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Giovedì 27 Novembre 2008 alle ore 11:01

103ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

In apertura di seduta, l'Assemblea del Senato ha osservato un minuto di silenzio in onore delle vittime dei gravissimi attentati avvenuti a Mumbai nella giornata di ieri.

Il Senato ha quindi affrontato la discussione generale sul disegno di legge n. 1197 di conversione in legge del decreto-legge n. 180 recante disposizioni urgenti per il diritto allo studio, la valorizzazione del merito e la qualità del sistema universitario e della ricerca. Il provvedimento introduce meccanismi di selezione dei finanziamenti destinati ai concorsi, che saranno banditi ed espletati secondo nuovi criteri che affidano anche al sorteggio l'individuazione dei componenti delle commissioni. Il provvedimento reca inoltre norme volte a sostenere l'incremento qualitativo delle attività delle università statali, privilegiando nelle assegnazioni delle risorse i risultati dei processi formativi e della ricerca scientifica, la razionalizzazione dei corsi, delle strutture e delle sedi didattiche. Ulteriori disposizioni riguardano gli studenti capaci e meritevoli, a favore dei quali si incrementano le risorse per la concessione di borse di studio e la realizzazione di alloggi universitari, mentre altre norme sono volte a limitare gli effetti di riduzione delle dotazioni organiche degli enti di ricerca.

Il relatore, sen. Valditara (PdL), nel rimarcare il grande valore dell'Università italiana, riconosciuto dalla comunità accademica internazionale, ne ha rilevato le innegabili criticità: una cattiva gestione delle già modeste risorse, poca trasparenza e scarsa competizione, la cosiddetta piramide rovesciata (40.000 professori a fronte di 20.000 ricercatori), un'ingessatura burocratica opprimente, la tendenza a trasformare le università italiane in superlicei a danno della ricerca, un numero sempre crescente di personale a fronte di una spesa del tutto inadeguata per le infrastrutture della ricerca, l'incapacità di trasferire tecnologia alle imprese e di coniugare il principio dell'autonomia con quello della responsabilità, la moltiplicazione irrazionale dei corsi di laurea, la proliferazione delle sedi universitarie, l'assenza di una grande visione culturale. In tale contesto, il decreto aumenta le risorse destinate all'università, introduce principi di responsabilità, di trasparenza e di merito, favorisce la promozione sociale degli studenti con misure a sostegno di borse di studio e residenze universitarie, introduce l'anagrafe delle pubblicazioni scientifiche, prevede meccanismi di verifica dell'uso delle risorse e dei risultati dell'attività di ricerca, di formazione, di trasferimento tecnologico, reca misure per il rientro dei cervelli e introduce il meccanismo del sorteggio nei concorsi.

Il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca Gelmini ha sottilineato la valenza riformatrice del decreto-legge, che costituisce solo il primo passo di un percorso reso tortuoso da resistenze corporative che il Parlamento può superare con il contributo anche delle opposizioni. Il sistema universitario italiano è bloccato anche a causa di fenomeni di malcostume che pure hanno dimensione circoscritta ed ha bisogno di un confronto ampio che il Dicastero intende avviare con tutte le parti interessate. L'università italiana, cui con il decreto viene assegnato il maggiore incremento di risorse degli ultimi decenni, ha bisogno di essere curata per tornare ad essere una delle sedi privilegiate del sapere mondiale, aperta soprattutto ai giovani talenti.

In discussione generale sono intervenuti i sen. Giambrone (IdV), Rusconi, Livi Bacci, Vittoria Franco, Perduca, Poretti, Vita, Mariapia Garavaglia (PD), Compagna, Musso, Baldassarri, Asciutti (PdL) e Aderenti (LNP).

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