Il Presidente: Discorsi

Sul «Giorno del ricordo»

Discorso pronunciato in Aula in occasione del "Giorno del ricordo" istituito con Legge n. 92 del 30 marzo 2004 in memoria delle vittime delle f

13 Febbraio 2007

PRESIDENTE. (Si leva in piedi e con lui tutta l'Assemblea). In apertura di questa seduta, la prima all'indomani del 10 febbraio, giorno dedicato al ricordo dei martiri delle foibe, dell'esodo dalla propria terra di istriani, dalmati e fiumani, ritengo giusto e doveroso farmi interprete del sentimento dell'Assemblea del Senato, esprimendo il commosso ricordo per le tante vittime innocenti di allora e la vicinanza ai familiari di quanti furono così barbaramente assassinati e di coloro costretti a lasciare le proprie case, i propri paesi e le proprie città.

Nei giorni scorsi abbiamo tutti ascoltato e condiviso le limpide e misurate parole del Presidente della Repubblica a cui, sicuro di rappresentare l'animo di tutta l'Assemblea, rinnovo un ringraziamento forte e sincero.

L'istituzione del «Giorno del ricordo», grazie ad una legge approvata nel 2004 dal Parlamento, offre l'opportunità al Paese di fare memoria di una pagina terribile che ne ha segnato la storia del secolo scorso.

Una tragedia troppo a lungo dimenticata ed è bene riconoscere che è stato commesso un grave errore e una ingiustizia verso quelle italiane e quegli italiani vittime di un odio ideologico ed etnico costato migliaia di morti, e l'esodo per centinaia di migliaia di essi.

Rinnovare il ricordo di quei drammatici eventi ci deve anche fortificare nella convinzione che non ci può essere un futuro comune tra i popoli se non all'insegna del riconoscimento reciproco, dell'amicizia, del superamento di qualsiasi barriera politica, culturale ed etnica e nella piena affermazione della libertà e della democrazia. Vi invito ad osservare un momento di raccoglimento.



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