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Giovedì 5 Marzo 2009 alle ore 09:32

166ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con 140 voti favorevoli e 104 contrari, il Senato ha approvato in prima lettura il ddl n. 1367 di conversione in legge del decreto-legge n. 4 del 2009, recante misure urgenti in materia di produzione lattiera e rateizzazione del debito nel settore lattiero-caseario. Il decreto è stato ampiamente modificato in virtù dell'approvazione di numerosi emendamenti, molti dei quali proposti dalla Commissione di merito e dal Governo.

Il sen. Pinzger (UDC-SVP-Aut) ha dichiarato il voto contrario del Gruppo ad un provvedimento importante e migliorato dal Parlamento, ma anche fortemente insufficiente a risolvere i gravi problemi che attanagliano il settore zootecnico. Il decreto risulta discriminatorio nei confronti della maggioranza dei produttori che hanno operato nella legalità e assegna le quote latte aggiuntive in quantità preponderante proprio ai maggiori splafonatori.

Voto contrario è stato invece dichiarato dal sen. Di Nardo (IdV), giacché il provvedimento non fornisce garanzie dal punto di vista della regolarizzazione della produzione agli operatori onesti, i quali peraltro vengono penalizzati anche sul fronte dei criteri di attribuzione delle nuove quote. Il Governo ha rifiutato proposte utili e giuste come la rinucia ai contenziosi giudiziari da parte dei beneficiari delle rateizzazioni o l'abrogazione della franchigia sulle quantità splafonate, ha cancellato la concertazione ignorando le Regioni e ha offerto un trattamento di favore agli irriducibili che hanno operato nell'illegalità.

Il convinto voto favorevole del Gruppo è stato dichiarato dal sen. Vallardi (LNP), posto che il decreto-legge reca un intervento chiarificatore che la zootecnia italiana attendeva da 25 anni, quando in sede di introduzione del regime delle quote latte l'Italia accettò un limite alla produzione pari solo alla metà del latte consumato. Grazie al brillante risultato ottenuto a novembre in Europa dal Ministro Zaia, oggi è possibile assegnare nuove quote latte attraverso il meccanismo della rateizzazione, ben diverso dal condono previdenziale sui contributi Scau voluto dal Governo Prodi. Occorre però ancora affrontare il problema del prezzo troppo basso del latte, così come va creato un nuovo patto tra produttori e consumatori valorizzando qualità e territorialità dei prodotti nella logica federalista, l'unica che può consentire lo sviluppo dell'intero Paese.

La sen. Pignadoli (PD) ha dichiarato il voto contrario del Gruppo ad un provvedimento che non è riuscito a voltare realmente pagina su una vicenda che va comunque chiusa per ragioni di rapporto con l'Europa, di bilancio e di equità. Il decreto, privilegiando i grandi splafonatori, ha provocato una protesta popolare che non è altro che una richiesta di giustizia e di trasparenza. Senza ovviamente voler far chiudere nessuna azienda, l'assegnazione delle quote avrebbe però dovuto avvantaggiare anzitutto i produttori onesti, a garanzia dei quali si sarebbe dovuto istituire un fondo adeguato, mentre la dotazione prevista appare chiaramente insufficiente. Sorprende inoltre che alcune componenti della maggioranza, che da sempre propugnano federalismo e legalità, accettino un decreto che priva le Regioni di competenze e rinuncia in partenza a combattere l'illegalità.

Convintamente a favore del decreto si è invece schierato il sen. Sanciu (PdL), tenuto conto che esso pone fine ad una triste vicenda che si trascina da 25, quando a Bruxelles si decise di svendere l'agricoltura italiana, una vicenda che ha prodotto una lunga ed onoerosissima serie di multe ai danni prima delle casse dello Stato e poi dei produttori e che ha reso l'Italia importatrice di latte, per di più lasciando spazio ad un mercato parallelo e fuori dalle regole. Il provvedimento appare equilibrato, al servizio esclusivo dell'agricoltura italiana e rappresenta un indubbio successo economico e d'immagine del Governo Berlusconi e del Ministro Zaia. In dissenso dal Gruppo, la sen. Poli Bortone (PdL) ha dichiarato voto contrario ad un un testo che avrebbe dovuto essere preceduto da un'opera di pulizia rispetto alle cosiddette quote di carta detenute da cooperative inesistenti e che comunque presenta natura assistenziale e clientelare.

In chiusura di seduta, il Presidente Schifani ha inteso esprimere, alla vigilia della ricorrenza della Festa della donna, il sentimento di vicinanza del Senato a tutte le donne, parte essenziale della società contemporanea, sottolineando come la ricorrenza costituisca momento di riflessione e di verifica su quanto ancora occorre fare per garantire uguaglianza concreta ed effettiva alle donne e per arginare il fenomeno della violenza ai loro danni.

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