Il Presidente: Discorsi

Dalle Aule Parlamentari alle Aule di scuola. Unita, Nazione, Costituzione

Intervento del Presidente del Senato Renato Schifani nell'Aula del Senato

27 Maggio 2011

Desidero salutare il Sottosegretario del Ministero dell'Istruzione on. Giuseppe Pizza, i deputati e i senatori che hanno assicurato la presenza ai lavori.
Saluto e ringrazio voi, cari studenti, che con impegno avete dato un contributo essenziale al progetto promosso dalla Camere in occasione del centocinquantesimo Anniversario dell'Unità d'Italia.
Saluto e ringrazio gli insegnanti che vi hanno guidato con entusiasmo e grande professionalità nello studio, nella ricerca e nella elaborazione dei testi che ci avete inviato.
Saluto e ringrazio, inoltre, tutti i dirigenti scolastici per la particolare attenzione dedicata alla formazione delle giovani generazioni, i cittadini dell'avvenire della nostra Italia.

Oggi si conclude la quarta edizione del progetto realizzato dal Parlamento per le scuole superiori, insieme al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca.
Una manifestazione che si accompagna quest'anno al rinnovato interesse e alla ritrovata consapevolezza del valore dell'Unità d'Italia.
L'Unità della Nazione è stata messa a dura prova dalle follie del regime totalitario e del terrorismo, da quelle ideologie senza scrupoli che tendevano a separare, contrapporre, spezzare il sentimento di appartenenza alla Patria comune.
Desidero complimentarmi con tutti voi che oggi siete interpreti e testimoni di una comunità civile che sa invece costruire il proprio avvenire, poggiandolo sui valori della dignità personale, della libertà, della solidarietà.
Unità, Nazione e Costituzione sono i tre pilastri del nostro Paese, sono i cardini sui quali si fonda l'Italia, nazione libera e democratica.
Quello che noi siamo lo dobbiamo ai nostri padri che sono stati protagonisti di un lungo percorso di comprensione e condivisione. Molti hanno sacrificato la propria vita per consentirci di vivere in uno Stato libero.

L'unificazione del nostro Paese fu opera di tanti giovani come voi che profusero energia e talenti per un'impresa che pareva impossibile, per nulla accettabile dai freddi calcoli della diplomazia e della politica di allora.
Giovani vite spezzate per quell'Unità d'Italia che oggi ci rende fieri di vivere nella nostra terra.
Un impegno mai interrotto dal 1861, un anelito alla democrazia ricostruita dopo il crollo della dittatura fascista e la tragedia della guerra.
Il senso del dovere morale e civile sentito dagli italiani come una necessità inderogabile per restituire pace, libertà, democrazia, dignità al nostro Paese: è questo lo spirito che ha animato le giovani generazioni nei momenti più difficili della storia del nostro Paese.
E' lo stesso spirito che anima ancora oggi voi giovani, che vi porta a guardare avanti, a sperare in un futuro migliore, a costruire la vostra vita attraverso lo studio, la volontà di fare bene, di non accettare inutili quanto dannose scorciatoie, di capire che per potere progredire occorrono disponibilità all'ascolto, ferma intenzione di affermarsi, desiderio di riuscire a realizzare qualcosa di buono per sè e per gli altri.

Nel vostro cammino verso la maturità civile, cari giovani, abbiate sempre come punto di riferimento i valori fondamentali della nostra Costituzione.
Una Carta scritta con grande saggezza politica che, nella sua prima parte, quella sulle libertà invidivuali, sui doveri sui diritti soggettivi, conserva tutta la sua attualità: il diritto all'istruzione, il diritto al lavoro, la pari dignità tra uomo e donna, le libertà personali.
Quelle libertà esistono perchè la nostra Costituzione pone al centro la persona; è questa l'essenza della nostra democrazia che molti Paesi del mondo ci invidiano e che purtroppo è negata ancora oggi dalle dittature.
Ma la nostra Carta Costituzionale comprende anche quei doveri senza l'adempimento dei quali non può esistere la comunità civile: il dovere di fedeltà alla Repubblica, il dovere della difesa della Patria, valori che ci rendono più forti, più uniti perchè radicati nella nostra società e nel nostro popolo.

Non c'è diritto al quale non corrisponda un dovere, non c'è vantaggio duraturo senza reciprocità e ragionevolezza, non c'è successo senza un progetto in grado di farsi memoria e visione di speranza, giustizia, rispetto per gli altri.
E' importante che voi ragazzi abbiate fiducia, crediate nelle Istituzioni, che continuate a farlo.
Il senso dello Stato è "sentimento" e "coscienza" delle proprie possibilità e dei propri limiti.
E' compito nostro quello di stemperare le troppe polemiche di questi giorni, purtroppo rafforzate da quest'ultima campagna elettorale amministrativa, che rischiano di mettere in ombra l'attività che lo Stato compie ogni giorno per i suoi cittadini.

Lo Stato siamo tutti noi, insieme con gli altri, senza l'esclusione di nessuno.
L'Italia ha bisogno di confronto costruttivo e l'interesse del Paese è quello di affrontare i problemi complessi, economici e sociali che in questa fase di crisi meritano la nostra massima attenzione e devono avere priorità assoluta.
Il nostro compito è quello di consegnare a voi giovani una Italia moderna, giusta, efficiente, che riesca a dare risposte alle vostre domande, prima fra tutte a quella sul vostro futuro lavorativo.

Per questo l'Italia deve cambiare, deve realizzare le grandi riforme. Lo deve fare senza incertezze, senza pregiudizi, senza preclusioni e auspicabilmente con il consenso di tutte le forze parlamentari e sociali del Paese.

Non bastano il capitale economico e il capitale umano per lo sviluppo di una Nazione; abbiamo bisogno di coesione, di stabilità, di condivisione.
A voi giovani guardiamo con fiducia e con voi giovani il nostro impegno è innanzitutto un inderogabile dovere.



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