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Martedì 24 Marzo 2009 alle ore 11:05

178ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Prosegue in Senato la discussione del ddl n. 10 recante disposizioni in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari al fine di evitare l'accanimento terapeutico, nonché in materia di cure palliative e di terapia del dolore (ddl nn. 10, 51, 136, 281, 285, 483, 800, 972, 994, 1095, 1188, 1323, 1363 e 1368). Dopo le repliche del relatore e del rappresentante del Governo e la reiezione di una proposta di non passare all'esame degli articoli, l'Assemblea ha avviato l'esame dei numerosi emendamenti presentati al testo proposto dalla Commissione di merito.

Nel ripercorrere il dibattito che in Commissione e in Assemblea ha diviso gli animi, acceso le coscienze ma anche consentito una profonda riflessione su temi eticamente sensibili, il relatore, sen. Calabrò (PdL), ha ribadito che il testo della Commissione ha come presupposto irrinunciabile la ferma contrarietà al suicidio assistito, all'accanimento terapeutico e alla non vincolatività delle dichiarazioni anticipate di trattamento. Il provvedimento ha l'ambizione di rappresentare il massimo equilibrio possibile rispetto al significato del concetto di libertà, ai suoi limiti e al rapporto tra libertà e diritti, ferma restando l'assoluta necessità di procedere in parallelo al varo del provvedimento, attualmente all'esame della Camera dei deputati, in tema di cure palliative e di terapia del dolore, materie che le forze politiche hanno unanimemente ritenuto di mantenere divise dal tema del fine vita.

Il Sottosegretario di Stato per il lavoro, la salute e le politiche sociali Roccella ha espresso soddisfazione per la profondità con cui il Parlamento ha sviscerato in tutte le possibili implicazioni il tema del fine vita, in linea con la richiesta di legiferare venuta dalle massime autorità dello Stato e con il livello di maturazione che la problematica ha assunto nella società civile. Il provvedimento presenta alcuni punti fondanti ed irrinunciabili: la necessità del consenso informato rilasciato per iscritto e firmato, il giusto margine di autonoma valutazione del medico, il principio secondo cui idratazione e alimentazione artificiale costituiscono sostegno vitale e non terapia. La radicalizzazione dello scontro politico intorno a quest'ultimo principio lascia intravvedere il rischio di collegare il diritto all'autodeterminazione con il concetto di qualità della vita che, da espressione di giudizio soggettivo, potrebbe facilmente scivolare verso l'individuazione di presunti e pericolosi parametri oggettivi. Il ddl intende dare piena attuazione all'articolo 32 della Costituzione, precisando che le pratiche di accudimento nei confronti di persone non autosufficienti, compresi i pazienti in stato vegetativo, non costituiscono terapie ma forme di assistenza a persone in condizioni di disabilità estrema e nulla hanno a che fare con l'accanimento terapeutico e con il giusto rifiuto di terapie sproporzionate nei confronti di chi si avvicina alla fine naturale della vita.

Prima di procedere all'esame dell'articolato, l'Assemblea ha respinto la proposta di non passare all'esame degli articoli, avanzata dalla sen. Bonino della componente radicale del Gruppo PD, che ha chiesto una pausa di riflessione al fine di evitare l'approvazione di una legge contraddittoria, anticostituzionale e soprattutto suscettibile di modificare nella sostanza il rapporto tra il cittadino e lo Stato, tramutando il diritto alla vita in un obbligo a vivere. Contro tale proposta è intervenuto il sen. Saccomanno (PdL).

Dopo l'accoglimento da parte del Governo degli ordini del giorno G100, G101 (testo 2) e G102, l'Assemblea ha respinto i numerosissimi emendamenti tendenti ad inserire articoli prima dell'articolo 1 ed è quindi passata ad esaminare gli emendamenti presentati all'articolo 1 recante i principi cardine del provvedimento in tema di tutela della vita e della salute. Le votazioni di tali emendamenti sono state rinviate alla seduta pomeridiana.

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