Senato TV

Giovedì 1 Marzo 2012 alle ore 09:39

684ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con 237 voti favorevoli, 33 contrari e 2 astenuti, il Senato ha accordato le fiducia al Governo Monti posta sull'approvazione di un emendamento governativo interamente sostitutivo del testo del ddl n. 3110 di conversione in legge del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, recante disposizioni urgenti per la concorrenza, lo sviluppo delle infrastrutture e la competitività. Approvato dunque in prima lettura, con modificazioni, il ddl passa ora all'esame della Camera dei deputati.

Prima che il Ministro per i rapporti con il Parlamento Giarda ponesse la fiducia sull'emendamento, il Governo aveva replicato alla discussione svoltasi nella giornata di ieri. Il Sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico De Vincenti e il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri Malaschini hanno anzitutto salutato con grande favore il clima di proficua collaborazione instauratosi con il Senato, e in particolare con la 10a Commissione, per la messa a punto di una materia fondamentale per favorire la concorrenza, migliorare la produttività delle imprese, eliminare le barriere di accesso al mercato e rilanciare la competitività del sistema industriale. Rilevanti anche le misure volte a separare la rete gas tra SNAM e ENI e a contenere le tariffe di elettricità e gas, misure che consentiranno anche di proiettare la SNAM verso una dimensione internazionale. Altri interventi degni di nota sono l'istituzione dell'Autorità indipendente per i trasporti, l'individuazione di strumenti per favorire gli investimenti per le infrastrutture, l'equilibrata soluzione stabilita per il rilascio delle licenze dei taxi. Il Governo assicura infine il rispetto delle garanzie amministrative attribuite alle minoranze linguistiche e la correttezza delle procedure di delegificazione.

Nel corso della discussione sulla fiducia sono intervenuti i sen. Baio, Bruno, Strano, Valditara (Terzo Polo:API-FLI), Firrarello, Bonfrisco, Battaglia, Sangalli, Ghigo (PdL), Del Pennino (Misto-PRI), Tomaselli, Marco Filippi, Della Monica (PD), Valli, Aderenti, Vaccari (LNP), Lannutti, Li Gotti (IdV), Poretti (Radicali nel PD), Ferrara (CN:GS-SI-PID-IB-FI) e Musso (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI).

In sede di dichiarazioni di voto finali, a favore della fiducia si è espresso per primo il sen. Pistorio (MPA-AS) secondo il quale il decreto, pur non esente da limiti e contraddizioni, crea la base per interventi successivi volti ad una vera crescita, da accompagnare con un coraggioso provvedimento per la semplificazione, con un'equa ed equilibrata riforma del mercato del lavoro e soprattutto con misure di fiscalità differenziata per lo sviluppo del Mezzogiorno. Favorevole anche il voto dichiarato dal sen. Menardi (CN:GS-SI-PID-IB-FI) che, pur considerando il decreto un grande passo in avanti nella ridefinizione del rapporto tra Stato e cittadini, ha evidenziato come siano state disattese alcune aspettative per il comparto dei trasporti e dei porti, per una più celere separazione delle reti tra SNAM ed ENI e per un'adeguata risposta alla crisi di liquidità di Regioni ed enti locali. Un sostegno al Governo meno convinto del solito è stato dichiarato dal sen. Rutelli (Terzo Polo:API-FLI) secondo cui il decreto, pur migliorato dal passaggio parlamentare, non dà alle liberalizzazioni un impulso sufficiente, pur dovendosi riconoscere al Governo Monti il merito di avere imposto un tema di importanza vitale per il Paese. Occorre in particolare che la separazione ENI-SNAM diventi operativa entro al fine della legislatura, così come si dovrà tornare su temi come la regolamentazione dei bilanci dei partiti politici e delle attività dei gruppi di interesse. Anche per il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) il Governo Monti, a cui va senz'altro confermata la fiducia, avrebbe dovuto fare di più posto che sul fronte delle liberalizzazioni e della riforma del mercato del lavoro si gioca il futuro dell'Italia. Si sarebbero dovuti evitare cedimenti ad interessi corporativi, che invece in alcune occasioni hanno prevalso per responsabilità dei maggiori partiti di maggioranza. Se maggiori sacrifici sono stati imposti alla Chiesa e al mondo del volontariato, a maggior ragione occorre procedere a più incisive liberalizzazioni nei settori delle banche e delle professioni a tutela dell'intesse comune e dei cittadini consumatori. Ad avviso della sen. Finocchiaro (PD), il decreto, significativamente migliorato anche grazie al contributo del Gruppo PD, è una importante tappa verso un'Italia più forte, efficiente, moderna, trasparente ed equa. Il provvedimento va inteso come un punto di partenza che funga da stimolo per procedere in futuro ad ulteriori interventi, anche grazie alla prova di piena ortodossia costituzionale nel rapporto tra Governo e Parlamento registratosi sul decreto in esame che segna una netta discontinuità con il Governo precedente. Favorevole infine anche il voto espresso dal sen. Gasparri (PdL) che ha rivendicato al suo Gruppo il merito di aver condotto un confronto trasparente e leale con molte categorie, in particolare con il mondo delle professioni di cui occorre rispettare le competenze. Se la reazione negativa delle banche, che peraltro usufruiscono di forti prestiti dalla BCE ad un tasso che esse dovrebbero poi garantire anche a famiglie ed imprese, segnala come il Parlamento abbia saputo resistere a pressioni di parte, la vera liberalizzazione si potrà avere con la riforma del mercato del lavoro.

Voto contrario è stato dichiarato dalla sen. Bugnano (IdV) che ha stigmatizzato l'eccessivo ricorso allo strumento della fiducia da parte dell'attuale Esecutivo e che ha rilevato come l'iter parlamentare del decreto abbia mostrato una maggioranza lacerata ed un Governo vittima delle sue contraddizioni. Il decreto non introduce elementi di reale liberalizzazione, anzi rimanda di ben 18 mesi l'annunciata separazione tra SNAM ed ENI, non interviene sui servizi postali e sulla vendita delle frequenze televisive, si limita a sfiorare il sistema bancario e, con l'introduzione della Tesoreria unica, colpisce duramente Regioni ed enti locali. Anche per il sen. Massimo Garavaglia (LNP), che ha dichiarato il voto contrario del Gruppo, le norme sulla Tesoreria unica costituiscono un grave attentato agli enti locali e all'economia di interi territori. Pur presentando alcune positive innovazioni, il decreto produrrà un aumento della spesa pubblica e delle tasse, quando invece la strada maestra per vere liberalizzazioni è il federalismo fiscale che produce riduzione della spesa pubblica e snellimento dello Stato.

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