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Giovedì 24 Gennaio 2008 alle ore 15:15

280ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato, con 161 voti contrari, 156 favorevoli ed un astenuto ha respinto la risoluzione che approvava le comunicazioni del Presidente del Consiglio, su cui era stata posta la fiducia.

Nel suo intervento introduttivo e nella replica il Presidente del Consiglio Prodi ha riferito sulla crisi politica apertasi qualche giorno fa, a seguito della decisione dell'Udeur di uscire dalla maggioranza, ribadendo la solidarietà del Governo all'ex ministro della giustizia Mastella ed esprimendo l'apprezzamento ed il riconoscimento del Paese nei confronti della magistratura come ordinamento. Ha motivato la sua decisione di chiedere un esplicito voto dei due rami del Parlamento con l'esigenza di rispettare i principi della Costituzione, che non prevedono crisi extraparlamentari, ritenendo che coloro che intendono far cadere il Governo devono indicare le alternative all'esecutivo, che è in carica sulla base di un voto popolare. Arrestare l'azione del Governo sarebbe una sciagura per il Paese, che deve fronteggiare tre emergenze: assetto delle istituzioni e riforma della legge elettorale; politica internazionale; economia, dove i progressi realizzati possono essere vanificati da scelte non adeguate in una congiuntura mondiale avversa. Rivendicando i risultati raggiunti nel primo anno e mezzo di attività sul piano della finanza pubblica e della crescita economica, nonché dell'equità attraverso la riduzione della precarietà e la responsabile redistribuzione delle risorse alle famiglie; ha chiesto la fiducia per riprendere con rinnovato slancio e anche con un nuovo e più snello profilo l'impegno riformatore di cui il Paese ha urgente bisogno. Ha inoltre aggiunto che le ricostruzioni fantasiose su supposte profferte e ricatti ai senatori sono soltanto fango, gettato non tanto sul Governo ma sull'Italia.

Nella discussione ed in dichiarazione di voto sono intervenuti per annunciare il diniego alla fiducia dei Gruppi del centrodestra i senatori De Gregorio (Misto-InM), Morselli e Storace (Misto-LD), Baccini e D'Onofrio (UDC), Massidda, Del Pennino e Cutrufo (DCA-PRI-MPA), Gramazio, Cursi, Tofani e Matteoli (AN), Palma, Pastore e Schifani (FI) e Galli e Castelli (Lega). Nei loro interventi hanno espresso la soddisfazione dei cittadini per l'annunciato voto negativo del Senato ad un Governo che nel corso della sua attività ha meritato la sfiducia della stragrande maggioranza degli italiani, e la speranza che tale evento possa consentire al Paese di riprendere il suo cammino di crescita, economica e civile. Il Governo Prodi si è dimostrato inadeguato a riposizionare l'Italia nella competizione internazionale, determinando una progressiva sfiducia tra i cittadini; il deflagrare di gravi emergenze come quella dello smaltimento dei rifiuti in Campania, o la vicenda del mancato intervento del Pontefice all'università di Roma hanno compromesso l'immagine internazionale del Paese. Gli esponenti del centrodestra hanno inoltre ricordato il richiamo del Presidente della Repubblica all'esigenza del sostegno di una maggioranza politica, della quale non possono ovviamente far parte i senatori a vita, e sostenuto che anche alla Camera non vi è più una legittima maggioranza di centrosinistra dopo che l'Udeur, il cui apporto è stato determinante per l'acquisizione del premio di maggioranza, ha abbandonato la coalizione. Diverse sono state le proposte sulla soluzione della crisi di Governo, dalla richiesta di immediate elezioni, ad un governo istituzionale in grado di riformare la legge elettorale, esigenza rispetto alla quale l'insistenza di Prodi per richiedere il voto di fiducia, (motivata a loro giudizio non dal rispetto del Parlamento ma da conflittualità interne al partito democratico) è di fatto un impedimento.

Hanno inoltre annunciato un voto contro la fiducia il senatore Turigliatto (Misto-SC), motivato dalla mancata volontà del Governo di abbandonare le politiche neoliberiste; Scalera (Misto-UL), che ha richiesto un governo istituzionale che vari le riforme indispensabili, a partire dalla modifica della legge elettorale; Mastella (Misto-Pop-Udeur), che ha preso atto del venir meno della maggioranza, insistendo sull'esigenza di recuperare un rapporto di serenità tra politica e giustizia. Il senatore Fisichella (Misto) ha ribadito l'esaurimento del rapporto di fiducia politico con il Governo ed ha annunciato la sua intenzione di dimettersi da senatore; nel caso specifico ha dichiarato di partecipare alla votazione esprimendo un voto contrario nel caso anche gli altri senatori che hanno presentato la dimissioni dovessero votare.

A favore della fiducia ha preso la parola il senatore Cusumano (Misto-Pop-Udeur), che in dissenso dal Gruppo ha annunciato il suo voto favorevole per senso di responsabilità ed in nome dell'interesse del Paese. Dopo il suo intervento il senatore Cusumano è stato aggredito ed è stato colto da malore. A sostegno del Governo sono inoltre intervenuti i senatori Rossi Fernando (Misto-MpC), Perrin, Pinzger e Peterlini (Aut), Gagliardi, Grassi e Caprili (RC), Tibaldi e Ripamonti (Verdi-Com), Pisa e Salvi (SD), Zanone e Finocchiaro (PD-Ulivo), Manzione (Misto-UDC), Angius (Misto-PS), Formisano (Misto-IdV) e Cossiga (Misto). Nei loro interventi, oltre ad apprezzare la scelta di rendere pubblico in Parlamento il percorso della crisi, le cui motivazioni restano oscure e poco trasparenti, hanno sottolineato i numerosi aspetti positivi dell'azione svolta dal Governo, ritenendo controproducente per il Paese e soprattutto per i ceti più deboli una crisi politica in presenza di una situazione economica incerta ed in concomitanza di una situazione internazionale certamente difficile in Kosovo ed in Medio Oriente. Alcuni esponenti del centrosinistra, in particolare quelli della sinistra della coalizione, hanno sottolineato gli effetti negativi che la nascita del partito democratico ha determinato sulla tenuta del Governo, specie in conseguenza della volontà di Veltroni di ricercare nel centrodestra ed in particolare con Berlusconi intese su ipotesi di legge elettorale non condivise nell'Unione, e di perseguire una pretesa vocazione maggioritaria prescindendo dalla collaborazione con le altre componenti dello schieramento di centrosinistra.

Ad inizio seduta il Presidente del Senato ha denunciato i contenuti di un articolo di un quotidiano, che pubblicando le foto di 35 senatori ha insinuato che gli stessi nell'espressione di voto sarebbero stati condizionati da motivazioni di tipo personale.

La senatrice Finocchiaro (PD-Ulivo) ha ricordato la figura di Guido Rossa, iscritto al PCI, operaio e sindacalista di Genova, ucciso 29 anni fa dalle Brigate rosse per aver denunciato l'infiltrazione del terrorismo all'interno della fabbrica.

Il Senato è convocato a domicilio.

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