Il Presidente: Discorsi

Anniversario dei 350 anni dell'edificazione della Chiesa S. Ivo alla Sapienza

19 Maggio 2010

Autorità, Signore e Signori,
Rivolgo un saluto di viva cordialità alle Autorità istituzionali ed accademiche, ai promotori di questa importante iniziativa, a monsignor Agostino De Angelis, rettore di Sant'Ivo, a tutti i presenti.
L'anniversario dei 350 anni dell'edificazione della Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, di questa straordinaria opera del Borromini, cappellania del Senato, è l'occasione per ricordare come i luoghi e le opere del passato siano anche oggi testimonianze vive e presenti nella storia di ciascuno di noi.
Il senso della continuità storica non è affatto vuota retorica, ma consapevolezza della propria identità e delle prospettive di realizzazione di progetti che nascono dalle idee e dalla fatica di chi sa che altri saranno gli eredi del proprio impegno.

E' quindi un atto di generosità quello che alimenta la storia del pensiero e dell'arte, di quella cultura capace di superare le logiche della più immediata quotidianità ed aprirsi alle sfide del nuovo che sta innanzi.
I luoghi d'arte, gli spazi del sapere, le realtà dove matura il confronto sono la finestra aperta alle future generazione che raccoglieranno quanto i loro padri hanno saputo seminare e coltivare.
Il luogo dove ci troviamo ed il singolarissimo intreccio con lo sviluppo dell'Ateneo della Sapienza, tra i più prestigiosi in Italia e in Europa, rappresentano concretamente il filo rosso che unisce la dimensione storica di ogni conoscenza con l'ambizione di proiettarsi oltre il proprio tempo, per costruire un patrimonio duraturo e prezioso per i giovani di domani.

L'arte è emblema di questa missione: dove si ha il coraggio di far crescere il gusto del bello si gettano le reti di una cultura solida che sorregge la comunità nazionale anche nei momenti di maggiore difficoltà.
La cappellania del Senato rappresenta in una qualche misura la sintesi di questa convergenza virtuosa. Il sapere è alla base tanto delle università quanto della tradizione artistica del Paese, nonché della pratica politica e in particolare del confronto parlamentare.
Riuscire a promuovere il sapere, valorizzarlo e tutelarlo, significa tradurre ogni conoscenza, anche la più avanzata e sofisticata, in vera sapienza.

Questo è il messaggio sempre valido anche in tempo di crisi: non c'è un sapere distaccato dall'etica e dalla vita reale, ma il vero sapere si traduce nella sapienza di chi sa armonizzare le diverse istanze in un quadro comune di valori, interessi, progetti per l'avvenire.
Le sfide di oggi richiedono sacrificio da parte di tutti e allo stesso tempo anche impegno generoso per venire incontro alle esigenze dei più deboli.
La cultura del "fare" è sempre anche cultura del "saper fare", capacità di andare oltre le scelte più facili che rinviano le soluzioni dei problemi al domani. Significa, in altri termini, capacità di anticipare i problemi, prevederli e sapientemente risolverli prima che appaiano processi irreversibili.
Questo impegno va chiesto a tutti, ma in particolare alle generazioni che hanno goduto in passato di un sistema di protezioni e sicurezze che non è certo potranno essere garantite in eguale misura ai giovani.

La solidarietà intergenerazionale è la prospettiva lungo la quale realizzare una nuova coesione sociale, dove i contributi di giovani ed anziani, le esigenze degli uni e degli altri, sappiano farsi autentico sapere per tutti.
L'iniziativa di oggi è allora essenzialmente un messaggio di speranza che nasce dalla cultura, dall'arte, dalla storia ed è rivolto a tutti noi che abbiamo la possibilità di riscoprire, frequentando questi luoghi di straordinaria bellezza, il fascino di una tradizione che vogliamo sempre preservare come ricchezza dell'intera comunità.
Con questo auspicio, scusandomi per l'impossibilità a presenziare al seguito dell'iniziativa, desidero rinnovare a tutti i presenti il mio saluto ed augurio più cordiale.
Grazie a tutti Voi.



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