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Mercoledì 25 Novembre 2009 alle ore 16:35

290ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha discusso e respinto le mozioni nn. 43, primo firmatario il sen. Zanda (PD), e 44, dei sen. Belisario ed altri (IdV), concernenti il Sottosegretario Nicola Cosentino.

I sen. Carofiglio (PD) e Li Gotti (IdV) hanno illustrato le due mozioni che, con accenti diversi, pongono il tema dell'opportunità delle dimissioni del Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Cosentino in relazione al suo coinvolgimento, nella qualità di indagato per reati gravi, in un'indagine della procura della Repubblica e della DIA di Napoli, con riferimento ad un territorio, come il Casertano, dove già è estremamente labile il confine tra legalità e malaffare.

Il Sottosegretario di Stato per la giustizia Caliendo ha espresso, oltre che la personale convinzione della non configurabilità del reato di concorso esterno ad associazione mafiosa o camorristica, il parere contrario del Governo alle mozioni sia nel rispetto del principio della presunzione di non colpevolezza sia per doveroso rispetto delle pronunce che al riguardo spettano alla Camera dei deputati. Nel frattempo l'Esecutivo proseguirà la sua lotta al crimine organizzato nel Casertano dove già sono stati conseguiti importanti risultati.

In sede di discussione generale e di dichiarazioni di voto, i sen. Armato e Zanda (PD), rilevata la contraddizione tra l'impegno del Governo nella lotta alle cosche camorristiche e la sua contrarietà a valutare profili di opportunità politica che militano a sostegno dell'ipotesi di dimissioni del sottosegretario Cosentino, hanno chiesto al Senato una presa di coscienza dei limiti che politica e Parlamento non devono valicare se vogliono arrestare la marea montante dell'antipolitica ed hanno invitato la maggioranza al rispetto, pur con le condivisibili obiezioni su alcuni aspetti del fenomeno del pentitismo, del lavoro dei magistrati. Alla luce del mutato contesto rispetto al momento della presentazione, i sen. Perduca e Marcenaro (PD) hanno annunciato di non voler partecipare alla votazione della mozione Zanda.

Il sen. Belisario (IdV) ha sottolineato che la mozione a sua firma chiede un intervento a salvaguardia del corretto rapporto tra istituzioni e cittadini, un atto in controtendenza rispetto ad una lunga serie di iniziative governative che hanno finora prodotto ferite al sistema giustizia e al principio di legalità.

Il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) ha richiamato le ragioni di opportunità politica che sostengono la mozione Zanda presentata oltre un anno fa e, pur nel rispetto delle determinazioni che la Camera dei deputati assumerà nei confronti dell'onorevole Cosentino, ha sollecitato la definizione di poche ma condivise regole che disciplinino, al riparo dalle contingenze politiche, il rapporto tra persone e istituzioni.

Ad avviso del sen. Pistorio (MPA-AS), anche in considerazione di alcune anomalie sulla tempistica della vicenda giudiziaria in questione, le esigenze di garanzia devono prevalere su quelle di opportunità politica, mentre sarebbe un errore non considerare l'incompatibilità tra la condizione di indagato di così gravi reati e l'assunzione di nuove e future responsabilità di governo regionale.

Il sen. Mazzatorta (LNP) ha invece evidenziato il carattere irrituale di atti che si configurano come mozioni di sfiducia individuale rivolte però ad un Sottosegretario che, in quanto tale, non ha alcun rapporto fiduciario con il Parlamento.

I sen. Compagna, Longo, Quagliariello e Gasparri (PdL) hanno sollevato anzitutto il profilo delle garanzie e dei valori costituzionali posti a difesa della persona che, in quanto irrinunciabili, prevalgono su altri principi costituzionali, come quello dell'obbligatorietà dell'azione penale. A ciò si aggiunge un giudizio fortemente negativo rispetto al fenomeno del pentitismo, specialmente se le affermazioni dei pentiti vengono utilizzate con superficialità, senza i dovuti riscontri e senza il rigore e la cautela di cui seppero dare prova magistrati come Falcone e Borsellino. Oltre che una ferita al primato della politica, cedere al ricatto dei pentiti sarebbe un grave precedente, soprattutto alla luce del sospetto che la vicenda Cosentino sia solo la prova generale per utilizzare il reato di concorso esterno in associazione mafiosa, che andrebbe soppresso perché inconciliabile con una visione liberale e democratica della giustizia, contro obiettivi politici ancora più elevati. Il sen. Pera (PdL) ha peraltro ravvisato profili di incoerenza logica nella mozione Zanda.

L'Assemblea ha quindi ripreso la discussione del ddl n. 1167 recante delega al Governo in materia di lavori usuranti, di riorganizzazione di enti, di congedi, aspettative e permessi, nonché misure contro il lavoro sommerso e norme in tema di lavoro pubblico, di controversie di lavoro e di ammortizzatori sociali. Il provvedimento, collegato alla manovra finanziaria e già approvato dalla Camera dei deputati, risulta dallo stralcio, deliberato il 5 agosto 2008, di una serie di articoli del disegno di legge d'iniziativa governativa n. 1441 in tema di sviluppo economico ed è esaminato dall'Assemblea nel testo proposto dalle Commissioni riunite 1a e 11a.

L'esame dell'articolato riprenderà domani a partire dalle votazioni degli emendamenti riferiti all'articolo 25.

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