Il Presidente: Discorsi

La cooperazione Parlamentare euromediterranea nello scenario mondiale: il ruolo delle Assemblee regionali

Discorso pronunciato alla Conferenza delle Assemblee Legislative Regionali Europee (CALRE) a Castel dell'Ovo, Napoli

6 Luglio 2007

Autorità,
Signore e Signori,

un grazie, innanzitutto, alla Presidente Sandra Lonardo per aver voluto promuovere questo importante Convegno e per l'invito che mi ha cortesemente voluto rivolgere.
Desidero poi ringraziare gli oratori che mi hanno preceduto in questa Sessione, per i loro interventi, tutti di grande interesse.

I temi affrontati ripropongono con forza la necessità di creare le condizioni per una politica rivolta allo sviluppo e alla valorizzazione dell'area del Mediterraneo nel suo complesso, che si affianchi gradualmente alle politiche di cooperazione esistenti tra l'Europa e i Paesi che si affacciano sulle diverse sponde del Mediterraneo.
E' importante che il Presidente francese Sarkozy, nel suo programma di governo, abbia fatto esplicito riferimento a questi temi, al rilancio di una politica mediterranea dell'Unione europea e a quello della creazione di un'Unione Mediterranea.

E' questo un ulteriore segnale dei cambiamenti, che devono maturare, con un ripensamento complessivo delle priorità geo-politiche e geo-economiche dell'Europa, verso questa area cruciale per il vecchio Continente ma anche per l'intero pianeta.
E' importante, però, anche avere consapevolezza dei profondi legami culturali e del gran numero di relazioni che, da millenni, uniscono le varie sponde del Mediterraneo.
Tutto questo offre opportunità straordinarie da sviluppare, con una azione politica più concreta e continua.
Una azione politica che, con linee d'indirizzo strategiche fissate a livello nazionale ed europeo, si muova poi anche dal basso attraverso la cooperazione dei poteri locali, delle Regioni e delle città che si affacciano sulle sponde di questo bacino.
Penso, ad esempio, ad una possibile gestione comune dei fenomeni migratori e del mercato del lavoro, alla tutela di un ambiente straordinario, al dialogo tra le diverse culture, allo sviluppo sociale, alla capacità di far fronte alla globalizzazione delle economie e di tutelare le nostre produzioni mediterranee.

Abbiamo di fronte la grande sfida di creare un mercato del lavoro del bacino del Mediterraneo con politiche della formazione e dell'occupazione capaci di coniugare necessità ed opportunità per milioni di giovani, donne e uomini, delle due sponde.
Così, pure, penso al contributo che il dialogo culturale nel Mediterraneo può offrire per porre condizioni di stabilità, di pace e di sicurezza nell'intera regione, e non solo, e per superare lo scontro fra gli opposti fondamentalismi.
Potenzialità eccezionali emergono dalla nuova centralità del Mediterraneo negli scambi commerciali fra l'Europa e l'Asia, e fra l'Asia e il continente americano.

Voglio sottolineare, in proposito, che i porti del Mediterraneo sono tornati ad essere i traguardi naturali delle rotte delle navi provenienti dall'India, dalla Cina e dal Giappone.
Secondo le statistiche più aggiornate i container che oggi transitano nel Mediterraneo sono 4 volte superiori rispetto al 1990 e saranno 5 volte superiori nel 2010.
Un altro versante sul quale rinnovare l'impegno di tutti è quello dei sistemi amministrativi ed istituzionali, sui quali incidere attraverso misure di semplificazione e di democratizzazione, come avete approfondito ieri, nella prima sessione del Convegno.

La crescita sociale ed economica dell'area passa attraverso lo sviluppo e il consolidamento delle democrazie nei Paesi del Mediterraneo, attraverso la creazione di una rete di scambi di esperienze e di buone prassi, a cominciare da quanto avviene a livello locale, nel governo delle città e delle comunità regionali.
L'Assemblea Parlamentare euro-mediterranea, alla cui nascita l'Italia ha dato un decisivo impulso nel 2003, potrebbe, per esempio, diventare un luogo di confronto e di dialogo cui far partecipare, oltre agli attuali parlamentari nazionali ed europei, anche esponenti delle assemblee legislative locali.

Un incontro come quello di oggi è un momento prezioso per sviluppare una riflessione sulla qualità delle nostre democrazie e dei nostri sistemi di governo per la moltiplicazione delle relazioni delle stesse Assemblee rappresentative regionali e locali.
La tendenza dei nostri Stati, verso articolazioni federali o comunque a regionalismo avanzato, è il segno di una diffusa esigenza di avvicinare i livelli di governo e delle scelte pubbliche quanto più possibile alle comunità territoriali prossime ai cittadini e alle loro esigenze quotidiane.

I nostri sistemi di governo devono essere sempre più ispirati al principio di sussidiarietà, sia nelle relazioni fra i livelli di governo centrali e locali, sia nei rapporti fra pubblico e privato, cioè fra i sistemi pubblici e la società civile organizzata.
Una valorizzazione più forte del tessuto dei governi locali, che corrisponde anche ad una aspirazione democratica profonda presente in tutte le nostre società, può davvero fare del bacino mediterraneo uno spazio di libertà, di sicurezza, di mobilità, di prosperità economica, di pace e di sviluppo.
I governi regionali e locali, insieme alla società civile, devono avere l'ambizione di divenire i protagonisti del cammino che deve ancora compiersi per realizzare fino in fondo gli obiettivi di Barcellona.

La cooperazione decentrata che, negli ultimi anni, è stata individuata come strumento privilegiato anche all'interno delle politiche di sviluppo dell'Unione europea, si è tradotta in esperienze interessanti e di successo, come il programma di scambi tra giovani o i programmi per la tutela del patrimonio culturale mediterraneo.
Ma occorre fare di più sul piano strutturale, su iniziativa politica e progettuale delle Istituzioni locali.
Iniziative che affrontino i problemi legati alle specificità dei territori nella prospettiva di una collaborazione politica, economica e culturale più vicina ai cittadini.

Anche il dialogo diretto tra gli eletti, tra i rappresentanti politici dei popoli dei nostri Paesi deve superare la ritualità di certe occasioni e divenire un momento strutturato di confronto e di progettualità concreta per lo sviluppo delle nostre società.
In questa prospettiva ho voluto fare la mia prima missione all'estero proprio ad Algeri, su invito del Presidente del Consiglio della Nazione di Algeria, un organo direttamente rappresentativo delle realtà territoriali di quel Paese, e abbiamo avviato insieme un confronto concreto fatto anche di strumenti di collaborazione amministrativa tra le nostre due Istituzioni.
Anche in Italia, dopo anni di confronto parlamentare e di dibattito costituzionale, sono maturi i tempi per delineare una riforma del bicameralismo perfetto e per trasformare il Senato nella Camera rappresentativa delle Regioni e dei Governi locali.

Ho già formulato questo mio convincimento in diverse occasioni e credo che in questa legislatura potrebbero arrivare a conclusione il percorso del federalismo fiscale e anche quello del bilanciamento dei poteri fra centro e periferia, con un forte protagonismo delle Regioni e delle Autonomie locali.
La cooperazione all'interno del bacino del Mediterraneo pone senza dubbio problemi complessi e assolutamente peculiari. Per questo è importante che questi problemi vengano affrontati dalla politica.
Una politica capace di rappresentare la realtà, di governarla, assumendo la responsabilità di decisioni concrete, con il gradualismo necessario, ma con determinazione e continuità.



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