Il Presidente: Articoli

«La famiglia è la mia forza»

Intervista pubblicata dal settimanale "Anna"

10 Febbraio 2011

di Mariella Venditti
Le chiedo scusa per aver rinviato di una settimana questa intervista, ma non me la sentivo. Ero proprio giù, non ero nello stato d' animo. C' era stato il funerale di quel ragazzo, Luca Sanna, un nostro soldato caduto in Afghanistan, ero andato a Ciampino ad accogliere la salma. La moglie, erano sposati da sei mesi, guardava nel vuoto, la madre stringeva al petto la foto e faceva così - mima il dolore della donna, su e giù di un corpo che si piega -. Quante scene come questa ho visto, purtroppo. A quanti funerali sono stato. Uno torna al lavoro cercando di andare avanti, ma io non ci riesco, ogni volta è sempre peggio. La vigilia di Natale l' ho passata in Afghanistan, era la terza volta. Quando sono tornato, il presidente della Repubblica mi ha chiesto come fosse andata. Ho risposto: "Devo dire la verità, non possiamo farci nulla, non possiamo mollare, però la situazione è cambiata, si è molto appesantita. Lo sanno tutti". Ma cominciamo l' intervista, parliamo d' altro". Si tira su, resta seduto, ma in punta alla grande poltrona di velluto beige. Tutta la stanza sembra un ossimoro: antica e attuale, austera e accogliente. Le tele alle pareti di maestri del Quattro e Cinquecento, il lampadario a gocce, tutto è grande e tutto sembra piccolo, giusto.
Che effetto le ha fatto entrare in questa sala la prima volta?
"Un grande rispetto, da qui vedi il Paese e il Paese ti guarda".
Ha fatto delle modifiche, ha portato qualcosa di suo?
"Solo le mie foto, la mia famiglia, la mia nipotina, guardi che occhi, mio figlio e mia nuora Antonella mi hanno fatto il regalo di chiamarla Clara, come mia madre".
Non è divorziato, non è separato. Ecco una cosa che la divide da Berlusconi e anche da tanti altri leader.
"Le vite personali fanno parte del bagaglio affettivo di ciascuno. Comunque, anche il presidente della Repubblica è sposato da sempre. Di Napolitano ho un grandissimo rispetto, ammirazione, è un grande uomo di Stato, è una bellissima persona, ha un aplomb...".
Non ha mai tradito sua moglie?
"Dopo trentasette anni di matrimonio, dovrebbero iscrivermi al club dei fedeli. Con Franca ci siamo conosciuti in crociera, avevo 18 anni, vacanza premio per la maturità. La nostra è una storia che dura nel tempo, dopo il primo innamoramento si diventa anche compagni di vita. La famiglia è il mio punto di forza. Tutte le decisioni importanti le ho prese con mia moglie. Non mi ha mai ostacolato. Pensi che nel ' 74, avevo 24 anni, laureato in giurisprudenza a pieni voti, già lavoravo al Banco di Sicilia. Ci dovevamo sposare dopo qualche mese. Ma capii subito che fare l' impiegato non era per me. Così mi misi a studiare per superare l' esame di avvocato. Studiavo di notte, il pomeriggio pratica in uno studio, in due anni presi l' abilitazione al primo tentativo. Mi licenziai e cominciai a fare l' avvocato".
E poi ancora un' altra scelta, la politica.
"Cominciai l' avventura nel ' 95 con Gianfranco Miccichè. Nel ' 96 la proposta di candidarmi. Riunii la famiglia. Anche quella volta mia moglie non mi ostacolò".
Con quali ministri ha particolare feeling? Si parla di una grande sintonia con Alfano. Con Miccichè non è sempre stato così.
"Con Alfano c' è una consolidata affinità culturale, umana e politica. È preparato ed è un bravo politico. Lo aspetta un grande futuro. Con Miccichè ci sono stati momenti di incomprensione, ma per me resta e resterà sempre uno dei pochi uomini che hanno scritto la politica siciliana. Ha fondato Forza Italia nella mia isola, l' ha portata a grandi successi e ha avuto il merito di fare crescere una grande classe dirigente, anteponendo questa scelta alle sue aspettative personali. Anche grazie a lui ho potuto raggiungere importanti traguardi".
Berlusconi, il primo incontro?
