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Martedì 27 Gennaio 2009 alle ore 18:03

134ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con 158 voti favorevoli, 126 contrari e 2 astenuti il Senato ha accordato la fiducia al Governo approvando il ddl n. 1315 e dunque convertendo definitivamente in legge, con modificazioni, il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, recante misure urgenti per il sostegno a famiglie, lavoro, occupazione e impresa e per ridisegnare in funzione anticrisi il quadro strategico nazionale.

In sede di dichiarazioni di voto finali, il sen. Pistorio (MPA) ha espresso un voto favorevole pur contestando nel merito il decreto e rimproverando a Governo e maggioranza di avere perso un'ulteriore occasione per dimostrare attenzione nei confronti del Sud, che invece continua ad essere il grande assente in tutti i provvedimenti finora elaborati dal Governo a dispetto del grande contributo offerto per l'affermazione elettorale dell'attuale maggioranza.

Netto invece il voto contrario annunciato dal sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut), anzitutto per ragioni di metodo, alla luce della sostanziale espropriazione delle prerogative del Parlamento a causa del sistematico ricorso a decretazione d'urgenza e delegata, nell'occasione con l'aggravante del voto di fiducia che ha ulteriormente strozzato un dibattito già minato dalle controversie interne alla maggioranza che aveva reso il decreto ostaggio nell'altro ramo del Parlamento in attesa di risolvere le questioni relative a Malpensa e a Roma capitale. Nel merito, il decreto-legge risulta chiaramente insufficiente, al pari delle altre iniziative del Governo, a fronte della drammatica situazione economico-sociale del Paese.

Il sen. Mascitelli (IdV) ha dichiarato la contrarietà del suo Gruppo ad un Governo dichiaratamente debole a causa delle lacerazioni interne alla maggioranza, ad esempio sulle politiche per il Mezzogiorno, su Malpensa e sugli interventi in tema di immigrazione. La mancata consapevolezza da parte del Governo della gravità della crisi economica è dimostrata dall'assenza nel decreto-legge di interventi mirati e di politiche coordinate per fronteggiare una recessione che si annuncia pesantissima nel 2009. Mancano infatti risorse adeguate, così come è assente un disegno strategico sul fronte della fiscalità.

Il sen. Massimo Garavaglia (LNP) ha invece dichiarato il voto favorevole del Gruppo ad un Governo cui va riconosciuto il merito di avere anticipato misure che hanno permesso all'Italia di resistere meglio di altri Paesi all'urto della crisi economico-finanziaria. Il decreto-legge reca numerose importanti misure per le famiglie e per le imprese, in linea con le caratteristiche della struttura economico-sociale del Paese basata sulla massiccia presenza di piccole e medie imprese e su un'alta propensione al risparmio che trova esaltazione nel reticolo di banche popolari e cooperative cui in futuro andrà garantita maggiore liquidità. Occerrerà altresì rivedere più profondamente gli studi di settore, modificare il patto di stabilità interno in favore dei Comuni virtuosi, prevedere tagli mirati e non più lineari alla spesa pubblica e soprattutto accelerare il federalismo fiscale.

Il deciso voto contrario del suo Gruppo è stato dichiarato dal sen. Legnini (PD) che ha anzitutto lamentato il massiccio ricorso al voto di fiducia da parte del Governo Berlusconi, malgrado la forza della maggioranza e l'assenza di ostruzionismo da parte dell'opposizione, a testimonianza di un disegno volto alla prevaricazione della dialettica democratica attraverso lo svuotamento delle prerogative parlamentari. Il decreto-legge dimostra l'inadeguatezza del Governo che, a fronte di interventi quantitativamente senza precedenti da parte dei principali Paesi del mondo, interviene con una manovra che avrà un impatto sul PIL di un decimo di punto. Nulla si prevede sui fronti dell'ambiente, delle energie alternative, del welfare, delle infrastrutture, settori per i quali nel resto del mondo si varano ambiziosi progetti. Per garantire più giustizia sociale, più consumi e più investimenti occorerebbero misure ben più incisive, come la revisione del patto di stabilità interna, la mobilitazione di un punto di PIL e interventi selettivi sulla composizione della spesa pubblica.

Infine, il sen. Azzollini (PdL) ha espresso il convinto voto del suo Gruppo a sostegno del Governo, la cui lungimiranza e il cui equilibrio nell'affrontare la gravissima crisi economico-finanziaria è dimostrata sia dall'anticipo della manovra varata a luglio, sia dall'intervento a sostegno delle banche che ha rappresentato una diga rispetto ad una loro possibile crisi di liquidità, sia infine dal decreto-legge in esame che garantisce aiuti ai redditi più bassi, incentiva i consumi, mira a ridurre il costo del lavoro e assicura sollievo economico ma anche finanziario alle imprese. Si tratta di un insieme coordinato di misure cui il Governo intende dare ulteriore seguito e che consentirà di intervenire efficacemente contro i rischi connessi alla crisi economica mantenendo nel contempo le necessarie difese per una finanza pubblica gravata da un debito enormemente superiore rispetto a quello di altri Paesi.

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