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Martedì 15 Maggio 2012 alle ore 16:36

722ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha avviato la discussione del ddl n. 2805, già approvato dalla Camera dei deputati in un testo risultante dall'unificazione dei ddl nn. 128, 2051, 2122 e 2836.

La relatrice, sen. Gallone (PdL), ha definito il provvedimento una riforma epocale, una vera e propria rivoluzione che pone fine ad una discriminazione storica fra figli legittimi, naturali e adottivi che ancora oggi non sono perfettamente uguali davanti alla legge. Una situazione insostenibile alla luce del progressivo aumento delle separazioni e dei divorzi e della diffusione delle coppie di fatto. La proposta di legge si ripartisce in 6 articoli: il primo disciplina le nuove disposizioni in materia di filiazione; il secondo prevede una delega al Governo perché, con uno o più decreti legislativi, modifichi le disposizioni vigenti per eliminare ogni discriminazione tra figli, anche nel rispetto dell'articolo 30 della Costituzione; il terzo, relativo alle disposizioni di attuazione del codice civile, introduce modifiche all'articolo 38, ridefinendo le competenze fra tribunali ordinari e tribunali dei minorenni in materia di procedimenti di affidamento e mantenimento dei figli; gli ultimi tre articoli recano disposizioni transitorie, regolamentari e fiscali.

Il Sottosegretario di Stato per la giustizia Mazzamuto ha espresso il compiacimento del Governo per un'iniziativa legislativa che, parificando i figli naturali a quelli legittimi, rappresenta una vera conquista di civiltà.

In sede di discussione generale, cui hanno preso parte i sen. Granaiola, Armato (PD), Spadoni Urbani, Saltamartini, Giovanardi (PdL), Poretti (Radicali nel PD), Li Gotti (IdV), Baio (Terzo Polo:API-FLI), Mura (LNP), è emerso il generale consenso sul testo che supera pregiudizi ideologici e retaggi di una morale ottocentesca e patriarcale, dando finalmente attuazione all'articolo 30 della Costituzione che assicura ogni tutela ai figli nati fuori dal matrimonio Il ddl consente il ripristino di relazioni parentali finora parzialmente impedite e risolve ingiustizie legate in particolare agli istituti della successione e della donazione. Oltre a stabilire che la condizione di indigenza dei genitori non può costituire di per sé ostacolo all'esercizio da parte del minore del diritto alla permanenza in famiglia, il provvedimento sancisce anche il diritto degli ascendenti a mantenere rapporti affettivi con i nipoti.

Licenziati i primi due articoli, con interventi approfonditi in tema di possibilità (di cui in Commissione è stata prevista la soppressione) di aggiungere a quello paterno anche il cognome della madre e in tema di accesso dell'adottato all'identità dei genitori biologici (materia su cui il Governo ha accolto un ordine del giorno), il seguito dell'esame del ddl è stato rinviato a domani.

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