"Nel ' 96. Venne in Sicilia per la campagna elettorale delle regionali. Proprio da pochi giorni era morta mia madre. Mi volle incontrare per farmi le condoglianze. Poi l' ho conosciuto meglio durante la Bicamerale. È lì che è nato il rapporto".
Berlusconi, il suo Deus ex forbice: l' uomo che l' ha convinta a fare a meno del riporto.
"Un giorno mi disse: "Guarda Renato, avere il riporto non fa bene alla comunicazione perché sembra che tu voglia nascondere qualcosa e così si inficia la validità del messaggio. Insomma, sembra un camuffamento"".
Be' , Berlusconi ha il trapianto...
"Sì ma i capelli però li ha, il riporto invece sembra nascondere una nudità. Poi, devo dire, mi ero stancato. Mi sono detto, preferisco essere me stesso. Nel 2005 via il riporto, e non me ne sono mai pentito".
Niente più satira su di lei, l' ha fatto anche per questo?
"No, ci ho sempre riso su. La satira fa bene, se non è vilipendio. Ho fatto i complimenti alla trasmissione Mai dire domenica e a Neri Marcorè. Quando mi imitava mi faceva morire dal ridere".
Non si arrabbia mai?
Eli Benedetti, il suo portavoce, la sua ombra da 12 anni: "Non l' ho mai visto arrabbiarsi. Almeno, in politica".
Tocca di nuovo all' intervistato:
"Mi arrabbio raramente, il mio segno zodiacale è il Toro e quando mi arrabbio lo faccio seriamente. Poi me ne pento subito. Cerco di recuperare, ma non mi piace essere ipocrita. Sono un politico anomalo, non riesco a fingere. I Tori sono come le formichine che lavorano lentamente, riflettono, non fanno mai un passo più lungo. Però un toro è un toro... e quando si arrabbia... Comunque mi arrabbio più in privato che in politica".
Mica vero. Da capogruppo di opposizione durante il governo Prodi, quando tutto si giocava sul filo dei voti, le sue arringhe erano più che appassionate.
"Una volta sì, mi arrabbiai molto. Per far passare un provvedimento stavano violando delle regole fondamentali. Mi sentii addirittura male. Mi venne un angiospasmo. Si preoccuparono tutti. Il presidente Marini mi venne a trovare in infermeria. Marini, un uomo di grande equilibrio, mi ha insegnato tantissimo. Lui e Vannino Chiti, allora ministro per i Rapporti con il Parlamento, riconobbero le mie ragioni e decisero che non sarebbe più successo. Però fu una rabbia etico-istituzionale".
Si è guadagnato la poltrona di presidente del Senato anche grazie alle sue battaglie in aula. Lei e Anna Finocchiaro capogruppo dell' altra fazione, certi scontri. Le è piaciuto averla come avversaria?
"Bella fuori e dentro. Ci siamo confrontati. È una donna di grande cultura, garbo e senso dello Stato. La stimo moltissimo".
L' avrebbe voluta dalla sua parte politica?
"Le scelte di un politico vanno rispettate".
Tutti e due siciliani: la Finocchiaro di Catania, lei di Palermo.
"Sì, è vero, un eterno derby, ma poi prevale la sicilianità. Il rispetto per una terra che ha bisogno di tanto e che non vuole che i siciliani litighino, soprattutto quando sono fuori dalla Sicilia".
In Sicilia però ci si divide tra chi è mafioso e chi non lo è.
"Infatti, la lotta alla mafia non può essere di parte, chi sta con la legalità deve essere unito, dividersi significa fare un favore alla criminalità organizzata. Da capogruppo, nel 2002, sono riuscito a promuovere, con il consenso di tutte le forze politiche, la stabilizzazione del 41 bis. Da presidente del Senato ho assistito con soddisfazione ai voti espressi all' unanimità su leggi come l' inasprimento del carcere duro e su norme più rigorose sui sequestri patrimoniali".
L' odore della mafia si percepisce a Palermo?
"È come la muffa, si insinua, è insidiosa, ultimamente si è molto concentrata sulle estorsioni e sui grandi affari economici. Ma dopo Falcone e Borsellino, qualcosa è cominciato a cambiare. Si è rotto un meccanismo, si è detto basta all' omertà. In Sicilia poi sta nascendo una classe dirigente di nuova generazione. Lo dico da anni che il vento sta cambiando. Molto ha fatto anche l' elezione diretta degli amministratori. Sono costretti al patto con gli elettori, sanno che devono essere trasparenti. Poi certo le eccezioni si trovano ovunque. Al pari di questo, vi è da aggiungere che il grande lavoro delle forze dell' ordine e della magistratura ha portato e continua a portare risultati eccezionali".
