Senato TV

Mercoledì 23 Luglio 2008 alle ore 09:33

46ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con 161 voti favorevoli, 120 contrari e 8 astenuti, il Senato ha definitivamente convertito in legge, con modificazioni, il decreto-legge 23 maggio 2008, n. 92, recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica (ddl 692-B). Le modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, illustrate dai relatori Vizzini e Berselli (PdL), da un lato impongono agli uffici giudiziari, in un'ottica di collaborazione tra i poteri legislativo e giudiziario, la trattazione prioritaria dei processi relativi ad una serie di delitti predeterminata dal legislatore, escludendo dall'ambito di applicazione la fase per le indagini preliminari, dall'altro stabiliscono che i dirigenti degli uffici giudicanti adottano i provvedimenti organizzativi necessari per assicurare la rapida definizione dei processi dichiarati prioritari.

Lo spirito di tali modifiche, come precisato dal sottosegretario di Stato per la giustizia Caliendo, è quello di consentire la celebrazione di tutti i processi, senza ingerenze del Ministro sugli Uffici giudiziari, ferma restando la necessità per il futuro, auspicabilmente con il concorso delle opposizioni, di ulteriori interventi legislativi di depenalizzazione di alcuni reati minori e di individuazione di percorsi per la definizione di priorità stante l'impossibilità, a tutti nota, per gli Uffici giudiziari di fare fronte a tutti i processi. Il Governo ha inoltre accolto alcuni ordini del giorno, impegnandosi a promuovere un riordino normativo di carattere generale in materia di sicurezza pubblica, ad attuare nel corso del 2008 l'immissione di 234 carabinieri vincitori di concorso, a proporre misure per offrire ulteriore tutela alle parti offese nei processi non dichiarati prioritari.

Nel corso della discussione generale e delle dichiarazioni di voto, i sen. Mugnai, Malan, Saltamartini (PdL), Vallardi e Mazzatorta (LNP) hanno sottolineato come il provvedimento, perfettamente in linea con l'azione dei precedenti Governi di centro-destra e soprattutto con il diritto alla sicurezza dei cittadini, faccia parte di un più ampio pacchetto normativo con cui il Governo dà seguito agli impegni assunti in campagna elettorale. Il decreto fornisce una prima significativa risposta privilegiando la celebrazione dei processi più urgenti e per i reati più gravi, nella consapevolezza della necessità di una più organica riforma che risolva i problemi di funzionamento della giustizia, aggravati dall'incremento della criminalità indotta dalla crescita indiscriminata dell'immigrazione clandestina.

I sen. Della Monica, Serra, Casson (PD), Li Gotti e Pardi (IdV) hanno invece contestato l'efficacia delle norme proposte, onerose per le forze dell'ordine proprio mentre vengono diminuite le risorse ad esse destinate, ininfluenti rispetto al numero dei reati commessi come dimostrano i dati relativi al primo periodo di applicazione, foriere di un ulteriore incremento dei processi vanificati trattandosi in realtà di un indulto mascherato, dannose per l'indipendenza e l'autonomia della magistratura. Il decreto-legge e il provvedimento sull'immunità per le più alte cariche dello Stato approvato ieri costituiscono una pagina buia per il Parlamento e dimostrano l'assoluta inaffidabilità delle offerte di collaborazione e dialogo provenienti dal Governo e dalla maggioranza.

Un voto di astensione è stato infine dichiarato dal sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) in considerazione delle modifiche apportate alle norme cosiddette blocca-processi e in virtù di alcune norme condivisibili in tema di aumento dei poteri dei sindaci e di lotta all'immigrazione clandestina.

In apertura di seduta il sen. Zanda (PD) aveva espresso solidarietà al sen. Nicola Rossi e all'on. Fassino chiamati in causa, senza alcun elemento e a dispetto della loro specchiata onestà, nella vicenda dei dossier Telecom Italia. A tali espressioni di solidarietà si sono associati la sen. Bonfrisco (PdL), secondo cui la vicenda conferma la necessità di normalizzare i rapporti tra politica e magistratura, il sen. Bodega, che ha però lamentato la doppiezza dell'atteggiamento dell'opposizione a seconda di chi viene coinvolto da indagini e il sen. Lannutti, che ha comunque rilevato la situazione di grave disagio che vivono i lavoratori dell'azienda sotto continua minaccia di licenziamento.

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