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Mercoledì 16 Luglio 2008 alle ore 09:32

39ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha avviato la discussione del ddl n. 866 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 93 del 2008, recante disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie, già approvato dalla Camera dei deputati. Come illustrato dai relatori, sen. Gentile e Pichetto Fratin (PdL), il provvedimento introduce l'esenzione dal pagamento dell'ICI per la prima casa, con esclusione delle abitazioni di lusso, e prevede il rimborso ai Comuni del mancato introito attraverso modalità da definire entro due mesi in sede di Conferenza Stato-Città-Autonomie. Viene inoltre disposto in via transitoria un regime fiscale agevolato relativamente ad alcuni elementi della retribuzione dei lavoratori dipendenti del settore privato e l'assoggettamento a tassazione, in via permanente, di alcune voci della retribuzione finora escluse, in tutto o in parte, dalla determinazione della base imponibile fiscale; in particolare, il beneficio consiste nell'applicazione, con possibilità di optare per il regime ordinario se più favorevole, di un'imposta sostitutiva dell'Irpef e delle relative addizionali fissata al 10 per cento. Infine, si prevede la possibilità di rinegoziare i mutui per la prima casa con la riduzione della rata in misura pari alla media dei tassi applicati nel 2006.

In discussione generale, i sen. Germontani, Spadoni Urbani (PdL) e Mura (LNP) hanno evidenziato l'importanza di un provvedimento che, fornendo una prima concreta risposta alla crisi economica in atto, va incontro in tutte le sue previsioni alle aspettative e alle esigenze di larghe fasce di cittadini, soprattutto degli strati meno abbienti della popolazione. L'esenzione dell'ICI sulla prima casa è da molto tempo attesa e diffusamente considerata come misura di equità sociale; la detassazione degli emolumenti legati al conseguimento di risultati è formula che garantisce sia un sostegno importante ai salari più bassi sia incrementi di produttività per le aziende; la rinegoziazione dei mutui a tasso variabile restituirà serenità e sicurezza a molte famiglie italiane.

Dal versante dell'opposizione, i sen. Morando, Marcucci, Pegorer, Biondelli, Nerozzi, Baio, Vita (PD) e Carlino (IdV), pur condividendo gli obiettivi che il decreto si propone di conseguire, ne hanno anzitutto stigmatizzato alcuni effetti: gli inaccettabili tagli ai settori dell'istruzione, dell'editoria, della cultura e della salute, la riduzione dei margini di flessibilità e autonomia nell'azione degli Enti locali, la disparità di trattamento per tipologia e collocazione geografica dei lavoratori, l'ampliamento dei margini di elusione fiscale. Inoltre il decreto non appare rispondente alle effettive priorità del Paese. Non si può infatti condividere la scelta di destinare tutte le risorse disponibili per il comparto abitativo alla soppressione dell'ICI, così rinunciando al più che necessario obiettivo di una riforma del sistema degli affitti. Analogamente, il sostegno dei salari più bassi avrebbe potuto essere più adeguatamente conseguito attraverso una detassazione generalizzata della quota di salario da contrattazione di secondo livello. E anche sul fronte mutui, andrebbero riviste le norme che oggi consentono sovraprofitti e rendite di posizione, a partire dall'eliminazione della commissione di massimo scoperto.

La discussione generale proseguirà nella seduta pomeridiana.

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