Il Presidente: Discorsi

Conferenza dei Presidenti delle Assemblee Parlamentari europee

22 Maggio 2008

Onorevoli Colleghi,
prendo la parola oggi non senza una certa emozione, poiché dopo le elezioni politiche del 13 e 14 aprile scorso, che hanno visto l'affermazione in Italia di una nuova maggioranza, questo è il mio primo intervento ufficiale all'estero da Presidente del Senato della Repubblica italiana. Ho scelto non a caso questa riunione di Strasburgo: ho ritenuto fosse importante confermare la continuità della vocazione europea dell'Italia.

L'Europa, per noi italiani, non ha colore politico. L'idea che l'Europa deve essere il punto di riferimento di ogni politica nazionale costituisce ormai un elemento determinante della nostra coscienza collettiva ed è entrata a far parte a pieno titolo della nostra tradizione politica e civile. A questo proposito, il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, che come molti di voi ben sanno, è un convinto europeista e un profondo conoscitore dell'Europa, nel discorso ufficiale di insediamento ha detto parole chiare e condivise da tutti: "La strada maestra per l'Italia resta quella dell'impegno per l'Europa".

Con un voto quasi unanime il Parlamento Italiano ratificò nel 2005 il Trattato Costituzionale. Oggi, uno dei primi impegni delle nuove Camere, ed in particolare del Senato, sarà la ratifica del Trattato di Lisbona sulla quale, ne sono certo, ci sarà, come allora, una ampia e trasversale convergenza. Il Parlamento italiano, legittimato dal voto dello scorso aprile, intende muoversi nella stessa direzione lavorando per rafforzare la collaborazione con tutte le Istituzioni europee, a cominciare da questa Assemblea parlamentare.
Ma non solo: anche riguardo alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo ed alle sue sentenze, rispetto alle quali l'Italia registra purtroppo ancora forti ritardi, il nuovo Parlamento intende svolgere un ruolo operoso e costruttivo.

Onorevoli colleghi, dobbiamo lavorare perché sia sempre più forte il legame che, attraverso gli isitituti della democrazia, unisce da un lato Istituzioni nazionali e Istituzioni europee; dall'altro Istituzioni nazionali, in particolare il Parlamento, e società civile. Dobbiamo rinvigorire l'europeismo, avvicinando l'Europa sempre di più ai cittadini, perchè le costruzioni politiche vivono vita vera soltanto quando incarnano valori, quando sono portatrici di qualcosa che vada oltre il catalogo formale di moneta, confini, inno e bandiera.

L'amore per la libertà, non solo per l'individuo, ma per la comunità nazionale e quella internazionale è cio che unisce la nostra Europa.
Aveva ben chiaro il vincolo indissolubile tra democrazia, Parlamento e società civile Alcide De Gasperi - di cui ho peraltro visto il busto nei corridoi di questo Palais de l'Europe- figlio della mia terra e insieme padre della nuova Italia e dell'Europa. De Gasperi scrisse, citando Erodoto, che la democrazia è la forma di governo con cui "la sovranità dello Stato è legalmente devoluta non ad una o a certe classi particolari, ma tutti i membri della comunità".

In questo senso il ruolo del Consiglio d'Europa è prezioso, essenziale. I principi di democrazia e libertà posti a fondamento di questa Istituzione, che nel maggio dell'anno prossimo celebrerà i sessant'anni di vita, appartengono non solo ai cittadini europei, ma a ciascun essere umano.
Libertà e democrazia costituiscono valori irrinunciabili, l'unica condizione in cui ognuno di noi può svilupparsi e partecipare alla crescita civile della società.

Ricorrono ormai frequenti i termini di mondializzazione e globalizzazione, anche in connessione con sviluppi tecnologici che hanno trasformato e continuano a trasformare le relazioni umane, singole e collettive. Forti e contradditori impulsi agitano cittadini e popoli spesso nell'illusione di poter aumentare i diritti senza un adeguato svilippo dei doveri. E la prospettiva di una globalizzazione limitata ai soli settori dell'economia e del commercio, che preoccupa molti, dovrebbe trovare proprio in questo il suo argine naturale: una globalizzazione con solidarietà, una globalizzazione senza marginalizzazione.

L'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa è da sempre impegnata nella difesa dei diritti degli individui e delle comunità; un'attenzione specifica è stata dedicata alla cooperazione con le organizzazioni non governative, che danno un contributo qualificato "alla trasparenza ed alla democraticità dell'azione di governo". L'argomento è stato, lo ricordo, tra i più importanti trattati nel corso del Terzo Summit del Consiglio d'Europa di Varsavia, del maggio del 2005, e del successivo Forum Internazionale sul futuro della democrazia.

La democraticità dei paesi membri e la libertà delle rispettive società civili sono la pietra miliare su cui si basa questa Assemblea, che vigila costantemente sul rispetto di tali principi. Il Codice di buona condotta elettorale, varato dalla Commissione di Venezia ed approvato da questa Assemblea e dal Congresso dei Poteri Locali e Regionali d'Europa, è un testo fondamentale.

L'attività di monitoraggio delle elezioni, che si basa su quel testo, ed alla quale partecipano anche colleghi del Parlamento italiano, è essenziale garanzia di libertà e democraticità. Voglio peraltro ricordare che anche l'Italia ha ospitato un monitoraggio delle sue procedure elettorali proprio il mese scorso, in occasione delle elezioni politiche del 13 e 14 aprile.

Il pensiero liberale, o qualsiasi ricetta economica e politica, deve trovare fondamento nell'ethos dell'Europa, ovvero quel nocciolo incandescente che costituisce l'identità, che è fatto di memoria di volti e di gesti, di generosità, sofferenze e letizia. Non dobbiamo mai dimenticare i valori fondanti che rappresentano lievito di speranza per noi, i nostri figli, le generazioni future e il mondo.

E' importante, infatti, ribadire sempre con chiarezza che la democrazia non è una conquista fatta una volta per tutte: tutti dobbiamo vigilare perché le nostre leggi, i nostri regolamenti, le nostre Istituzioni si mantengano coerenti con la vocazione di democrazia, libertà e solidarietà dei nostri cittadini e combattere contro nemici, vecchi e nuovi, che la insidiano.

L'Europa che stiamo costruendo è dunque l'Europa della libertà, della democrazia, dell'efficienza economica, della solidarietà tra le persone e tra i popoli. Sono convinto che sapremo cogliere pienamente questa occasione, questo momento eccezionale, facendo prevalere ciò che ci unisce su ciò che ci distingue.



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