Senato TV

Venerdì 1 Agosto 2008 alle ore 09:01

54ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con 170 voti favorevoli, 129 contrari e 3 astenuti, il Senato ha accordato la fiducia al Governo, con ciò approvando il ddl n. 949 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge n. 112 recante disposizioni urgenti per lo sviluppo economico, la semplificazione, la competitività, la stabilizzazione della finanza pubblica e la perequazione tributaria. Il provvedimento, collegato alla manovra finanziaria, torna così alla Camera dei deputati per la terza lettura.

Dopo gli ultimi interventi in discussione generale dei sen. Morando, Lusi, Giaretta (PD), Thaler Ausserhofer (UDC-SVP-Aut), Mascitelli (IdV), Mazzatorta (LNP) e Bonfrisco (PdL), hanno avuto luogo le dichiarazioni di voto finale.

Il sen. Pistorio (MPA), pur dichiarando voto favorevole su un provvedimento urgente ed indispensabile che dimostra lo sforzo di risanamento del Governo, ha invitato l'Esecutivo a non basare il rapporto con il Parlamento e con la sua maggioranza sul ricorso sistematico alla decretazione d'urgenza e sui voti di fiducia; così come occorre maggiore certezza nelle procedure e nei contenuti dei provvedimenti che concorrono alla manovra economico-finanziaria, che deve comunque restare ancorata agli impegni programmatici, a partire da quelli per lo sviluppo del Mezzogiorno.

Voto contrario è stato invece dichiarato dal sen D'Alia (UDC-SVP-Aut) tanto per motivi di metodo, stante l'inaccettabile ricorso sistematico ai decreti-legge e ai voti di fiducia, quanto nel merito in considerazione della mancanza di misure a favore delle famiglie a basso reddito e di interventi a sostegno della crescita e in grado di contrastare l'inflazione. La manovra è del tutto incoerente con lo stesso programma del Governo: vengono ridotte le spese per investimenti, aumenta il divario tra Nord e Sud, resta invariata la pressione fiscale, si effettuano tagli al comparto della sicurezza. A ciò si aggiunge l'inefficacia di alcune delle misure assunte o che si stanno delineando: la carta sociale oltre che insufficiente appare misura umiliante, la Robin tax scaricherà i maggiori oneri per le imprese sugli utenti, così come accadrà per i debiti dell'Alitalia su cui si abbatterà anche un drastico incremento degli esuberi rispetto a quanto previsto dal piano presentato da Air France.

Anche il sen. Belisario (IdV) ha dichiarato voto contrario ad una manovra definita dirigista e centralista oltre che priva di interventi a sostegno della produttività o per il miglioramento dei servizi. Trascurata l'evasione fiscale, torna a salire la pressione fiscale e vengono inferti tagli indiscriminati a molti comparti strategici senza porsi l'obiettivo di combattere sprechi ed inefficienze. In particolare continua ad essere colpito il Mezzogiorno, già depredato delle risorse destinate alla realizzazione di infrastrutture per finanziare l'abolizione totale dell'ICI sulla prima casa. Desta peraltro preoccupazione lo stato dei rapporti tra Esecutivo e Legislativo, tanto che il Paese appare ormai avviato verso un presidenzialismo strisciante.

Il sen. Massimo Garavaglia (LNP) ha invece manifestato il convinto voto favorevole del suo Gruppo ad un provvedimento che va interpretato alla luce dei già varati pacchetti di norme in materia fiscale e di sicurezza. Finalmente vengono prese misure concrete contro l'Italia delle rendite di posizione, dei furbi e dell'illegalità diffusa, come dimostrano la Robin tax, la soppressione delle pensioni sociali agli extracomunitari ricongiunti come meno di dieci anni di residenza, la stretta normativa contro i falsi invalidi e le esenzioni fiscali ingiustificate, la lotta all'assenteismo. In tal modo ci si è potuti concentrare nella definizione di misure a sostegno dell'Italia che lavora e che produce, diffusa su tutto il territorio nazionale e che oggi può contare su nuovi interventi per la realizzazione delle indispensabili infrastrutture, la detassazione degli straordinari, misure contro la burocrazia e per la delegificazione, il tutto in vista della riforma federalista, unica vera garanzia per lo sviluppo del Paese.

La sen. Finocchiaro (PD) ha anzitutto stigmatizzato l'assenza dal dibattito del Ministro Tremonti che avrebbe dovuto assumersi personalmente la responsabilità di fronte al Paese di una cura drastica, inutile e, per molti settori, dannosa come dimostra la compatta mobilitazione sindacale in atto. Una manovra che colpirà in particolare i pensionati e le fasce di lavoratori a reddito più basso, deprimerà i consumi e soprattutto, con i tagli alla scuola e all'università e le norme antiprecari, brucerà un'intera generazione di giovani italiani. Si assiste ad una vera e propria amputazione della spesa pubblica cui non corrisponde alcun progetto di sviluppo e di crescita dell'economia e con il totale misconoscimento delle esigenze del Mezzogiorno ormai privato anche della speranza del futuro.

Il sen. Gasparri (PdL) ha invece orgogliosamente rivendicato i numerosi interventi e provvedimenti assunti dal Governo e sostenuti dalla maggioranza nel primo scorcio della legislatura, a dimostrazione di una nuova cultura di governo fondata su efficienza, decisionismo e chiarezza. Lungo è l'elenco dei successi già conseguiti e degli impegni rispettati: la soluzione dell'emergenza rifiuti in Campania, la cancellazione dell'ICI sulla prima casa, la detassazione degli straordinari, il piano casa, la carta sociale, l'accordo con le banche per la convertibilità dei mutui, il taglio di apparati burocratici parassitari, la Robin tax, la creazione della Banca per il Mezzogiorno, lo sblocco dei cantieri per la TAV, il rilancio della politica energetica fondata sul nucleare, l'incremento della spesa sociale. Tutto ciò con straordinaria compatezza parlamentare, anche grazie al contributo del Guppo PdL che non mancherà di far sentire il proprio sostegno rispetto alle aspettative delle Forze dell'ordine e delle Forze armate.

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