Il Presidente: Discorsi

Presentazione del Rapporto Annuale della Corte dei Conti

Intervento del Presidente Renato Schifani in Sala Zuccari

24 Maggio 2011

Autorità, Signore e Signori.
Il Senato è lieto di ospitare la presentazione del rapporto 2011 della Corte dei conti sul coordinamento della finanza pubblica. Desidero ringraziare il Presidente Giampaolino e l'intera Magistratura contabile per il contributo fondamentale che anche in questa sede offre al dibattito politico e parlamentare.
La Corte dei Conti è stata la prima magistratura dell'Italia unita e nel 150° anniversario dell'Unità d'Italia è importante ricordare la sua storia come testimonianza della vita dell'intera Nazione.
Il rapporto tra Parlamento e Magistratura contabile è uno snodo decisivo del processo di integrazione europea e di raccordo con le realtà territoriali del nostro Paese.
Il monitoraggio dei conti pubblici, il controllo in termini di efficacia e di efficienza della gestione delle risorse non sono risultati che si improvvisano.
E' merito di tutte le Istituzioni che più direttamente sono coinvolte nelle decisioni di bilancio essere riusciti a mantenere un livello di protezione dell'Italia dalla speculazione selvaggia, nonostante le difficoltà a tutti note che ancora gravano sulla spesa pubblica e i rischi ancora attuali di instabilità internazionale.
Il rapporto tra la decisione legislativa e il suo impatto finanziario è stato per molto, forse troppo tempo, ritenuto secondario rispetto alle scelte politiche.

Oggi invece vi è piena consapevolezza che nessuno sviluppo è possibile e duraturo al di fuori della tenuta dei conti pubblici, della trasparenza e del rigore delle procedure amministrative, della gestione attenta e scrupolosa dell'apparato pubblico.
Fine della recessione non può significare fine di una amministrazione e gestione virtuosa del bilancio.
Non è più il tempo delle vie di fuga o delle scorciatoie, ma è dovere di tutti adoperarsi per rispondere alle priorità di crescita e sviluppo della società, che non sono concessioni, ma rappresentano diritti costituzionalmente tutelati dei cittadini.
Per questo resta prioritario colpire sprechi e abusi che nascondono le vere esigenze delle persone e delle famiglie, impedendo di aiutare quanti ne hanno davvero diritto.

Il Parlamento resta l'asse fondamentale dove l'azione di Governo può e deve essere verificata, valutata, corretta, secondo senso di responsabilità e solidarietà.
Più in particolare il ruolo del Senato e della Corte dei Conti all'interno dell'architettura costituzionale può ricevere nuovo impulso da un progetto di riforma capace di rafforzare i meccanismi di raccordo tra realtà istituzionali più grandi, come l'Europa, e le autonomie locali.
E' giunto il momento in cui Europa, Stato, Regioni e Autonomie assumano le proprie decisioni in modo integrato, secondo procedure chiare e controlli efficaci.
Come affermava Luigi Einaudi, "un'informazione precisa e affidabile ha l'obiettivo di agevolare una decisione precisa e consapevole".
Una classe dirigente matura e una politica seria non attendono e utilizzano le previsioni economico-finanziarie per sterile polemica o contrapposizione, ma se ne servono per avanzare progetti il più possibile condivisi e operare in concreto le scelte migliori.
Anche sulle politiche di bilancio occorre un confronto più responsabile tra le forze politiche, un dibattito realmente consapevole e condiviso degli obiettivi fondamentali di crescita della competitività e dell'occupazione, di sostenibilità delle finanze pubbliche, di rafforzamento della stabilità finanziaria.

Il Governo si è già impegnato a presentare in Parlamento "un appropriato testo di riforma " per recepire nell'ordinamento costituzionale le regole fissate nel Patto di stabilità e crescita.
Protagonista di un processo riformatore che non ci è più chiesto solo dall'Europa, ma è una necessità storica per affrontare e prevenire le crisi più gravi, resta pertanto il Parlamento.

Ringrazio pertanto il Presidente Giampaolino e gli illustri relatori per il contributo offerto in questa sede ad un dibattito decisivo per l'avvenire dell'Italia e delle future generazioni, rinnovando a tutti i presenti l'augurio di buon lavoro.



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