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Mercoledì 11 Marzo 2009 alle ore 09:32

169ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha avviato l'esame congiunto del disegno di legge n. 1078 recante disposizioni per l'adempimento di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia alle Comunità europee - Legge comunitaria 2008 e della relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007 (doc. LXXXVII, n. 1).

La relatrice sul ddl, sen. Boldi (LNP), ha dato conto anzitutto del lavoro svolto in Commissione nel corso di ben cinque mesi di esame, durante i quali il testo è cresciuto, in virtù di numerosissimi emendamenti molti dei quali d'iniziativa governativa, dai 26 articoli iniziali agli attuali 49. Il provvedimento presenta un consistente numero di deleghe al Governo su diverse materie e propone il recepimento di direttive, regolamenti e decisioni quadro, nonché molte norme necessarie a dare esecuzione a sentenze della Corte di giustizia o a risolvere procedure di infrazione. L'Italia infatti continua a figurare tra i Paesi con il maggior numero di procedure di infrazione a suo carico, anche se la tendenza di questo ultimo periodo è sicuramente positiva. L'esame della legge comunitaria offre inoltre sempre lo spunto per riflettere sui suoi contenuti tipici e sull'iter di approvazione; in particolare si rende opportuno svincolare l'esame della relazione annuale, più di carattere politico-programmatico e attinente alla fase ascendente, da quello della legge comunitaria relativa esclusivamente alla fase discendente.

La sen. Licastro Scardino (PdL), relatrice sul Documento recante la relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea per l'anno 2007, ha anzitutto osservato che il provvedimento, a causa anche della fine anticipata della scorsa legislatura, giunge all'esame dell'Assemblea solo nel 2009, ampiamente dopo la fine dell'anno a cui è riferita la sua parte programmatica, vanificando così ogni sua utilità come strumento di controllo e indirizzo; su questo tema, la 14a Commissione ha presentato una proposta di modifica alla Giunta per il Regolamento. La relazione è suddivisa in sei parti riferite a diversi argomenti: il processo d'integrazione e di allargamento; le prospettive economiche e le misure adottate dal Governo nell'ambito della strategia di Lisbona; le attività di Governo connesse alle fasi ascendenti e discendenti della normativa comunitaria; il mercato interno e la concorrenza, con particolare riferimento alle quattro libertà di circolazione (dei beni, dei servizi, dei lavoratori e dei capitali), alle liberalizzazioni, agli aiuti di Stato, alla tutela della proprietà intellettuale e alla protezione dei consumatori; le Politiche comuni in tema di agricoltura, trasporti, telecomunicazioni, energia, ambiente, fiscalità, coesione, fondi strutturali e lotta contro la frode; infine, le politiche sociali.

Nel corso della discussione generale congiunta sono intervenuti i sen. Bianconi, Bonfrisco, Spadoni Urbani, Germontani, Malan, Possa (PdL), Granaiola, Bonino, Di Giovan Paolo, Blazina, Marinaro (PD) e Pedica (IdV). L'esame dell'articolato è stato rinviato al pomeriggio.

In apertura di seduta, la sen. Finocchiaro (PD) aveva stigmatizzato le considerazioni svolte ieri dal Presidente del Consiglio a supporto di nuove regole per il funzionamento delle Camere che, lungi dal fondarsi su valutazioni di carattere regolamentare volte a una vera razionalizzazione dei lavori parlamentari, dimostrano ancora una volta l'assenza di cultura istituzionale del Capo del Governo e il disprezzo nei confronti del Parlamento. E' lo stesso Parlamento che deve farsi carico dell'esigenza di corrispondere alle istanze di snellimento che salgono dalla società, ed occasioni da cogliere in tal senso saranno sia la discussione già in calendario sull'eccesso di decretazione d'urgenza sia il disegno di legge sulla riduzione del numero dei parlamentari, entrambe iniziative promosse dal Gruppo PD. D'accordo con tali valutazioni si sono espressi i sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) e Belisario (IdV), che hanno denunciato la visione plebiscitaria della democrazia alla base delle dichiarazioni del Presidente del Consiglio, probabilmente finalizzate a sviare l'attenzione sui gravi problemi economici e di sicurezza che assillano il Paese, mentre i sen. Bricolo (LNP) e Gasparri (PdL), pur valutando impraticabile la proposta di limitare il voto ai soli Capigruppo, hanno sottolineato la necessità per il Governo di riuscire ad intervenire nell'attività legislativa del Parlamento con tempi certi ed hanno rilevato l'incongruenza tra i toni utilizzati oggi dall'opposizione e il suo atteggiamento di rifiuto della riforma costituzionale varata dal centrodestra due legislature fa che prevedeva la diminuzione del numero dei parlamentari.

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