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Martedì 17 Aprile 2012 alle ore 16:33

710ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Alla presenza del Presidente del Consiglio e senatore a vita Monti, con 235 voti favorevoli, 11 contrari e 34 astenuti, il Senato ha definitivamente approvato, in quarta e ultima lettura, il ddl costituzionale n. 3047-B recante introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale. Avendo raggiunto il quorum dei due terzi dei componenti del Senato, la modifica costituzionale non potrà essere sottoposta a referendum popolare.

Le dichiarazioni di voto finali hanno evidenziato il largo consenso su un principio già ampiamente condiviso dai principali Paesi dell'Unione europea e comunque in linea con gli impegni comunitari oltre che con le esigenze di buon governo dei conti pubblici. A sostegno del provvedimento si sono dichiarati i sen. Germontani (Terzo Polo:API-FLI), D'Alia (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Zanda (PD) e Pichetto Fratin (PdL) che hanno sottolineato la virtuosità della regola introdotta, anche quale risposta alla difficile crisi economica che attraversa il Paese, pur rilevandosi da parte di alcuni la necessità di vigilare sulla sua corretta applicazione. Se il sen. Nicola Rossi (Misto) ha dichiarato di non partecipare al voto, il sen. Fleres (CN:GS-SI-PID-IB-FI) e, in dissenso dai rispettivi Gruppi, i sen. Baldassarri (Terzo Polo:API-FLI), Cutrufo (PdL) e Massimo Garavaglia (LNP) hanno dichiarato voto di astensione, mentre a nome dei Gruppi di appartenenza hanno dichiarato voto contrario i sen. Pardi (IdV) e Vaccari (LNP). Le critiche rivolte al provvedimento hanno riguardato essenzialmente l'eccessiva rigidità del principio affermato che potrebbe rivelarsi una camicia di forza foriera di effetti perversi sull'economia. Si è osservato altresì che limitarsi a fissare il principio del pareggio di bilancio senza introdurre un vincolo sulla spesa o sulla pressione fiscale costituisce una lesione del principio democratico e della libertà nelle scelte economiche di famiglie ed imprese.

L'Assemblea è quindi passata alla discussione congiunta dei disegni di legge costituzionale nn. 2923, 2991, 3073, 2962, 3057 e 2963 recanti modifiche agli Statuti speciali delle Regioni Sardegna, Sicilia e Friuli Venezia Giulia in materia di composizione dei rispettivi Consigli regionali.

I relatori, sen. Sanna (PD) e Saro (PdL), hanno illustrato i contenuti dei provvedimenti, definiti d'intesa con i Presidenti delle Regioni interessate e sostanzialmente finalizzati a ridurre il numero dei componenti dei rispettivi Consigli: si prevede per la Sicilia una riduzione da 90 a 70 dei membri dell'Assemblea regionale, per il Friuli-Venezia Giulia un consigliere regionale ogni 25.000 abitanti e per la Sardegna una riduzione dei consiglieri regionali da 80 a 60. Anticipando in tal senso la riforma del Parlamento nazionale, tali misure consentiranno un contenimento dei costi della politica, una maggiore efficienza delle istituzioni e una riqualificazione della rappresentanza.

Nel corso della discussione generale congiunta sono intervenuti i sen. Vizzini (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Pegorer, Lumia, Cabras (PD), Ladu, D'Alì (PdL), Pardi (IdV), Molinari (Terzo Polo:API-FLI) e Bodega (Misto).

Il seguito della discussione, che per decisione della Conferenza dei Capigruppo si concluderà con distinte dichiarazioni di voto cui seguiranno in sequenza le tre votazioni finali, è stato rinviato a domani.

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