Mercoledì 6 Giugno 2007 - 161ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:33)

Il Senato ha avviato la discussione delle mozioni, delle interpellanze e delle interrogazioni relative ai rapporti tra i vertici della Guardia di finanza ed il vice ministro Visco dopo che la seduta, su richiesta dell'opposizione, è stata sospesa per una nuova convocazione della Conferenza dei Capigruppo. La richiesta di sospensione, sostenuta dai senatori Calderoli (Lega), Pastore, Schifani e Biondi (FI), Matteoli e Tofani (AN) e Buttiglione e D'Onofrio (UDC), è stata motivata dalla necessità che il Governo, prima dell'inizio del dibattito, chiarisca all'Assemblea la situazione al vertice della Guardia di finanza, che potrebbe trovarsi con due comandanti: non avendo accettato l'incarico di consigliere della Corte dei conti, il generale Speciale è a tutt'oggi il comandante della Guardia di finanza e la Corte dei conti potrebbe non registrare per mancanza di motivazioni il decreto che lo ha rimosso dal comando. Ad avviso dei senatori Antonio Boccia e Finocchiaro (Ulivo), invece, il Senato avrebbe dovuto rispettare l'organizzazione del dibattito stabilita dalla Capigruppo di ieri, mentre la richiesta dell'opposizione esula dal problema politico all'ordine del giorno, cioè il rapporto tra il Governo ed i vertici della Guardia di finanza.

La mozione n. 103, firmata dai Capigruppo dell'opposizione e che impegna il Governo a revocare in via definitiva le deleghe al vice ministro Visco, è stata illustrata dal senatore Vegas (FI), mentre la mozione n. 105, che impegna il Governo ad esprimere fiducia nell'operato della Guardia di finanza, è stata illustra dal senatore Calderoli (Lega). Nella discussione hanno preso la parola per l'opposizione i senatori Baccini ed Eufemi (UDC), Stracquadanio (DCA-PRI-MPA), Paolo Franco (Lega) e Palma (FI). Nei loro interventi, oltre ad esprimere solidarietà al generale Speciale ed alla Guardia di finanza, hanno stigmatizzato le indebite pressioni del Vice ministro per ottenere il trasferimento di ufficiali che indagavano su inchieste attinenti al suo partito, pressioni che si configurano come ingerenza nell'autonomo potere di nomina che la legge riconosce al comandante del Corpo. Tale abuso di potere da parte di colui che si è dimostrato inflessibile nel perseguire i contribuenti italiani è particolarmente grave in quanto è nei fatti un monito a tutti i corpi dello Stato ad adeguarsi alle decisioni politiche del Governo, che altera gli equilibri democratici del Paese.

Hanno invece espresso apprezzamento alle decisioni del Governo i senatori Fernando Rossi (Misto-Consum), Villone (Sinistra democratica), Pellegatta (Verdi-Com) e Bonadonna (RC). Nei loro interventi hanno sottolineato l'esigenza che la Guardia di finanza svolga senza condizionamenti il suo fondamentale compito, ma anche la legittimità della decisione dell'Esecutivo di rimuovere un comandante con cui si era esaurito il rapporto di fiducia. Hanno inoltre evidenziato la strumentalità della polemica innescata dall'opposizione, che coinvolge i vertici militari nella polemica politica, mentre è necessario preservare un corretto rapporto tra l'autorità politica ed i Corpi dello Stato. Il senatore Villone ha criticato la mancata risposta del Governo alle accuse, formulate in articoli di stampa, circa la connivenza dell'Esecutivo con una rete di potere che tenta di condizionare la politica attraverso un'illecita attività di schedatura.

Il senatore Perrin (Aut) ha invitato il Senato ad informare le proprie scelte agli elementi di conoscenza acquisiti, privilegiando gli interessi del Paese ad un civile confronto politico, al rispetto dell'etica e della democrazia e rifuggendo quindi da demagogia e strumentalizzazioni.

(La seduta è terminata alle ore 13:30 )



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