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Mercoledì 30 Maggio 2012 alle ore 09:00

733ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Con gli ultimi interventi in discussione generale dei sen. Paolo Franco (LNP), Ghedini (PD) e Spadoni Urbani (PdL), il Senato ha ripreso la discussione del ddl n. 3249, recante disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita.

In mattinata, dopo le repliche dei relatori e l'intervento del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Fornero, che ha esordito rendendo omaggio ai lavoratori morti ieri a causa del terremoto in Emilia, il Governo ha posto la fiducia su quattro emendamenti interamente sostitutivi del testo del ddl come licenziato dalla Commissione di merito. Nel corso della seduta sono stati approvati i primi due emendamenti con altrettanti voti di fiducia; i restanti emendamenti saranno votati nella seduta antimeridiana di domani quando si procederà anche alla votazione finale del provvedimento.

Nel suo intervento, il Ministro Fornero ha anzitutto individuato nell'inclusività e nella dinamicità i caratteri cui ispirare un mercato del lavoro in grado di fungere da volano per lo sviluppo. La riforma, auspicata dalle più importanti istituzioni internazionali e dall'UE, esce migliorata dall'esame della Commissione lavoro del Senato e si prefigge di favorire l'occupabilità delle persone, di incentivare investimenti da parte di imprese nazionali ed estere, di sostenere la crescita della produttività e di conseguenza anche la crescita salariale, di contrastare la precarietà e redistribuire più equamente e più universalmente le tutele dell'impiego e dei redditi, nonché di realizzare politiche attive anch'esse in linea con le migliori pratiche europee. Trattandosi di una riforma che tocca gli interessi di famiglie, imprese ed istituzioni, l'intento ambizioso sorretto da partiti fino a poco tempo fa fieramente contrapposti è quello di garantirne l'efficacia nel tempo, nella consapevolezza che l'attuale difficilissimo momento dell'economia italiana sia particolarmente adatto ad assumere decisioni coraggiose. Dopo aver motivatamente respinto l'accusa di non aver fatto alcunché per sostenere l'occupazione femminile, il Ministro ha ripercorso le principali linee direttrici della riforma, a partire dalla ricognizione effettuata delle forme contrattuali, fondata sull'individuazione del contratto di lavoro dipendente a tempo indeterminato quale modello cui aspirare, nel contempo salvaguardando quelle forme di flessibilità che siano davvero in grado di coniugarsi con la necessità di una maggiore produttività. Quanto all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, è stato individuato un compromesso equilibrato in linea con gli standard europei, escludendo alcune applicazioni punitive per la libertà di impresa e mantenendo le necessarie garanzie contro gli abusi dei datori di lavoro, con un'apertura verso tutele di tipo indennitario in un sistema complessivo completato da meccanismi di conciliazione e dalla revisione del rito processuale in tema di licenziamenti. Sono poi previsti interventi di ampliamento, potenziamento e razionalizzazione degli schemi di protezione del reddito, con una radicale revisione degli ammortizzatori sociali attraverso meccanismi di condizionamento. Infine, si è posto mano al sistema delle politiche attive per il lavoro che tante critiche avevano causato all'Italia da parte di organismi internazionali, in particolare sul fronte della formazione.

Al termine della Conferenza dei Capigruppo convocata per organizzare i lavori per l'esame della questione di fiducia posta su ciascuno dei quattro emendamenti governativi, l'Assemblea ha respinto la proposta di modifica del nuovo calendario avanzata dai sen. Belisario e Giambrone (IdV). Nell'occasione sono intervenuti anche i sen. Finocchiaro (PD) e Gasparri (PdL) per fornire delucidazioni e spunti di riflessione in merito alla fissazione per il prossimo 6 giugno della data in cui le Assemblee di Senato e Camera procederanno alle votazioni per le nomine dei componenti di alcune Autorità di garanzia.

Durante il dibattito sulla fiducia sono intervenuti i sen. Bugnano, Li Gotti, Pardi, Pedica, Carlino (IdV), Cagnin, Massimo Garavaglia (LNP), Germontani (Terzo Polo:API-FLI), Poretti (Radicali nel PD) e Giuliano (PdL), nonché il sen. Nicola Rossi (Misto) che ha annunciato la sua intenzione di non partecipare al voto. Identica intenzione è stata dichiarata anche dal sen. Sacconi (PdL), mentre il sen. Pera (PdL) ha dichiarato il voto di astensione. Dagli interventi sono emerse le opposte valutazioni sulla riforma, oggetto di aspre critiche da parte dei Gruppi IdV e LNP.

Nel corso della seduta, il Presidente del Senato Schifani ha commemorato il senatore Gianpiero Cantoni, recentemente scomparso, delineandone la figura di parlamentare, imprenditore, docente universitario e dirigente di istituzioni bancarie. Il Presidente ha richiamato il grande senso delle istituzioni del senatore Cantoni e le sue doti di equilibrio e saggezza politica. Al cordoglio della Presidenza si sono associati i sen. Caforio (IdV), Carrara (CN:GS-SI-PID-IB-FI), Contini (Terzo Polo:API-FLI), Del Pennino (Misto-PRI), Serra (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Torri (LNP), Zanda (PD) e Quagliariello (PdL).

In apertura di seduta, il sen. Livi Bacci (PD) aveva espresso condanna e solidarietà al sen. Ichino, cui si è associata la Presidenza del Senato, con riferimento alle minacce ricevute dalle nuove Brigate Rosse.

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