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Martedì 10 Febbraio 2009 alle ore 09:45

146ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha approvato la mozione presentata dai Gruppi di maggioranza in materia di trattamenti di alimentazione ed idratazione ed ha invece respinto quelle presentate dai Gruppi PD e IdV. L'impegno assunto da tutti i Gruppi parlamentari al termine della seduta di ieri di concludere entro due settimane l'iter legislativo di una completa e organica disciplina in materia di fine vita è all'origine delle mozioni volte ad esprimere un chiaro indirizzo cui vincolare il Governo e di fatto la stessa futura legislazione. La mozione della maggioranza, nel premettere l'urgenza dell'intervento legislativo e la convinzione che in Italia nessuno debba più morire di fame e di sete, impegna il Governo a garantire che l'alimentazione e l'idratazione, in quanto forme di sostegno vitale e fisiologicamente finalizzate ad alleviare le sofferenze, non possono in alcun caso essere negate da chi assiste soggetti non in grado di provvedere a se stessi.

La mozione del Gruppo PD elenca i punti qualificanti che dovrebbero caratterizzare la futura legislazione sul fine vita e chiede al Governo di impegnarsi ad una rapida approvazione del disegno di legge sulla materia, mentre la mozione del Gruppo IdV chiede al Governo di impegnarsi alla redazione di un testo normativo che raccolga le diverse sensibilità politiche già emerse nel corso dei precedenti lavori parlamentari e che sia rispettosa dello spirito e della lettera dell'articolo 32 della Costituzione, il cui secondo comma stabilisce che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge e che la legge non può in nessuno caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Nell'accogliere la mozione a prima firma del sen. Gasparri e nell'esprimere parere contrario sulle altre mozioni, il Ministro del lavoro, della salute e delle politiche sociali Sacconi ha manifestato il rammarico dovuto alla constatazione che, se fosse stata già in vigore una legislazione fondata sui principi indicati negli strumenti di indirizzo presentati dalla maggioranza e dal principale partito di opposizione, la tragica fine di Eluana Englaro sarebbe stata evitata.

Nel corso della discussione e delle dichiarazioni di voto i sen. Saccomanno, Tofani, Valditara, Benedetti Valentini, Pera (PdL), Leoni, Bodega, Bricolo, Massimo Garavaglia, Rizzi (LNP), Fosson (UDC-SVP-Aut) e Pistorio (MPA) hanno ribadito l'intangibilità e l'indisponibilità della vita umana e dei diritti inalienabili che, in quanto attinenti alla dignità dell'uomo, la Costituzione impone alla Repubblica di riconoscere e garantire, senza alcuna possibilità di modificarli, interpretarli o correggerli. L'indirizzo fornito al legislatore intende fissare un limite invalicabile, anche per scongiurare rischi di derive che possono spingersi fino alla legittimazione dell'eutanasia e del libero aborto. Non sono peraltro mancati richiami ad evitare opposti eccessi in direzione di uno Stato etico invasivo di sentimenti privati, così come è stata sottolineata la necessità di opporsi ad una onnipotenza tecnologica che pone l'accanimento terapeutico sullo stesso piano dell'eutanasia. A favore della mozione della maggioranza si sono espressi, in dissenso dal Gruppo di appartenenza, i sen. Gustavino, D'Ubaldo e Baio (PD).

I sen. Bosone, Ichino, Soliani (PD), Mascitelli e Astore (IdV) hanno sottolineato come la vita umana non possa essere piegata a strumentalizzazioni ideologiche, dovendo piuttosto il Parlamento concorrere a far emergere valori condivisi da proporre ad una società confusa su temi così delicati. Le mozioni dell'opposizione cercano di tenere insieme due grandi culture e due grandi tradizioni, quella cattolica e quella liberale, in una sintesi culturale necessaria che faccia salvo il principio fondamentale della dignità della vita, che va tutelata fino alla fine, ma rispettando anche il principio di autodeterminazione; in tal senso le mozioni si ispirano a princìpi contrari a qualunque forma di eutanasia, all'accanimento terapeutico e all'abbandono terapeutico e sono invece favorevoli all'alleanza terapeutica medico-paziente. Una diversa posizione, ispirata al rispetto letterale dell'articolo 32 della Costituzione e al dovere dello Stato di legiferare per disciplinare fenomeni che comunque si manifestano nella società civile, compresa l'eutanasia, è stata illustrata dai sen. Poretti e Perduca senatori radicali facenti parte del Gruppo PD. Anche il sen. Li Gotti (IdV) ha espresso una posizione di dissenso rispetto al Gruppo.

L'Assemblea ha quindi avviato la discussione del ddl n. 1305 di conversione in legge del decreto-legge n. 207 recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative e disposizioni finanziarie urgenti. Il relatore, sen. Malan (PdL), ha dato sinteticamente conto di un provvedimento, cosiddetto milleproroghe, ormai divenuto tanto rituale quanto necessario per evitare le conseguenze negative che deriverebbero dalla mancata proproga di termini che coinvolgono i più disparati settori, questioni e materie. In discussione generale sono intervenuti i sen. Vaccari, Rizzi (LNP), Ceccanti (PD). Il seguito della discussione è stata rinviata al pomeriggio.

Nel corso della seduta, un intervento del Capogruppo della Lega Nord Bricolo di protesta rispetto ad un recente articolo apparso sul periodico Famiglia cristiana in cui vengono lanciate accuse di razzismo con riferimento alle norme sull'immigrazione contenute nel ddl in materia di sicurezza approvato in prima lettura dal Senato ha dato luogo ad un dibattito cui hanno partecipato il sen. Gasparri (PdL), che ha auspicato un intervento della Presidenza nei confronti di asserzioni offensive della dignità del Senato, e i sen. Di Giovan Paolo, D'Ubaldo (PD), D'Alia (UDC-SVP-Aut), Pistorio (MPA) e Lannutti (IdV) che, seppure con diverse opinioni nel merito dei contenuti dell'articolo, hanno però difeso la libertà di critica che va riconosciuta in particolare alla stampa.

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