Archivio delle notizie
  • Settembre 2011

    • Mercoledì 7

      Riduzione del numero dei parlamentari: esame in 1a Commissione

      La Commissione Affari Costituzionali, mercoledì 7 settembre, ha avviato l'esame dei ddl cost. nn. 1178, 1633, 2821, 2848 e 2891, in materia di riduzione del numero di parlamentari. I relatori, senatori Bianco e Boscetto, hanno svolto le relazioni introduttive. La prossima settimana si svolgerà la discussione generale, a conclusione della quale sarà fissato un termine per la presentazione degli emendamenti e si procederà alle votazioni.

      Situazione in Libia: il Ministro Frattini in 3a Commissione

      Mercoledì 7 settembre le Commissioni Esteri di Senato e Camera, in seduta congiunta, hanno svolto l'audizione del Ministro degli Esteri, Franco Frattini, sugli sviluppi della situazione in Libia.

      Audizione in Commissione Rifiuti

      La Commissione Rifiuti, mercoledì 7 settembre, ha svolto l'audizione del ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo.

      Decreto di stabilizzazione finanziaria: sì dell'Aula

      Nella seduta di mercoledì 7 settembre, con 165 voti favorevoli, 141 contrari e 3 astenuti, l'Assemblea ha approvato il testo di conversione del decreto 13 agosto 2011, n. 138 (ddl n. 2887), recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. Il provvedimento passa ora all'esame della Camera dei deputati.

      L'Assemblea aveva avviato martedì 6 settembre la discussione del provvedimento con le relazioni dei senatori Azzollini per la maggioranza e Morando per la minoranza. Poco dopo l'inizio della discussione in Aula, la Presidenza del Consiglio, con un comunicato ufficiale, aveva annunciato la convocazione del Consiglio dei Ministri «alle ore 18 per autorizzare il voto di fiducia sulla manovra economica».

      Intervenendo in Aula, il Presidente Schifani aveva quindi ricordato come l'incardinamento del provvedimento, secondo quanto già deciso all'unanimità dalla Conferenza dei Capigruppo, rappresenti «un atto dovuto che rientra tra quelle attività alle quali siamo obbligati, salvo poi stabilire lungo l'iter come procedere - eventualmente sospendere - in relazione alle comunicazioni» del Governo.

      «Il ricorso al voto di fiducia - aveva sottolineato il Presidente del Senato - rientra tra le prerogative del Governo. Tutto questo avviene tra l'altro in un momento in cui occorre fare in modo che la manovra venga approvata al più presto. Colgo l'occasione proprio di questa seduta per ringraziare pubblicamente tutti i componenti della Commissione Bilancio del Senato, i quali con grande spirito di abnegazione e senso di responsabilità hanno instancabilmente lavorato, anche per tutta la giornata di domenica, per esitare il provvedimento che è oggi all'esame dell'Aula. Verosimilmente parte di questo provvedimento potrà essere modificato, ma questo fa parte della fisiologia parlamentare: le regole sono queste. Chi come me in passato aveva cercato di esorcizzare il voto di fiducia, lo aveva fatto con la consapevolezza di poter esercitare soltanto una moral suasion: non me ne pento, ma in questa occasione bisogna comunque coniugare l'ampiezza del dibattito parlamentare, che mi auguro ci sia, con l'esigenza di tempi sempre più celeri per l'approvazione di questa manovra in relazione alla situazione economico-finanziaria a livello internazionale».



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