Il Presidente: Discorsi

Sul 2° anniversario del terremoto che ha colpito l'Abruzzo

Discorso pronunciato in Aula in occasione dell'anniversario del terremoto dell'Aquila

6 Aprile 2011

Onorevoli colleghi, sono trascorsi due anni dal gravissimo sisma che ha colpito, nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 aprile 2009, la città dell'Aquila e la sua provincia.
Quella mattina d'aprile l'Italia intera sostò attonita e commossa di fronte alle terribili distruzioni provocate dalla violenza del terremoto, che in pochi secondi ha mietuto più di trecento vittime, devastato migliaia di case e sfigurato tanti preziosi segni di una identità civile, artistica e spirituale di antichissima e nobile origine.
Il popolo d'Abruzzo, così duramente colpito da quella immane tragedia, ha mostrato a tutti noi e al mondo intero una tempra eccezionale, grazie alla quale ha saputo reagire ai lutti e alle distruzioni ed iniziare a ricostruire il tessuto sociale, civile e produttivo sconvolto dalla violenza della natura.

Molti sforzi sono stati compiuti, in questi due anni, per restituire una casa a migliaia di famiglie, rilanciare le attività economiche, ricostituire il tessuto civile e culturale - dalle istituzioni locali all'università - e recuperare gli ingentissimi danni al patrimonio artistico.
Come ho già affermato nel messaggio inviato al prefetto dell'Aquila, il profondo dolore di quei giorni non deve offuscare il grande lavoro di quanti - istituzioni e privati cittadini - hanno saputo operare per il bene comune.
È allora ancor più necessario continuare ad investire le nostre migliori energie nell'obiettivo di tornare a far risplendere quei centri storici che, all'Aquila come nelle altre comunità della sua provincia, costituiscono il fulcro del nostro modello di convivenza civile: soltanto allora potrà dirsi veramente compiuta l'opera di ricostruzione.

Voglio esprimere ancora una volta, a nome di tutta l'Assemblea, profonda vicinanza alle popolazioni colpite da quella immane tragedia, ed immutata gratitudine verso tutti coloro che, a vario titolo, hanno collaborato al soccorso e stanno ancora collaborando alla ricostruzione: un impegno corale che costituisce - lo ribadisco - l'espressione più autentica della profonda coesione del nostro Paese.
In questo spirito di solidarietà umana ed istituzionale, invito allora tutti i colleghi ad osservare un minuto di silenzio e di raccoglimento, in memoria delle 309 vittime del terremoto.



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