Mercoledì 16 Febbraio 2011 - 503ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:06)

Con 158 voti favorevoli, 136 contrari e 4 astenuti, il Senato ha accordato la fiducia al Governo Berlusconi, così approvando in prima lettura il ddl n. 2518 di conversione in legge del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e di interventi urgenti in materia tributaria e di sostegno alle imprese e alle famiglie. Il provvedimento è stato approvato nel testo contenuto nel maxiemendamento governativo oggetto del voto di fiducia.

In sede di dichiarazioni di voto finali, il sen. Mascitelli (IdV) ha annunciato il voto contrario del Gruppo ad un provvedimento pensato per sviare l'attenzione dell'opinione pubblica dalle vicende del premier e dallo stallo politico in cui versa la maggioranza. Il decreto conferma l'inerzia del Governo rispetto ai problemi della recessione in atto, dell'esiguità degli ammortizzatori sociali, del sostegno alle famiglie e del Mezzogiorno ed invece premia i truffatori delle quote latte, gli oligopoli televisivi e il sistema bancario, favorisce l'abusivismo edilizio in Campania e corre in soccorso della Giunta Alemanno incrementando i costi della politica.

Il voto contrario del Gruppo FLI è stato annunciato dal sen. Viespoli, che ha definito il decreto un'occasione persa per sancire il passaggio dalla fase del rigore nel controllo dei conti pubblici ad una nuova politica economica in grado di innescare la crescita. Malgrado il contributo positivo delle opposizioni, il provvedimento è carente rispetto alle esigenze del Mezzogiorno e non consente di porre le basi per uno sforzo comune alla ricerca di una svolta politica di normalità nei rapporti tra poteri e tra istituzioni senza la quale è meglio prendere atto della chiusura di un ciclo politico. In dissenso dal Gruppo, il sen. Menardi ha annunciato di non partecipare al voto finale.

Il sen. Milana (API) ha dichiarato il voto contrario del Gruppo alla luce delle evidenti difficoltà del Governo a perseguire la propria azione, in una fase politica tra le più difficili della storia repubblicana. Il provvedimento è criticabile anche nel merito, poiché premia i furbi, taglia risorse alla cultura e al Mezzogiorno, aumenta i costi della politica, introduce nuovi balzelli ed incrementa vergognosamente il numero degli assessorati nelle grandi città per soccorrere il sindaco di Roma in difficoltà.

Contrario anche il voto annunciato dal sen. Gustavino (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE), ad avviso del quale, pur dovendosi riconoscere la necessità di alcuni interventi in risposta a giuste istanze provenienti dal territorio, il malcostume delle continue proroghe indebolisce il Paese, tanto più quando si tratta di norme inappropriate come quelle relative al sistema sanitario. Oltre che prendere atto dell'incapacità del Governo di mantenere le promesse, occorre ripensare le modalità con cui si procede ad una legiferazione al momento sempre più confusa e contraddittoria.

Il sen. Vaccari (LNP) ha motivato il voto favorevole del Gruppo enumerando i molti ed importanti interventi necessari, urgenti e positivi che il provvedimento realizza, a testimonianza della coerenza e dell'efficacia dell'operato di un Esecutivo cui l'opposizione si contrappone ricorrendo esclusivamente ad argomentazioni propagandistiche.

Il voto contrario ad un Governo ormai giunto al capolinea è stato invece dichiarato dal sen. Legnini (PD), che ha anche criticato la tattica dilatoria adottata in Senato al fine di impedire una lettura piena del provvedimento da parte della Camera dove la maggioranza ha maggiori difficoltà. Malgrado il positivo contributo offerto dalla sua parte politica nelle Commissioni riunite, il decreto va respinto perché propone la sostanziale delegificazione della proroga di un enorme numero di termini di legge, incrementa la pressione fiscale con misure che negano il principio della solidarietà territoriale e quello della capacità contributiva, rende ancora più preoccupante lo stato del bilancio pubblico a testimonianza della crisi irreversibile del Governo ed infine premia i truffatori delle quote latte a dimostrazione dell'egemonia della Lega Nord nell'Esecutivo.

Il voto favorevole del Gruppo PdL è stato infine motivato dal sen. Azzollini, che ha salutato l'iter di esame del provvedimento come una bella pagina parlamentare grazie all'impegno mantenuto di trasfondere nel maxiemendamento il lavoro condiviso svolto nelle Commissioni riunite. Il decreto conferma la solidarietà territoriale prevedendo provvidenze che interessano aree dislocate su tutto il territorio nazionale, soddisfa istanze provenienti dai settori dell'editoria, dell'emittenza locale e dello spettacolo, interviene seppur gradualmente a sostegno dei precari e della dignità del lavoro, attua tempestivi interventi a favore della banche in vista dei più stringenti vincoli di Basilea 3, assicura maggiore respiro al risparmio azionario attraverso l'allineamento delle aliquote fiscali sui fondi di investimento.

L'Assemblea è quindi passata alla discussione, in seconda lettura, del ddl n. 2537 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 29 dicembre 2010, n. 228 recante proroga degli interventi di cooperazione allo sviluppo e a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché delle missioni internazionali delle forze armate e di polizia.

I relatori, sen. Bettamio e Gamba (PdL), ne hanno illustrato i contenuti, auspicandone la celere conversione in legge, a conferma di una valutazione positiva condivisa in sede di Commissioni. Nel corso dell'ampia discussione generale sono intervenuti i sen. Pegorer, Del Vecchio, Amati, Di Giovan Paolo, Perduca, Negri, Cabras (PD), Contini (FLI), Caforio (IdV), Alberto Filippi (LNP) e Carrara (PdL). Il seguito dell'esame è stato rinviato al pomeriggio.

(La seduta è terminata alle ore 13:27 )



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