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Martedì 20 Gennaio 2009 alle ore 11:10

126ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha avviato l'esame del ddl n. 1117, collegato alla manovra finanziaria, di delega al Governo in materia di federalismo fiscale, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, esaminato congiuntamente al ddl n. 316, d'iniziativa del Consiglio regionale della Lombardia, recante nuove norme per l'attuazione dell'articolo 119 della Costituzione, e al ddl n. 1253, d'iniziativa dei sen. Finocchiaro (PD) ed altri, recante delega al Governo in materia di federalismo fiscale.

Il relatore, sen. Azzollini (PdL), ha illustrato il testo licenziato dalle Commissioni 1a, 5a e 6a riunite, profondamente modificato rispetto al disegno di legge originale anche in virtù dell'accoglimento di numerose modifiche proposte dall'opposizione. Il relatore ha sottolineato come l'introduzione del federalismo fiscale costituisca una tappa fondamentale verso la valorizzazione e la responsabilizzazione delle autonomie territoriali, una riforma indispensabile per combattere l'inefficienza delle pubbliche amministrazioni e ricostruire il patto fiscale tra cittadini e istituzioni. In tal senso si segnala soprattutto il passaggio dal criterio della spesa storica a quello dei costi standard nella valutazione dei bilanci delle amministrazioni, secondo un principio di certezza delle risorse e di stabilità del quadro di finanziamento garantito attraverso l'introduzione del patto di convergenza. Nel complesso l'intera architettura della delega risulta conforme al modello costituzionale vigente malgrado l'introduzione di principi fortemente innovativi volti alla semplificazione del sistema tributario, alla riduzione degli adempimenti, alla trasparenza del prelievo, al coinvolgimento dei livelli istituzionali locali nella lotta all'evasione fiscale.

Il sen. Vitali (PD), relatore di minoranza, pur sottolineando il contributo fondamentale offerto dall'opposizione alla definizione di una buona legge sul federalismo fiscale di cui il Paese ha bisogno, ha rilevato la sussitenza di alcune questioni non risolte, a partire dalla necessità di un intervento chiarificatore del Governo sul tema dell'impatto della riforma sull'attuale drammatica situazione economica. Occorre inoltre modificare profondamente l'organizzazione dei poteri pubblici, accompagnando al federalismo fiscale la Carta delle autonomie locali. Inoltre si avverte la mancanza clamorosa di coerenza tra la discussione sul federalismo, volta a valorizzare le autonomie locali e territoriali, e lo strangolamento finanziario cui i Comuni sono sottoposti a seguito dell'abolizione dell'ICI sull'abitazione principale. Infine, ad ulteriore difesa del carattere non discriminatorio da assicurare al modello federalista, occorre definire lo strumento del patto di convergenza in modo da non partire dalla fotografia della situazione attuale gravata da forti disparità territoriali.

Dopo che la pregiudiziale di costituzionalità avanzata dal sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) - su cui hanno espresso opposti giudizi i sen. Pastore (PdL) e Belisario (IdV) - è risultata respinta, si è aperta la discussione generale, cui hanno contribuito i sen. Incostante, Mercatali, Adamo (PD), Spadoni Urbani (PdL) e Paolo Franco (LNP).

Il seguito della discussione generale è stato rinviato al pomeriggio. Il Ministro per la semplificazione normativa Calderoli ha annunciato, rispondendo alle sollecitazioni avanzate dall'opposizione, che il Ministro dell'economia e delle finanze Tremonti, oggi impegnato a Bruxelles, interverrà in sede di replica al termine della discussione generale.

In chiusura di seduta, il sen. Perduca (PD) ha richiamato le iniziative non violente in corso da parte di esponenti del Partito radicale per sollecitare il pieno rispetto della Costituzione in ordine alle vicende relative alla Commissione di vigilanza sul servizio radiotelevisivo pubblico. Il sen. Pedica (IdV) è invece intervenuto per stigmatizzare ulteriormente la decisione delle autorità brasiliane di non procedere all'estradizione di Cesare Battisti. Infine, il sen. Gramazio (PdL) ha chiesto che il Governo intervenga per escludere ogni ipotesi di riconoscimento di trattamenti pensionistici in favore di ex terroristi.

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