Senato TV

Mercoledì 11 Giugno 2008 alle ore 17:00

17ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha commemorato, nel ventennale della scomparsa, la figura di Giuseppe Saragat, quinto presidente della Repubblica italiana, già Presidente dell'Assemblea costituente, padre nobile della socialdemocrazia italiana. Il Presidente Schifani ne ha ricordato la straordinaria parabola umana e politica, nell'ambito della quale Saragat ha conosciuto l'espatrio, la Resistenza, la prigionia prima di assumere un ruolo trainante nell'affermazione dei valori fondanti dell'Italia repubblicana e di un'idea di socialismo inteso in chiave umanitaria e riformista. L'importanza e l'influenza del pensiero e dei valori di cui Saragat si è reso portatore è stata testimoniata dai successivi interventi dei sen. D'Alia (UDC-SVP-Autonomie), Lannutti (IdV), Massimo Garavaglia (LNP), Cabras (PD) e Vizzini (PdL), nonché, a nome del Governo, del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanardi.

Nel corso del dibattito, il Presidente Schifani ha informato l'Assemblea di un incidente sul lavoro verificatosi in Provincia di Catania che ha provocato la morte di sei operai, uccisi dalle esalazioni tossiche sprigionatesi da un depuratore. Al riguardo ha altresì segnalato la calendarizzazione per la prossima settimana della proposta di istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno degli infortuni sul lavoro con particolare riguardo alle cosiddette "morti bianche".

Il Senato ha quindi avviato la discussione del ddl n. 692, di conversione del decreto-legge n. 92 del 2008, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica. I relatori Berselli e Vizzini (PdL), rilevata la necessità di intervenire tempestivamente per rispondere alla richiesta di sicurezza avanzata dai cittadini non certo in base a una percezione distorta della realtà bensì in ragione dell'illegalità diffusa dovuta alla presenza della criminalità organizzata e del crescente fenomeno dell'immigrazione clandestina, hanno evidenziato come sui contenuti del decreto maggioranza e opposizione abbiano dimostrato uguale coscienza del problema ma anche mantenuto alcuni punti di divergenza. Il decreto introduce numerose innovazioni alla legislazione vigente, e in particolare l'articolo 1 modifica il codice penale in materia di espulsione dello straniero, inserendo tra l'altro l'aggravante della clandestinità; a sostegno della incostituzionalità di tali previsioni i sen. Zanda (PD) e Li Gotti (IdV) hanno motivato una questione pregiudiziale che l'Assemblea ha respinto. Unanime invece il contributo offerto dalle forze politiche per una redazione condivisa dell'articolo 10 volto a fornire più efficaci strumenti alla magistratura nella lotta contro tutte le mafie.

Nel corso della discussione generale, i sen. Gentile, Poli Bortone, Spadoni Urbani e Benedetti Valentini (PdL) hanno evidenziato come il decreto sia rispondente alle attese dei cittadini, alle esigenze del Paese e agli impegni assunti in campagna elettorale, anche se vanno sanate alcune discrepanze con le direttive comunitarie e va salvaguardato il valore della solidarietà. Piena adesione e soddisfazione, soprattutto per l'accresciuto potere riconosciuto ai sindaci, è stata manifestata dal sen. Vallardi (LNP). I sen. Casson, Livi Bacci, Poretti, Vitali e Magistrelli (PD), che pure hanno sottolineato la sensibiltà del PD al problema, hanno denunciato da una parte il carattere propagandistico e discriminatorio delle disposizioni contenute del decreto, lamentando l'incomprensibile chiusura della maggioranza rispetto agli emendamenti qualificanti dell'opposizione, dall'altra l'inadeguatezza della legge Bossi-Fini che, anziché favorire, come necessario, l'immigrazione regolare, incentiva il fenomeno della clandestinità. Anche dal sen. D'Alia (UDC-SVP-Autonomie) è venuta la disponibilità al dialogo, a patto che vengano offerte garanzie rispetto alla parzialità o all'eccessiva indeterminatezza di alcune misure, come nel caso delle previsioni in tema di poteri ai sindaci.

Fine pagina

Vai a: