Senato TV

Venerdì 1 Agosto 2008 alle ore 15:05

55ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con il voto della maggioranza e dell'UDC, il Senato ha approvato la relazione della 1a Commissione dando così mandato alla Presidenza del Senato di promuovere conflitto di attribuzione tra i poteri dello Stato innanzi alla Corte costituzionale con riguardo alla sentenza della Corte di cassazione del 16 ottobre 2007 e alle decisioni successive di altri organi di giurisdizione sull'autorizzazione all'interruzione dei trattamenti che tengono in vita Eluana Englaro, che da oltre 15 anni è in stato vegetativo permanente. Ritenendo che il conflitto di attribuzione non sia legittimamente sollevabile nel caso di specie, il PD non ha partecipato al voto. L'Italia dei Valori ha votato contro, così come, in dissenso dai rispettivi Gruppi e con motivazioni diverse, i senatori Saro e Paravia (PdL) e i senatori della componente radicale del PD Perduca e Poretti (a nome anche della senatrice Bonino, assente per una indisposizione fisica).

Nella coda della discussione, iniziata il 29 luglio scorso, e nelle dichiarazioni di voto tutti gli intervenuti hanno espresso solidarietà e grande partecipazione per il dramma della famiglia Englaro. Il senatore Cossiga e, per la maggioranza, i senatori De Lillo, Amato, Saccomanno, Compagna, Malan, Pastore, Calabrò e Quagliariello (PdL), Pistorio (MPA), Mazzatorta (Lega) ed il relatore Vizzini (PdL) hanno sostenuto la necessità che la libera interpretazione della legge da parte del giudice non si trasformi in una sostanziale funzione legislativa. Questa considerazione, che da sola giustifica il conflitto di attribuzione, appare ai senatori intervenuti tanto più valida laddove la decisione giurisprudenziale abbia per oggetto temi delicatissimi, quali la tutela della vita, a prescindere dallo stato di coscienza della persona, e, dal lato opposto, il cosiddetto diritto alla morte. Il caso di Eluana Englaro, peraltro, proprio per l'assenza di una specifica regolamentazione normativa, si presta ad interpretazioni completamente difformi da quelle adottate dalla Cassazione.

Di opinione contraria i sen. Ignazio Marino, Poretti, Procacci, Villari, Della Monica (PD) e Li Gotti (IdV) e i relatori di minoranza Ceccanti (PD) e Pardi (IdV) per i quali il legislatore ha scelto di non discutere i disegni di legge che nelle ultime tre legislature hanno tentato di affrontare la materia: non si può quindi accusare di invasione delle competenze del Parlamento il giudice che, non potendo sottrarsi al dovere di esercitare la giurisdizione, in assenza di una normativa specifica ha deciso ispirandosi ai principi generali costituzionali e ordinari. Il Parlamento ha dunque l'obbligo politico e morale di regolare con chiarezza la materia, a difesa dei diritti individuali e proprio per non demandare a terzi decisioni definitive e fondamentali per la persona, discutendo al più presto il disegno di legge sul testamento biologico, le cure palliative e il trattamento del dolore, sul quale peraltro si è andato formando un larghissimo consenso.

E' stato approvato un ordine del giorno illustrato dal sen. Zanda (PD) che impegna il Parlamento ad esaminare ed approvare entro il 2008 una legge sul consenso informato e le dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari. L'ordine del giorno è stato approvato grazie alla non partecipazione al voto del PdL e della Lega, concordi sulla necessità politica di provvedere al più presto all'approvazione di una legge, ma in disaccordo sulla formulazione dell'ordine del giorno. L'UDC si è astenuta.

Infine sono stati approvati all'unanimità i pareri della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari favorevoli alla costituzione in giudizio del Senato per resistere in due conflitti di attribuzione sollevati dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma e dalla procura della Repubblica di Roma in relazione alla deliberazione con la quale l'Assemblea, nella seduta del 21 dicembre 2007, ha negato l'autorizzazione all'utilizzo e all'acquisizione di tabulati telefonici nell'ambito di un procedimento penale nei confronti del senatore Giuseppe Valentino.

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