Il Presidente: Discorsi

Anniversario del terremoto del Friuli: discorso di Udine

6 Maggio 2009

Autorità, Signore e Signori,
la mia presenza fra voi oggi, vuole testimoniare la mia personale vicinanza ed il mio grande affetto per questa vostra terra, nel 33° anniversario del tragico terremoto che in cinquanta interminabili secondi, con forza devastante, sembrò annullare la vita di migliaia di friulani, colpendo una vastissima area del vostro territorio.
Stamattina a Gemona, attraversando parte dei numerosi paesi allora gravemente feriti, al ricordo della mia personale commozione e di quella di tutti gli italiani in quei terribili momenti da voi tutti vissuti, si è unita l'ammirazione per il coraggio, la fierezza, la grande capacità del popolo friulano, modello ed esempio per il nostro Paese.

Il Friuli è oggi una terra felice , un modello di competitività perché sa attrarre e produrre ricchezza.
Per la qualità della vita che sa infondere sicurezza, sa fornire reddito, occupazione, cultura in un'area di grande valore naturalistico.
Per la presenza di importanti centri di ricerca, di innovazione, di imprese, di Università.
Perché il Friuli con più di cinquantamila esercizi commerciali, ma anche con vaste aree di imprenditoria diffusa, piccole e medie imprese, sistemi locali di produzione, fabbriche, realtà diverse, vive un felice equilibrio.
Tutto ciò si fonda sul bene comune, sulla solidarietà tra persone, sulla volontà di fare squadra e impresa in nome dell'operosità, ma anche in nome della forza e della passione delle idee.

I valori dello spirito di gruppo, della responsabilità individuale e collettiva, il senso di appartenenza, contribuiscono alla crescita della società civile del vostro tessuto sociale che storicamente possiede da sempre le caratteristiche della internazionalità e della multiculturalità, esaltate e condivise.
E in questo contesto si inserisce ancora la cura per l'offerta turistica con il marchio che promuove l'unicità dell'esperienza di questa regione snodo fondamentale di traffici terrestri e marittimi per la posizione strategica di cerniera tra Nord- Sud ed Est - Ovest.
Il Friuli con grandi infrastrutture già realizzate, guarda costantemente al futuro oggi che, con l'apertura delle frontiere a Paesi limitrofi, è divenuto asse fondamentale per i trasporti.

La nomina di Commissario straordinario del Presidente Renzo Tondo, che sovrintenderà alla costruzione della terza corsia autostradale, per la migliore infrastrutturazione del V corridoio europeo, sono certo che consentirà tempi ancora più celeri di realizzazione, nell'ottica di quella politica intelligente di cui le istituzioni del Friuli hanno già dato concreta e fattiva dimostrazione con la ricostruzione successiva al 1976.
La vostra regione è una terra all'avanguardia da considerare modello di riferimento.
Tutto questo assume particolare significato oggi che celebriamo l'anniversario del terremoto.
Il dramma della perdita di vite umane, dei punti di riferimento di ogni uomo - la propria casa, il proprio lavoro, i paesaggi e le bellezze artistiche ed architettoniche - fu sopportato con grande dignità e fierezza. Non solo dolore, ma da subito tenacia e volontà di ricostruire.

E dopo i primi interventi della Protezione civile, che nacque proprio allora; dopo la sostituzione delle tende con prefabbricati per attenuare i disagi dovuti alle avverse condizioni atmosferiche, subito dopo iniziò l'opera di ricostruzione.
I friulani in quel terribile frangente diedero prova di sapere reagire, rialzarono la testa e iniziarono a fare, a rifare di nuovo tutto, per spazzare via i segni della tragedia, con il fermo convincimento che la ricostruzione doveva avvenire negli stessi luoghi "dove erano e come erano" le loro abitazioni, le loro fabbriche, i loro esercizi commerciali.
La ricostruzione si realizzò dando priorità alla riedificazione delle fabbriche, perché il ritorno alla vita lavorativa di tanti friulani, consentisse loro di potere tornare a produrre nella propria terra, impedendo l'emigrazione verso altri luoghi.
Poi la costruzione delle case; infine il recupero ed il restauro del patrimonio artistico ed architettonico.

Oggi il Friuli è un modello; è un esempio da esportare.
Case tutte rigorosamente antisismiche realizzate con criteri di avanguardia; bellezze architettoniche non solo recuperate, ma messe in sicurezza, industrie fiorenti che sono il vanto non solo della regione, ma dell'intero Paese.
Tutto questo è accaduto grazie ai friulani, alla loro attiva partecipazione popolare ma grazie soprattutto al buon governo, alle leggi che la Regione ha ininterrottamente e incessantemente emanato per superare ogni e qualsiasi ostacolo; grazie agli uomini del Governo regionale ma anche grazie a quelli dell'opposizione.
Perché in quel drammatico momento, furono armi vincenti la coesione delle forze politiche e la volontà comune di superare i tanti ostacoli anche burocratici che impedivano una tempestiva, corretta e funzionale ricostruzione.
E' accaduto anche grazie al rapporto tra la Regione e il Parlamento che, superando ogni divergenza, contribuirono a rimuovere ogni e qualunque ostacolo.

