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Lunedì 25 Giugno 2007 alle ore 18:01

175ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea ha confermato il parere favorevole espresso dalla 1^ Commissione sulla sussistenza dei presupposti costituzionali di necessità ed urgenza e dei requisiti stabiliti dalla legislazione vigente in ordine al disegno di legge n. 1649, di conversione del decreto-legge 18 giugno 2007, n. 73, recante misure urgenti per l'attuazione di disposizioni comunitarie in materia di liberalizzazione dei mercati dell'energia. La deliberazione dall'Assemblea sul parere favorevole della Commissione era stata richiesta dal prescritto numero di senatori (un decimo dei componenti del Senato), ai sensi dell'articolo 78, comma 3, del Regolamento.

Con gli interventi dei senatori Palma (FI), Polledri (Lega) e Saporito (AN) l'opposizione ha motivato la richiesta di parere dell'Aula sulla scorta di una valutazione contraria alla sussistenza dei requisiti di necessità ed urgenza. Nel merito il decreto non sembra urgente visto che sulla strada dell'apertura dei mercati energetici l'Italia è senz'altro più avanti di altri Paesi europei che non hanno ancora realizzato la prevista separazione tra vendita e distribuzione, mentre gli obiettivi della direttiva comunitaria avrebbero potuto egualmente essere conseguiti attraverso un atto amministrativo. A giudizio del centrodestra il decreto appare particolarmente censurabile sotto il profilo della legittimità, in particolare alla luce della sentenza n. 171 del 2007 della Corte costituzionale, che ha indicato parametri più stringenti per l'adozione dei decreti-legge; inoltre, in considerazione della sostanziale coincidenza del provvedimento con il disegno di legge n. 691, all'esame dell'Aula del Senato, il provvedimento d'urgenza si configura come un atto di arroganza del Governo nei confronti del Parlamento.

La maggioranza, a nome della quale sono intervenuti l'estensore del parere Villone ed i senatori Barbato (Misto-Pop-Udeur), Tibaldi (Verdi-Com) e Zanda (Ulivo), ha invece confermato le motivazioni che hanno indotto il Governo ad adottare il provvedimento d'urgenza. Tenuto conto della procedura d'infrazione già avviata nei confronti dell'Italia a causa dell'eccesso di tutela regolatoria e dell'imminente avvio dell'apertura nel mercato elettrico ai clienti finali, era necessario un provvedimento che accelerasse i benefici delle liberalizzazioni definendo le regole attraverso le quali i clienti finali possono scegliere il fornitore di energia. Si tratta quindi di un provvedimento che risponde ai generali interessi del Paese, rispetto al quale appare pretestuosa la richiesta di parere dell'Aula, richiesta che conferma il pregiudiziale contrasto dell'azione del Governo che l'opposizione persegue nell'attuale fase politica, anche rifiutando le opportune assunzioni di responsabilità nell'interesse dei cittadini italiani.

Il Senato tornerà a riunirsi domani, alle ore 11, per la discussione delle mozioni sugli studi di settore.

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