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Martedì 3 Febbraio 2009 alle ore 16:35

140ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha definitivamente approvato il ddl n. 1333 di ratifica ed esecuzione del Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la Repubblica italiana e la Grande Giamahiria araba libica popolare socialista, fatto a Bengasi il 30 agosto 2008, già approvato dalla Camera dei deputati. Il Trattato, volto al rafforzamento della pace, della sicurezza e della stabilità nell'area del Mediterraneo, impegna le parti a non ricorrere alla minaccia o all'impiego della forza, a non ingerire negli affari interni, a ricercare soluzioni pacifiche delle controversie e a rispettare i diritti umani e le libertà fondamentali. L'Italia contribuirà alla realizzazione di progetti infrastrutturali, i cittadini italiani espulsi in passato potranno ottenere visti di ingresso in Libia senza limitazioni e sarà cercata una soluzione per i crediti vantati dalle aziende italiane. Il partenariato bilaterale darà impulso alle relazioni politiche, alla cooperazione scientifica, culturale, economico-industriale ed energetica e alla collaborazione nella lotta al terrorismo, alla criminalità organizzata, al traffico di stupefacenti, all'immigrazione clandestina, nonché nei settori della difesa e nei rapporti parlamentari e tra enti locali. Il ddl di ratifica reca misure per l'istituzione di un'addizionale IRES a carico di determinate società e il riconoscimento di un ulteriore indennizzo ai titolari di beni, diritti e interessi sottoposti in Libia a misure limitative.

Replicando agli interventi in discussione generale, il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri Mantica ha sottolineato che l'accordo chiude quasi cento anni di storia conflittuale dei rapporti italo-libici e, al di là degli aspetti anche emozionalmente rilevanti che restano parzialmente aperti, costituisce un atto di grande realismo politico, come attesta l'assenza di critiche sostanziali alla ratifica. Il Trattato pone le basi per la soluzione degli annosi problemi relativi ai visti per gli italiani nati in Libia, ai crediti vantati dalle imprese e, attaverso uno specifico articolo inserito nel ddl di ratifica, anche il problema degli indennizzi agli esuli italiani. Il Governo, infine, garantisce che non vi è contraddizione tra le previsioni del Trattato e gli impegni discendenti dall'Alleanza atlantica e considera la parte del Trattato riferita alla cooperazione per il contrasto all'immigrazione clandestina preliminare rispetto ad ulteriori accordi futuri, non potendosi immaginare che la ratifica comporti un effetto immediato ed automatico di blocco del fenomeno migratorio.

A favore della ratifica si sono espressi il sen. Pistorio (MPA) che ha auspicato che il Trattato contribuisca a fare del Mediterraneo il centro nevralgico dell'interesse nazionale e che ha sollecitato interventi immediati per coniugare il principio di accoglienza umanitaria con la salvaguardia dei diritti e degli interessi dei cittadini di Lampedusa; il sen. Divina (LNP) che ha sottolineato gli effetti strategici del Trattato ai fini di una efficace politica di contrasto all'immigrazione clandestina e di controllo dei flussi migratori nel Mediterraneo, precisando che i notevoli costi dell'accordo, peraltro coperti senza oneri per i contribuenti, troveranno compensazione nelle forti prospettive di investimento e di acquisizione di commesse per le imprese italiane; il sen. Latorre (PD) che, pur perplesso sulla quantificazione finanziaria e sulla pretesa di assegnare al Trattato la finalità di contenere i flussi migratori, ha richiamato l'importanza storica di un atto di responsabilità che chiude onorevolmente una pagina ingloriosa dell'esperienza coloniale italiana e che consolida un partenariato economico fondamentale per l'Italia; infine, il sen. Bettamio (PdL) che ha evidenziato l'interesse politico-strategico che l'Italia annette al Trattato, punto d'arrivo di negoziati non a caso condotti con continuità da più Governi italiani anche di opposto colore politico.

Voto contrario alla ratifica è stato invece dichiarato dal sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) che ha criticato in particolare gli accordi in tema di pattugliamento delle frontiere libiche che impegneranno l'Italia in uno sforzo vetennale enorme sotto i profili sia finanziario che organizzativo; dal sen. Pedica (IdV) che ha contestato non l'opportunità di sottoscrivere accordi bilaterali con la Libia, ma il contenuto del Trattato palesemente sbilanciato a favore degli interessi libici senza che vi siano state altrettante concessioni all'Italia e soprattutto sufficienti garanzie per il rispetto dei diritti umani; dai sen. Perduca e Poretti (PD) che, in dissenso dal Gruppo, hanno lamentato come il Trattato si concluda con un Paese che non rispetta i diritti umani e con un leader che non ha mai dato seguito agli impegni internazionali assunti.

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