un lato il rischio che il dibattito politico del Parlamento sulle dimissioni del giudice Vaccarella costituisca di per sé uno sconfinamento nella sfera di autonomia della Corte; dall'altro la strumentalità della posizione di chi vede nella legittima espressione di valutazioni personali di carattere politico una interferenza nell'operato della Corte. Del resto, nel passato autorevoli esponenti del centrodestra avevano espresso da posizioni di Governo giudizi severi sulle decisioni o anche sull'indipendenza politica della Corte, non solo senza che ciò minasse la credibilità delle decisioni di quest'ultima, ma anche senza che i suoi componenti assumessero posizioni eclatanti come quelle del giudice Vaccarella.

Diametralmente opposto il giudizio dell'opposizione: i senatori Saro (DCA-PRI-MPA), Castelli (LNP), D'Onofrio (UDC), Caruso (AN) e Palma (FI) hanno sottolineato la valenza straordinaria della vicenda che ha condotto alle dimissioni del giudice Vaccarella, giacché il ritardo e l'insufficienza delle assicurazioni istituzionali fornite dal Presidente del Consiglio a fronte delle dichiarazioni di alcuni importanti componenti del Governo hanno messo a rischio la credibilità ed il ruolo della Corte costituzionale, ingenerando il dubbio che in precedenti occasioni sia stato alterato il corretto rapporto tra gli organi costituzionali. La questione assume un particolare rilievo visto che dalla pronuncia sull'ammissibilità del quesito referendario elettorale potrebbero derivare effetti devastanti per la coalizione di maggioranza e la stessa sopravvivenza del Governo.

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