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Venerdì 31 Luglio 2009 alle ore 09:08

249ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Ministro per i rapporti con il Parlamento Vito ha posto, a nome del Governo, la questione di fiducia sul ddl n. 1724 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78, recante provvedimenti anticrisi, nonché proroga di termini e della partecipazione italiana a missioni internazionali. La fiducia è stata posta sull'identico testo licenziato dalla Camera dei deputati cui non sono state proposte modifiche da parte delle Commissioni 5a e 6a riunite.

Come rilevato dai relatori di maggioranza, sen. Bonfrisco e Gentile (PdL), e di minoranza Leddi (PD), il complesso provvedimento reca misure di diverso tenore, accomunate dall'intento di affrontare e quindi uscire dalla crisi economica in atto: dagli interventi anticrisi a quelli antievasione e antielusione internazionale e nazionale, alle norme attinenti il bilancio pubblico. Tra le misure più rilevanti, quelle in materia previdenziale che stabiliscono l'aggancio dal 2015 dell'età pensionabile alle aspettative di vita e l'aumento dell'età pensionabile delle donne fino alla parificazione con gli uomini nel 2018; le norme che accelerano l'effettività della valuta di bonifici e assegni circolari; la detassazione degli utili reinvestiti in nuovi macchinari e apparecchiature industriali; lo sconto fiscale alle piccole e medie imprese per investimenti operati fino a 500.000 euro; una tassa del 6 per cento sulle riserve auree bancarie; la regolarizzazione di colf e badanti, italiani e stranieri, attualmente in nero; la possibilità di evitare il pagamento senza gli interessi delle multe contestate entro il 31 dicembre 2004; il premio di occupazione per le imprese che non licenziano. Il provvedimento contiene altresì norme sulla Corte dei conti, sui poteri del Ministero dell'ambiente e sullo scudo fiscale che il Governo si appresta a modificare con un ulteriore decreto correttivo.

L'Assemblea ha poi respinto le questioni pregiudiziali sollevate dai sen. Casson, Livi Bacci (PD), Li Gotti (IdV) e D'Alia (UDC-SVP-Aut), denunciando in particolare, oltre che il singolare atteggiamento del Governo che pone la fiducia su un testo che esso stesso si appresta a sfiduciare in alcuni suoi rilevanti passaggi, l'incostituzionalità delle norme sulla Corte dei conti e sulla regolarizzazione delle badanti. A favore delle questioni pregiudiziali è intervenuta la sen. Bonino (PD), contro i sen. Mazzatorta (LNP) e Ferrara (PdL).

La discussione sulla questione di fiducia avrà inizio nell'odierna seduta pomeridiana, mentre le dichiarazioni di voto finali sono previste per domattina.

In precedenza il Senato aveva approvato le mozioni presentate sul Fondo unico per lo spettacolo, mozioni accolte dal Governo, con alcune modifiche proposte dal Ministro per i beni e le attività culturali Bondi. Il Ministro ha annunciato che nel corso dell'odierna riunione del Consiglio dei ministri sarà deliberato un parziale reintegro dei fondi del FUS, sufficiente a far fronte alle necessità dell'anno in corso, ma ha anche sottolineato la contemporanea assoluta necessità di procedere a riforme profonde del settore e dei suoi meccanismi di spesa, a partire da quelle già all'esame del Parlamento e da quella delle Fondazioni lirico-sinfoniche che sarà presentata al prossimo Consiglio dei ministri di settembre. Il Ministro ha preso atto della condivisione tra le forze politiche di maggioranza e di opposizione del fatto che la cultura, soprattutto in un Paese come l'Italia, non è una spesa ma un investimento per il suo progresso economico, sociale, civile e democratico, ma ha anche riconosciuto che la cultura ha sofferto di una colpevole sottovalutazione da parte delle classi dirigenti, politiche ed imprenditoriali, del Paese. Occorre trovare un equilibrio tra gli interventi dello Stato e la necessaria apertura ai privati.

In sede di dichiarazioni di voto, i sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut), Giambrone (IdV), Aderenti (LNP), Vita (PD) e Aciutti (PdL) hanno sottolineato la gravità della crisi di un settore di vitale importanza per la vita democratica e culturale del Paese, rilevando le pesanti conseguenze sui lavoratori del comparto, cui certo non giova il clima di costante incertezza che caratterizza anche gli annunci del Governo sul FUS del tutto reticenti sull'entità delle cifre. Da quest'ultimo punto di vista si è invece registrata la soddisfazione dei senatori di maggioranza.

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