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Giovedì 26 Marzo 2009 alle ore 17:06

183ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con 150 voti favorevoli, 123 contrari e 3 astenuti, il Senato ha approvato in prima lettura il ddl sul testamento biologico, nel testo proposto dalla Commissione di merito, il cosiddetto testo Calabrò dal titolo "Disposizioni in materia di alleanza terapeutica, di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate di trattamento", sottoposto all'Assemblea dalla Commissione all'esito dell'esame dei ddl nn. 10, 51, 136, 281, 285, 483, 800, 972, 994, 1095, 1188, 1323, 1363 e 1368.

Le dichiarazioni di voto finali hanno condensato il lungo e a tratti vivace confronto parlamentare protrattosi per ben nove sedute dell'Assemblea, nel corso delle quali lo scontro politico si è incentrato soprattutto da una parte sulla esclusione dalle dichiarazioni delle pratiche di alimentazione e idratazione, definite sostegno vitale anziché trattamento sanitario come richiesto dall'opposizione, dall'altra sulla facoltà del medico di non tenere conto delle dichiarazioni se orientate a cagionare la morte del paziente o comunque in contrasto con le norme giuridiche o la deontologia medica o ancora non più corrispondenti agli sviluppi delle conoscenze tecnico-scientifiche e terapeutiche.

Il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) ha dichiarato, anche a nome del Presidente emerito Cossiga impossibilitato a partecipare alla seduta, il voto favorevole del Gruppo, orgogliosamente a favore del diritto alla vita, della medicina palliativa, della necessità di sostenere molto più di quanto non si faccia oggi chi accudisce malati terminali e rari ed invece contrario all'eutanasia e alla cultura della morte che si fa impropriamente scudo di un malinteso concetto di libertà. Il Parlamento può finalmente colmare il vuoto legislativo che ha permesso il drammatico epilogo della vicenda di Eluana Englaro e l'improprio intervento di alcune sentenze.

La posizione totalmente contraria del Gruppo è stata invece illustrata dal sen. Astore (IdV), che ha espresso il rammarico per una legge che tradisce completamente il lavoro profondo e volenteroso condotto a lungo in Commissione, lavoro che aveva condotto ad un punto di sintesi e di mediazione, rispetto al quale il Governo avrebbe dovuto tenere una posizione di terzietà, in considerazione della delicatezza del tema trattato e della strumentalità della presunta divisione rispetto a valori, davvero comuni, come la difesa della vita e la dignità della persona. Il Paese non tollererà una legge inapplicabile voluta solo per interessi legati ai prossimi appuntamenti politici che attendono il centrodestra.

Il sen. Rizzi (LNP), nel dichiarare il voto favorevole del Gruppo, ha manifestato apprezzamento per l'andamento dei lavori parlamentari sul tema del testamento biologico grazie ai quali il Parlamento vara il migliore testo possibile, a salvaguardia della vita e del diritto alla salute e alle cure, coerentemente escludendo ogni forma di eutanasia, esaltando l'opera del medico anche dal punto di vista della corretta informazione e tenendo nella giusta considerazione le volontà dei cittadini. Coniugando il diritto all'autodeterminazione del paziente con quello del medico ad operare secondo scienza e coscienza, la legge fornisce una risposta corretta a situazioni come quella di Eluana Englaro, sacrificata sull'altare di un principio che non è né etico né scientifico ma esclusivamente politico.

Il voto contrario del PD è stato dichiarato dalla sen. Finocchiaro che ha stigmatizzato il tradimento perpetrato ai danni della Costituzione e soprattutto dei cittadini che, a dispetto delle attese, non vedranno rispettate le loro volontà. Il Gruppo PD ha conosciuto al proprio interno un confronto duro, difficile e ricco, che ha regalato il privilegio di dubitare di certezze e di pretese di razionalità, ed ha dimostrato la forza di giungere ad una sintesi per rappresentare solo il diritto a scegliere tra una vita artificiale e una morte naturale. La maggioranza ha invece assunto una posizione di chiusura, figlia della paura, della sordità, dell'incapacità di misurarsi con la modernità rispetto al difficile rapporto tra la dignità dell'uomo e il rischio di una prepotenza della scienza, e si è fatta portatrice di una visione dello Stato che nega il diritto all'inviolabilità della persona.

Il sen. Quagliariello (PdL) ha infine dichiarato il voto favorevole del Gruppo su una materia su cui sarebbe stato più opportuno non legiferare, affidandosi all'empiria, alla civiltà e alla deontologia medica, ma che è stato necessario varare a causa della sfida lanciata da alcuni magistrati intervenuti al di fuori dell'ordinamento e da lobbies protese a spostare il confine in direzione dell'introduzione dell'eutanasia. Il Parlamento e la politica non hanno abdicato ed hanno fissato alcuni principi fondamentali: si impedisce la ricostruzione ex post della volontà del paziente, si consente al cittadino di modificare in qualunque momento le sue dichiarazioni anticipate e infine si afferma, in particolare con riferimento alla definizione di alimentazione e idratazione, il senso assoluto del diritto alla vita facendo prevalere, di fronte all'incertezza, un giusto principio di precauzione.

A testimonianza del carattere trasversale della materia, si sono quindi succeduti alcuni interventi in dissenso dal Gruppo di appartenenza. I sen. Paravia e Saro (PdL) hanno dichiarato il loro voto contrario ad una legge che introduce un testamento biologico che non rispetta le volontà di chi lo redige. La sen. Baio (PD) ha dichiarato voto favorevole a un testo che afferma il valore principe della difesa della vita. La sen. Bianconi (PdL) non ha partecipato al voto ritenendo sbagliato introdurre il testamento biologico nell'ordinamento. Il sen. Gustavino (PD) ha dichiarato voto favorevole perché la legge introduce un limite rispetto ad un pericoloso indugio eutanasico. Il sen. Malan (PdL) non ha partecipato al voto ritenendo che lo Stato non debba avere un peso così forte a scapito della libertà individuale. Infine, il sen. Pera (PdL) ha annunciato voto contrario non ritenendo che la chiara indicazione della Costituzione contro l'eutanasia e l'accanimento terapeutico consenta di trovare spazio per le dichiarazioni anticipate di trattamento.

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