Il Presidente: Discorsi

Vertice FAO

16 Novembre 2009

Signor Segretario Generale delle Nazioni Unite, Signor Direttore Generale della FAO, autorità, Signore e Signori,
il Vertice mondiale sulla Sicurezza alimentare che l'Italia ha l'onore di ospitare e che io oggi ho l'onore di inaugurare è un'occasione straordinaria per tornare a riflettere, ed al più alto livello, su un dramma del nostro mondo. Oltre a essere un imperativo etico universale che si impone alle coscienze, sradicare la fame dal mondo è anche una conquista che la comunità internazionale si è prefissata, ponendosi l'obiettivo di ridurre, entro il 2015, la metà della percentuale della popolazione mondiale che soffre di fame.

Lo scorso anno la Conferenza sulla Sicurezza alimentare organizzata sempre qui a Roma ci pose di fronte agli effetti della drammatica crisi alimentare scoppiata nei mesi precedenti. I problemi sono stati resi più acuti dalle conseguenze della crisi finanziaria e ci troviamo di fronte al terribile dato di oltre un miliardo di persone che soffrono la fame. Un picco storico che impone ora azioni mirate a superare l'emergenza. Uno sforzo che dovrà essere coordinato per risultare pienamente efficace ed evitare sprechi, e cui le istituzioni internazionali che hanno sede qui a Roma stanno dando e daranno un contributo essenziale, garantendo le necessarie forme di raccordo.

Ma la sfida della sicurezza alimentare, per essere vinta, richiede interventi strutturali. Dar da mangiare agli affamati non è solo un imperativo che agita le coscienze ma deve tradursi in azioni concrete, nell'impegno continuo e coerente della società civile e delle istituzioni a tutti i livelli: un impegno che dai paesi dell'Africa, così duramente colpiti, negli ultimi anni, dall'effetto combinato della penuria di risorse e delle calamità provocate dai cambiamenti climatici, si estenda a tutte le aree del mondo nelle quali si registrano problemi strutturali di sottoalimentazione.

Di fronte alle sfide poste dalla crescita della popolazione mondiale, che toccherà i nove miliardi nel 2050, occorre agire per realizzare un parallelo incremento della produzione. Occorrono nuovi investimenti per un'agricoltura sostenibile, per aumentare la produttività. Un tema questo che oggi si incrocia drammaticamente con la questione dei cambiamenti climatici.

Occorre tuttavia essere consapevoli che la fame nel mondo non dipende solo dalla scarsità delle risorse materiali ma anche e forse in maggior misura da problemi sociali e istituzionali. E' una primaria responsabilità delle nazioni, ma anche della comunità internazionale, quella di garantire l'accesso al cibo e all'acqua. Servono infrastrutture, sistemi di irrigazione. Serve una migliore organizzazione dei mercati. Serve una più efficace diffusione delle tecniche. Serve un maggiore coinvolgimento di tutte le realtà locali nel rigoroso rispetto delle tradizioni e dell'ambiente.

Dobbiamo fornire le condizioni ottimali per poter aumentare la produzione ed il proprio reddito al mezzo miliardo di piccoli agricoltori dalla cui attività oggi dipende la sopravvivenza di un terzo della popolazione mondiale. Se la sicurezza alimentare è una responsabilità nazionale, come ha ricordato anche Benedetto XVI, "l'alimentazione e l'accesso all'acqua sono diritti universali di tutti gli esseri umani, senza distinzioni né discriminazioni".

Questo Vertice dimostra quanto sia maturata tale consapevolezza. E le esperienze di tanti paesi usciti dalla povertà mostrano come la battaglia contro la fame possa essere vinta, in tutti i continenti e nelle più diverse condizioni. Quello che serve è l'impegno deciso dei paesi in via di sviluppo. Lo sviluppo dipende infatti dal buon governo, che deve essere promosso e sostenuto dalla comunità internazionale attraverso programmi condivisi e partenariati, fondati sul principio di corresponsabilità.

Il Vertice che oggi si apre è anche l'occasione per verificare e confrontare queste buone pratiche, come quella di offrire pasti gratuiti ai bambini che vanno a scuola; è occasione per fondare su basi sicure, al di là dell'emergenza, nuovi investimenti ovunque esistano possibilità di incremento e miglioramento delle produzioni alimentari. L'anno che si va concludendo mostra quanto rinnovata e rafforzata sia la consapevolezza del ruolo delle Nazioni Unite.

La rapidità con cui la crisi economica e finanziaria si è propagata in tutti i continenti ha mostrato una volta di più quanto il mondo sia legato e interconnesso. Ed è emersa la coscienza comune di doversi muovere in una dimensione nuova, con rinnovato impegno, abbattendo muri e superando vecchie divisioni.

Come ha detto il Segretario Generale Ban Ki-Moon: "se c'è mai stato un momento per agire con uno spirito di rinnovato multilateralismo e per trasformare le Nazioni Unite nel centro propulsore di azioni genuinamente collettive, quel momento è adesso". Guardiamo quindi con fiducia al ruolo della FAO, dell'IFAD, del PAM, delle agenzie che l'Italia si onora di ospitare. E auspichiamo che questo Vertice costituisca una tappa decisiva per l'affermazione concreta di una nuova governance globale per la sicurezza alimentare, per lo sviluppo agricolo e la nutrizione, in grado di rispondere alle grandi sfide poste dalla fame nel mondo.

Questo è stato anche l'auspicio dei parlamentari di tutto il mondo che venerdì si sono riuniti a Roma in vista del Vertice odierno. L'Italia ha voluto mettere al centro dell'agenda del G8 la questione della sicurezza alimentare. A L'Aquila si è decisa infatti la costituzione di un fondo di 20 miliardi di dollari per lo sviluppo agricolo e la lotta alla fame nel mondo, e oltre 40 capi di Stato e di agenzie internazionali e regionali hanno firmato una dichiarazione congiunta sulla sicurezza alimentare globale,impegnandosi così ad adottare strategie globali per liberare l'umanità dalla fame e dalla povertà.

Una direttrice comune lega dunque il Vertice odierno al Summit sulla sicurezza alimentare. Troppe volte gli aiuti finanziari erogati ai paesi in via di sviluppo non hanno raggiunto le popolazioni cui erano destinati. Per questo a L'Aquila si è condiviso l'impegno di investire nella concreta realizzazione di opere e di destinare i finanziamenti soprattutto ad infrastrutture agricole. Un impegno che dovrà inserirsi in un'azione coordinata di tutte le organizzazioni internazionali per garantire una giusta sinergia di strumenti diversi.

I paesi più sviluppati hanno voluto assumere questo impegno in un momento in cui pure sono particolarmente colpiti dagli effetti della crisi economica, nella convinzione tuttavia che solo uno sforzo e un'azione comuni potranno restaurare quella fiducia che è indispensabile per una ripresa. Aiutare i paesi più poveri a sviluppare le proprie economie, a eliminare le disuguaglianze e rafforzare la capacità di consumo dei beni alimentari essenziali dei propri cittadini, può produrre non solo una vera crescita economica in grado di concorrere a sostenere lo sviluppo dell'intera economia mondiale, ma anche una significativa occasione di rilancio per le economie dei paesi più sviluppati.

E' il momento dunque di uno sforzo collettivo per un mondo più pacifico e giusto, ove a tutti sia garantito il diritto all'alimentazione nel segno di uno sviluppo più solidale e regolato.
Di tale sforzo il Vertice che ho l'onore di inaugurare rappresenta uno snodo decisivo, ed è con la certezza di un confronto e di un dialogo fruttuosi che vi auguro buon lavoro.



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