Il modello Friuli ci insegna che se, i disastri naturali purtroppo accadono, sono accaduti e potrebbero ancora accadere, l'uomo può fare molto per incidere positivamente e impedire che gli effetti siano devastanti.
Occorre, allora, approntare tutti gli accorgimenti tecnici per evitare il ripetersi di tragedie e applicare con onestà e rigore i parametri antisismici.
I controlli da parte delle Istituzioni competenti devono essere costanti e stringenti perché l'unica difesa è costruire bene, nel rispetto del bene comune e delle regole.
La successiva riedificazione ha privilegiato lo sviluppo economico e sociale attraverso grandi scelte strategiche tra le quali non posso non ricordare l'istituzione dell'Università di Udine e dell'Area di ricerca.

Quanto è stato fatto non è stato solo esempio della capacità e tenacia di questa terra; gli interventi legislativi della Regione hanno anticipato i principi del Federalismo, hanno rafforzato e valorizzato la volontà popolare.
Sono i principi cardine della riforma approvata con la legge Regionale 1/2006 con un sistema di poteri pubblici, Stato, regioni, autonomie locali, tutti di pari dignità, che valorizzano le diversità con un sistema unitario ma al contempo policentrico, in attuazione del principio costituzionale della leale collaborazione tra istituzioni.
Il principio, quello della sussidiarietà responsabile, che oggi è il cuore della riforma federalistica.
E nel Friuli è esaltato dalla specialità, ancora più attuale se si considera la posizione geografica della Regione, oggi confinante con uno dei Paesi di nuovo ingresso della Comunità Europea.

Oggi il Friuli, già dopo la caduta del muro di Berlino, rappresenta uno snodo fondamentale, perché è Regione baricentrica rispetto ai Paesi dell'Est entrati nell'U.E. e perché al centro di tutti i commerci della produzione tra Est e Ovest.
Attraverso il Friuli transita gran parte del mercato che dall'Occidente arriva in Italia.
La specialità quindi, deve essere non soltanto salvaguardata, ma anche rafforzata, perché non è un privilegio, ma vera e propria assunzione di responsabilità, capacità di gestione diretta delle proprie risorse, ricavate dalla compartecipazione dei tributi riscossi nel territorio della regione.
Già subito dopo il terremoto questa vostra Regione ha anticipato i principi del Federalismo; e poi nel 1996, da quando cioè il settore della Sanità è gestito in piena autonomia dal Friuli, con eccellenti risultati che consentono di tenere sotto controllo la spesa sanitaria da allora inferiore a quella nazionale.

Ma la condizione geopolitica della regione richiede ulteriori strumenti specifici di intervento; le imprese del Friuli subiscono la concorrenza dei Paesi vicini dove sono in vigore più favorevoli regimi di tassazione a cui si aggiunge il più alto livello di aiuti comunitari consentito negli Stati del Centro e dell'Est Europa di recente ingresso nell'Unione Europea
Per questo è stato importante avere ottenuto nel percorso di attuazione del federalismo fiscale, la possibilità di concedere a questa Regione una "Fiscalità di sviluppo"; la vicinanza con altri Paesi con regimi fiscali più favorevoli, può fare sorgere la tentazione alle imprese, soprattutto dopo l'abolizione delle barriere fisiche dei confini con la Slovenia, di spostare le proprie attività produttive in quelle terre, per ottenere vantaggi in termini di fisco e di costo del lavoro ed anche di costi di energia.
Per questo è legittima ogni aspirazione ad ottenere un regime fiscale competitivo che consentirebbe di operare ad armi pari con i Paesi confinanti e fugare ogni preoccupazione su fenomeni di decentramento e delocalizzazione produttiva.

La specialità trova la sua ragione di essere anche nella presenza delle minoranze con le quali la regione ha costruito da sempre ottimi rapporti di collaborazione: il federalismo sarà ancora più autentico perchè metterà insieme le orgogliose diversità per continuare a percorrere la strada comune.
Quello che più sta a cuore alla gente del Friuli è che la situazione di area di confine oggi ancora più accentuata dal corso degli eventi, costituisca volano per accrescere l'importanza di questo territorio e non già per mortificarlo.
In questo contesto appare di vitale importanza rilanciare il ruolo del porto di Trieste, già classificato porto di interesse internazionale, affinché il sistema portuale dell'Alto Adriatico venga rivitalizzato e possa tornare ad essere strumento efficiente di trasporto delle merci, così contribuendo a decongestionare le vie di terra.
Ed ancora la necessità del Friuli di rafforzare il suo ruolo nel quadro della ricerca scientifica, dell'innovazione e dell'area di ricerca di Trieste, che rappresentano fattori essenziali per accrescere la competitività.

Possiamo affermare che l'Italia federale è già nata in Friuli, questa terra saprà dare il massimo nel completamento dell'attuazione della riforma, saprà dare concreta dimostrazione di volere valorizzare al meglio la propria posizione di area di confine.
Lo Stato le sarà sempre accanto, come accadde nel 1976, per consentirle di superare ogni difficoltà.
Perché proprio il "Valore Italia" del quale tutti noi italiani andiamo fieri e che è nato e si è consolidato attraversi i sacrifici, momenti alti e nobili, mobilitazioni di tutte le forze sociali e da voi anche attraverso la dignità, la forza ed il coraggio di tornare a vivere dopo quella terribile notte del 6 maggio 1976; quel "Valore Italia" racchiuso nei valori fondanti della nostra carta costituzionale, di cui tutta la gente del nostro Paese è pienamente consapevole, sarà sostegno per tutti noi per la realizzazione delle cose in cui crediamo.



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