Il Presidente: Discorsi

Premio internazionale Mario Luzi

Discorso pronunciato al Teatro Valle di Roma in occasione della cerimonia di consegna del "Premio internazionale Mario Luzi".

8 Giugno 2007

Signore e Signori,
con vivo piacere ho accettato di intervenire, seppur brevemente, in questa cerimonia del Premio internazionale intitolato a Mario Luzi, che celebra la sua seconda edizione. Non solo perché Mario Luzi è stato per un breve periodo Senatore a vita su nomina del Presidente della Repubblica Ciampi. Ma perché Mario Luzi è stato un grande italiano. Con lui «entrò in Senato la Poesia» fu detto negli interventi della seduta di Commemorazione ufficiale a Palazzo Madama.

Non sembri ad alcuno paradossale questa affermazione. La poesia, infatti, è più antica della scrittura, più antica della filosofia o della letteratura. Rappresenta una forma, davvero profonda e sentita, di espressione e di comunicazione nel corso della civiltà degli uomini. Lo stesso significato della parola poesia ci rimanda alla creatività, alla capacità creativa e, quindi, alla stessa produttività dell'uomo. Siamo, dunque, al cuore della stessa natura umana e della sua capacità di comunicazione profonda, di espressione e di elaborazione.

La poesia è una attività alta, che richiama e riassume molte altre discipline e arti dell'uomo. L'accostamento con le istituzioni e la politica non mi sembra per nulla improprio. Anzi, vi scorgo molte connessioni, perché anche la politica è una attività "alta", che entra nella realtà concreta e richiede una conoscenza profonda delle cose e degli uomini.

Mario Luzi fu Senatore per pochi mesi, tra il dicembre del 2004 e l'inizio del 2005. Quando fu nominato preparò un suo discorso scritto che le condizioni di salute non gli consentirono mai di pronunciare in Aula. Fu da lui consegnato al Presidente Pera e da questi fatto allegare al verbale della seduta di commemorazione. Questo intervento, che pochi conoscono, è qualcosa di più di un semplice ringraziamento per la nomina. E' la dimostrazione di come un grande poeta contemporaneo possa anche nutrire ed esprimere profondi pensieri e sentimenti civili e politici. Il suo fu un intervento programmatico, ma anche un vero testamento culturale e, altresì, un messaggio politico.

Scrive Mario Luzi:
«Misuro l'altezza dell'onore fattomi dalla statura culturale e civile di coloro, Senatori a vita, che mi siedono accanto e di coloro che da epoche lontane hanno occupato un posto in questo consesso. La lista dei nomi ai quali il mio va ad aggiungersi è impressionante e mi fa dubitare di essere vittima ad un abbaglio...».

Pensando agli illustri italiani che lo hanno preceduto in Parlamento, Luzi afferma:
«Siedo veramente dove hanno seduto Manzoni, Carducci, Croce, Montale, ma anche Garibaldi, Verdi e Verga». Questa umile consapevolezza lo spinge però immediatamente - senza parole retoriche, ma con quel sano realismo toscano che lo ha sempre accompagnato - a sottolineare il suo forte senso per le Istituzioni. «L'istituzione - dice infatti Luzi - ha un grande prestigio e ha, allo stesso tempo, una parte incisiva e determinante nella vita politica nazionale».

Ma la forza della sua visione civile e politica emerge tutta nel suo ultimo e breve pensiero con il quale chiude l'intervento:
«Nell'atavico sentimento comune a tutti gli uomini della mia generazione, e di quelle antecedenti alla mia, l'Italia è un grande Paese in fieri, come le cattedrali. Lo è secolarmente, non discende da una potestà di fatto come altre Nazioni europee, viene da lontani movimenti sussultori fino alla vulcanicità dell'Otto e del Novecento. La Nazione si unisce e ascende a se stessa, la sanzione di quella ascesa è lo Stato, per il quale penso si debbano avere, data la nostra storia, speciali riguardi. Revolution e amelioration possono equalmente curarlo, ma tradirlo e spregiarlo non dovrebbe essere consentito a nessuno..».

Ritrovo in questa visione, in queste parole, una profonda coscienza nazionale, della nostra storia civile e politica, della nostra crescita democratica. Ma anche il senso concreto che la politica deve impegnarsi per cambiare le cose, con una visione strategica di lungo periodo e con un gradualismo del passo dopo passo, senza il quale anche i mutamenti importanti rischiano di trovare ostacoli insormontabili.

Il rispetto per la politica, per le Istituzioni, per lo Stato mi sembrano - nel pensiero di Mario Luzi, del Senatore Luzi - altrettanti capisaldi di una disponibilità all'impegno e alla responsabilità che anche un grande poeta sente di avere, senza licenze o evasioni dalla realtà umana concreta.

Spero che questa manifestazione, che raccoglie qui autorevoli personalità della cultura italiana e mondiale, possa avere il successo che merita e possa rinnovarsi, per tenere alto l'insegnamento morale, spirituale e civile di figure come Mario Luzi che, con naturalezza umana, hanno fatto entrare, ancora una volta, la poesia in Senato.



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