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Martedì 22 Luglio 2008 alle ore 09:33

44ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha terminato l'esame dell'articolo unico del ddl n. 903 recante disposizioni in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato, cioè del Presidente della Repubblica, del Presidente del Senato, del Presidente della Camera dei deputati e del Presidente del Consiglio dei Ministri.

Il Ministro della giustizia Alfano ha sottolineato come il provvedimento tenga conto scrupolosamente delle indicazioni fornite sulla materia dalla Corte costituzionale che per prima, con la sentenza n. 24 del 2004, ha individuato l'interesse a tutelare il sereno svolgimento delle funzioni delle più alte cariche dello Stato, in armonia con gli altri poteri dello Stato e madiante lo strumento della legge ordinaria. Con riferimento alle critiche emerse nel corso della discussione, il Ministro ha evidenziato come il principio di uguaglianza imponga un esercizio differenziato della giurisdizione nei confronti di alte cariche statali, peraltro in linea con quanto previsto dalla generalità degli altri ordinamenti democratici. Il ddl si limita a considerare i reati extrafunzionali giacché gli altri godono già di copertura costituzionale e non interrompe le indagini consentendo anzi l'acquisizione di prove non rinviabili e la sospensione dei termini della prescrizione. Il provvedimento garantisce dunque l'effettività dell'azione penale, assicura tutela al danneggiato grazie al trasferimento del processo in sede civile e impone un termine ineluttabile, cioè la fine della legislatura. Si tratta di un provvedimento importante e giusto, al pari degli altri interventi già realizzati sul fronte della sicurezza, dell'emergenza rifiuti, dell'abolizione dell'ICI o dell'anticipata manovra economica. Il Governo intende varare alla ripresa autunnale la riforma del processo civile e penale, vera linea di confine tra conservatori e riformisti, ed auspica pertanto che almeno parte dell'opposizione voglia condividerla.

La posizione del Ministro e in generale l'impianto complessivo del ddl sono stati contestati dall'opposizione, a partire dalla interpretazione della sentenza della Corte costituzionale che in nessun caso può essere invocata per giustificare il ricorso alla legge ordinaria anziché di rango costituzionale come la materia richiederebbe. Il provvedimento, fondato su evidenti ragioni di interesse personale dell'attuale Capo del Governo, interviene sul fronte delle guarentigie, previste anche da altri ordinamenti e introdotte dai Padri costituenti sotto la ben diversa forma dell'autorizzazione a procedere, che nella fattispecie vengono tramutate in privilegi, come dimostra la rinunciabilità della sospensione prevista nel testo e la sua automaticità che esclude l'assunzione di responsabilità che l'istituto dell'autorizzazione a procedere poneva invece in capo al Parlamento. La norma risulta quindi lontana e avulsa da quanto prevedono altri ordinamenti democratici e produce un rafforzamento della figura del Capo dell'Esecutivo a scapito non solo dell'ordine giudiziario ma anche del potere legislativo.

La maggioranza ha invece sostenuto convintamente il ddl, giudicato un equilibrato bilanciamento tra il principio di ugualglianza davanti alla legge e il principio di sovranità popolare. Il testo fornisce una risposta all'emergenza democratica legata all'interpretazione ideologico-politica della funzione che pervade una parte della magistratura e solo le tentazioni giustizialiste e gli intenti persecutori nei confronti del Presidente del Consiglio, che non trovano riscontro nelle stesse inchieste giudiziarie che lo hanno riguardato e che si sono sempre concluse a suo favore, giustificano la pregiudiziale contrarietà dell'opposizione.

Le dichiarazioni di voto e il voto finale sul provvedimento avranno luogo alle ore 19, con la diretta televisiva; la seduta pomeridiana inizierà alle ore 18 con la comunicazione del nuovo calendario dei lavori.

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