Rifarebbe il cosiddetto lodo Schifani?
"In quel momento l' ho votato convinto che fosse opportuno per conciliare la funzione giudiziaria con il diritto di difesa di chi è chiamato a governare il Paese. Non si sarebbe prescritto nessun reato. I processi sarebbero ripresi. Era una norma neutra che si applicava pro tempore e non a Silvio Berlusconi soltanto".
Ci sono molte tensioni politiche, che dice, si andrà a votare?
"Non lo so. Tutto è imprevedibile. Mi auguro di no. La speculazione finanziaria è in agguato, rischiamo danni irreversibili per il Paese".
Le piacerebbe fare il presidente della Repubblica?
"Ritengo di avere raggiunto il massimo. Continuo a pensare che la politica sia un segmento della mia vita. Anche se ormai, dopo 15 anni, è diventata una professione. Poi mi riposerò, penserò ai miei figli, alla mia nipotina".
Chi vedrebbe al suo posto di presidente del Senato? Uno del centrosinistra...
"Nell' opposizione ho grande stima per Anna Finocchiaro e per Vannino Chiti, che nel suo ruolo di vicepresidente è perfetto, moderato, lo stimo tantissimo, è una grande risorsa ".
E nel centrodestra?
"Preferisco non fare nomi, tanti sono all' altezza".
Finora ha parlato solo bene dei suoi avversari politici.
"Perché dovrei parlarne male? So bene qual è lo status di un parlamentare dell' opposizione. Far valere le proprie idee è un diritto. Certo, l' ostruzionismo è un' altra cosa".
Ma c' è qualcuno che non le piace? Di Pietro, per esempio.
"Ci dividono convinzioni diverse ma devo dire che quando era ministro era animato da tanta volontà e subiva spesso un freno in Senato dai Verdi. Un giorno l' ho chiamato e gli ho detto: ministro, so che vorrebbe fare tanto ma ha problemi, sappia che quando vorrà prendere iniziative apprezzabili il mio gruppo guarderà alla sostanza. Ma il governo durò poco. Quella telefonata la rifarei anche oggi".
Certo ora dalla famiglia è ancora più lontano.
"L' unità della famiglia è la mia forza. Abbiamo avuto un momento molto delicato, di grande preoccupazione. Volevo essere sempre lì e non potevo. Ho sofferto in silenzio. È stata un' esperienza che ha ulteriormente fortificato la mia famiglia. Roberto e Andrea sono figli deliziosi, uno avvocato l' altro laureando in giurisprudenza. Ringrazio la provvidenza per avermi donato due ragazzi esemplari. Anche in mia assenza, hanno saputo organizzarsi da soli e questo lo devo molto anche alla madre. Roberto, tra l' altro, ha sposato Antonella, una ragazza che tutti vorrebbero avere come nuora".
Ama le immersioni?
"Sin da piccolo. Poi ho sospeso e grazie ai miei figli ho ritrovato la passione".
Come il presidente della Camera Fini?
"Lui preferisce l' alta profondità, io i fondali. Poi mi diverto a vedere gli squali".
Fini però ha una foto con uno squalo...
"E io con la murena".
E a Palermo che vita fa?
"Molto riservata, non frequento i salotti".
Sempre a casa?
"Esco poco. Da un po' di tempo mi sono trasferito in centro, una casa piena di luce. Mia moglie poi cucina benissimo".
Piatto preferito?
"Le melanzane, come le prepara mia moglie. Melanzane alla griglia, pasta con le melanzane".
Insomma buona forchetta, ma non sovrappeso. Come fa?
"Due anni fa un dietologo mi disse di rinunciare alla pasta a cena. Da allora ho cominciato a dimagrire. Poi, nel mio alloggio a Roma e nella mia casa a Palermo, ho un tapis roulant. Due-tre volte alla settimana, un' ora di camminata veloce e cuffiette con la musica".
Chi ascolta?
"Lucio Battisti, Elton John, mi rilasso. Si recupera anche in serenità. Perché con l' attività fisica si producono endorfine, danno equilibrio. Lo faccio per invecchiare bene, non certo per fare le gare".


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