Mercoledì 23 Febbraio 2011 - 507ª Seduta pubblica (Antimeridiana)

(La seduta ha inizio alle ore 09:32)

L'Assemblea del Senato ha votato a favore della risoluzione presentata dalla maggioranza che approva per intero i contenuti del decreto legislativo recante disposizioni in materia di federalismo fiscale municipale, mentre le altre proposte di risoluzione sono state respinte.

In sede di dichiarazioni di voto, il sen. Bruno (API) ha argomentato la contrarietà al provvedimento lamentando la mancata previsione di forme di responsabilità fiscale degli amministratori nei confronti degli amministrati. Il decreto non attiva alcun meccanismo di semplificazione dell'amministrazione locale e riduce i servizi senza migliorare organizzazione e costi. Il sistema proposto non assicura la copertura finanziaria del fabbisogno dei Comuni, aumenta la pressione fiscale su famiglie e imprese, introduce la cedolare secca che non combatte l'evasione ed anzi favorisce le rendite, non prevede agevolazioni fiscali per gli inquilini, non chiarisce come si realizzerà la perequazione.

Anche il sen. Belisario (IdV) si è detto contrario ad un decreto che nega il principio della responsabilizzazione economico-gestionale degli amministratori locali, disegnando piuttosto un'autonomia impositiva dei Comuni basata sulla tassazione delle seconde case dei non residenti e del soggiorno. Malgrado non sia stato capace di procedere ad una esatta definizione dei fabbisogni standard, il Governo imprime un'accelerazione solo per pagare pegno ad una forza politica che ha fatto del federalismo la propria bandiera. Il decreto introduce nuove imposte, nonché il meccanismo della cedolare secca che appare fortemente viziato di incostituzionalità.

Il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-Io Sud-MRE) ha stigmatizzato la forzatura politica voluta dalla Lega Nord che di fatto viola il precetto costituzionale che prevede il coinvolgimento di soggetti che compongono la Repubblica nella fase di attuazione del federalismo fiscale. Anche l'iter procedurale seguito, a partire dalla bocciatura ricevuta in sede di Commissione bicamerale, dà adito a possibili ricorsi alla Corte costituzionale, alla conseguente caducazione del decreto e dunque al dissesto finale dei bilanci dei Comuni. L'UDC ha votato contro la legge n. 42 del 2009 ed ha più volte espresso perplessità sulle relative modalità di attuazione che, in assenza della Carta delle autonomie, indeboliscono i Comuni rispetto al sistema legislativo vigente e li deresponsabilizzano, senza peraltro indicare precisi criteri di perequazione.

Il sen. Baldassarri (FLI) ha evidenziato come il testo originariamente proposto dal Governo, fondato su compartecipazione all'IRPEF, sull'IMU riferita alla seconda casa e alle attività produttive e sulla cedolare secca, aumenti il centralismo statalista delle risorse, comportando altresì un incremento generalizzato delle tasse. Il Governo ha accolto le indicazioni della Commissione solo nel passaggio dalla compartecipazione IRPEF alla compartecipazione IVA. Occorre dunque procedere, come richiesto con la proposta di risoluzione n. 9, ad ulteriori modifiche del testo, ad esempio correggendo il meccanismo di funzionamento della cedolare secca sugli affitti.

Nel rilevare come il decreto sul federalismo fiscale attesti la leadership sostanziale della Lega Nord all'interno del Governo, il sen. Pistorio (MPA-AS) ha lamentato una gestione della prassi delle regole parlamentari assolutamente anomala, come dimostrano gli interventi del Capo dello Stato con riferimento al decreto stesso e al provvedimento cosiddetto milleproroghe. Il decreto determina un aggravio dell'imposizione fiscale senza definire prima i fabbisogni standard, il che appare particolarmente allarmante in rapporto all'ancora irrisolto tema del fisco sulla sanità. Inoltre, occorrono ulteriori modifiche per evitare violazioni delle prerogative delle Regioni a statuto speciale.

Il sen. Paolo Franco (LNP) ha invece dichiarato la soddisfazione del Gruppo per un decreto che si inscrive in un percorso federalista richiesto da tutti i sindaci e gli amministratori locali per suggellare i principi di autonomia e responsabilità nella gestione della cosa pubblica. L'intero Paese trarrà beneficio dall'applicazione del federalismo fiscale municipale e l'atteggiamento critico delle opposizioni appare strumentale e incomprensibile alla luce del contributo offerto e delle proposte avanzate in sede di Bicamerale. Il decreto garantirà, a parità di pressione fiscale, una maggiore autonomia agli enti locali e la riformulazione dell'imposta municipale propria porterà ad una contrazione del costo a carico delle comunità.

Il sen. Stradiotto (PD) ha lamentato la chiusura dimostrata dalla maggioranza e dal Governo rispetto alle proposte avanzate dalle opposizioni ed ha sottolineato come un federalismo municipale che non rispetti il principio del «pago, vedo, voto» in realtà tradisca le aspettative delle popolazioni amministrate. Oltre ad incrementare la pressione fiscale complessiva in particolare a danno dei contribuenti onesti, il decreto non garantisce un fondo perequativo in grado di salvaguardare le zone in difficoltà e le situazioni più povere, anche del Nord.

Infine, il sen. Stancanelli (PdL) ha manifestato l'appoggio del Gruppo al decreto che avvicinerà finalmente la pubblica amministrazione al cittadino, perseguendo il principio della responsabilità diretta nella gestione delle risorse. Verranno introdotti elementi aziendalistici nella gestione pubblica, attraverso meccanismi di tariffazione delle prestazioni erogate, di ripartizione ottimale delle risorse, di lotta alle inefficienze e agli sprechi e si stabiliranno i Livelli essenziali delle prestazioni (LEP) per tutto il territorio nazionale. La rilevazione dei costi standard consentirà di mettere in efficienza il sistema, si introducono principi di responsabilizzazione degli amministratori, si tende all'aumento dell'autonomia impositiva degli enti territoriali, si persegue la semplificazione normativa attraverso l'accorpamento di oltre 45 tributi, si introduce una norma in favore degli inquilini e la facoltà per i Comuni di istituire l'imposta di soggiorno, si sostiene la lotta all'evasione fiscale attraverso il potenziamento del ruolo dei Comuni.

In conclusione di seduta, il Presidente Schifani ha dato lettura della lettera inviata dal Presidente della Repubblica ai Presidenti delle due Camere sul contenuto del ddl di conversione del decreto-legge n. 225 del 2010, il cosiddetto milleproroghe.

(La seduta è terminata alle ore 12:29 )



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