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Martedì 7 Ottobre 2008 alle ore 16:33

67ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

In apertura di seduta, dopo alcune comunicazioni sulle conseguenze dell'incendio sviluppatosi ieri in alcuni locali di Palazzo Carpegna che provocheranno disagi nell'immediato futuro senza però interrompere il normale svolgimento dei lavori delle Commissioni parlamentari coinvolte, il Presidente Schifani ha commemorato Leopoldo Elia, recentemente scomparso. Dagli interventi del Presidente e dei sen. Marini (PD), D'Alia (UDC-SVP-Aut), Pardi (IdV), Mazzatorta (LNP), Quagliariello e Baldassari (PdL) è emersa anzitutto la figura di insigne studioso e docente universitario, capace di fornire un fondamentale contributo scientifico, a partire dalla mirabile voce dell'Enciclopedia del diritto dedicata alle forme di Governo. Come giudice e poi Presidente della Corte costituzionale ha dimostrato come fosse possibile difendere e nel contempo modernizzare la Carta fondamentale, rispettando sempre la centralità del principio di uguaglianza e l'equilibrio tra i poteri dello Stato. La passione politica, energica e coerente, lo ha visto protagonista come parlamentare e come Ministro, con quella particolare mitezza che, oltre che stile personale, diventava pratica politica, peraltro a volte criticata per la mancata considerazione del passaggio dalla democrazia dei partiti a quella degli elettori.

In risposta alla sollecitazione del sen. Sanna (PD) affinché il Presidente del Consiglio riferisca al Senato circa alcune sue recenti affermazioni denigratorie dell'attività parlamentare e dopo gli interventi dei sen. Quagliariello (PdL), D'Alia (UDC-SVP-Aut) e Pardi (IdV) incentrati, con diverse motivazioni e opposte valutazioni, sulla necessità di procedere ad un chiarimento nel rapporto tra Esecutivo e Parlamento, il Presidente Schifani ha sottolineato come l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza manifestatosi nelle ultime legislature a causa delle lungaggini delle procedure parlamentari sia da ascrivere all'inadeguatezza di alcune norme regolamentari e non certo alla responsabilità dei parlamentari. Proprio al fine di rispondere alla domanda di semplificazione della politica e soprattutto per riconsegnare al Parlamento il ruolo centrale che gli compete, è stata già convocata la Giunta per il Regolamento affinché possa essere avviato un processo condiviso di modifica delle norme regolamentari in modo da garantire il diritto del Governo ad attuare il suo programma e quello dell'opposizione a svolgere la propria funzione con tempi e procedure adeguati.

Il Senato ha quindi approvato la mozione n. 25, sottoscritta da tutti i Gruppi parlamentari, per l'istituzione di una Commissione straordinaria per la verifica dell'andamento generale dei prezzi al consumo e per il controllo della trasparenza dei mercati. A favore della proposta si sono dichiarati i sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut), Paolo Franco (LNP) e Sangalli (PD).

L'Assemblea ha quindi proceduto alla votazione delle mozioni nn. 24, dei senatori Finocchiaro (PD) ed altri, in materia di occupazione, e 26, dei senatori Mauro (LNP) ed altri, in materia di costo della vita e retribuzioni. Respinta la mozione n. 24, sostenuta in dichiarazione di voto dai sen. Bugnano (IdV) e Treu (PD), che intendeva impegnare il Governo ad adottare misure volte a contrastare la grave crisi occupazionale, combattendo la precarietà del lavoro con particolare riguardo alle donne, agli ultracinquantenni e ai giovani, potenziando il sistema degli ammortizzatori sociali e promuovendo gli investimenti stranieri.

Approvata invece la mozione n. 26, a favore della quale hanno dichiarato il voto dei rispettivi Gruppi i sen. Mauro (LNP) e Castro (PdL), che impegna il Governo ad attivare le procedure necessarie alla riforma del sistema di contrattazione nazionale del pubblico impiego e ad introdurre strumenti che consentano autonomia ai diversi livelli territoriali di governo nella gestione della contrattazione collettiva.

Con la relazione del Presidente della Commissione bilancio Azzollini (PdL), l'Assemblea ha quindi avviato l'esame della Nota di aggiornamento al DPEF relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2009-2013. Il relatore ha fornito dettagliata descrizione delle variazioni rispetto alle precedenti stime, a partire dalle previsioni al ribasso della crescita dell'economia, cui conseguono correzioni relative al valore dell'indebitamento netto (confermato per il 2008 ma in peggioramento nel periodo successivo), al debito delle Amministrazioni pubbliche (che è previsto scendere progressivamente dal 104 per cento del PIL nel 2007 al 91,9 per cento del 2013), al rapporto debito/PIL, al profilo delle misure una tantum, alla correzione del saldo di bilancio, alla spesa per interessi (di cui si appalesa un incremento nell'immediato e una contrazione nel periodo 2009-2013), al saldo primario, al livello del saldo netto da finanziare.

Il relatore di minoranza Morando (PD) ha rivolto un pressante invito al Governo affinché ritiri o almeno integri la Nota in modo da chiarire al Paese come intende intervenire per limitare gli effetti della crisi finanziaria in atto sull'economia reale, posto che le pur apprezzabili posizioni annunciate dal Presidente del Consiglio a favore di un'iniziativa comune europea e in difesa dei depositi bancari dei cittadini non sono adeguate a fronteggiare una situazione che scivola verso una tragedia incombente, per scongiurare la quale il PD è pronto a confrontarsi per concordare un chiaro atto di indirizzo parlamentare. Nel merito, la relazione di minoranza indica tre misure immediate: la restituzione del fiscal drag ai lavoratori dipendenti, la riduzione del prelievo fiscale sulla quota dei salari conseguente a contrattazione di secondo livello, una detrazione fiscale a favore delle mamme lavoratrici.

In discussione generale sono intervenuti i sen. Nicola Rossi, Mariapia Garavaglia (PD), Fleres (PdL) e Lannutti (IdV). Il seguito della discussione è stato rinviato alla seduta antimeridiana di domani.

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