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Martedì 12 Giugno 2012 alle ore 16:31

741ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha ripreso la discussione dei disegni di legge costituzionale di riforma del Parlamento e della forma di Governo, nel testo proposto dalla Commissione (ddl nn. 24, 873, 894, 1086, 1114, 1218, 1548, 1589, 1590, 1761, 2319, 2784, 2875, 2941, 3183, 3204, 3210 e 3252).

L'avvio della discussione generale è stato condizionato dalla novità rappresentata dalla presentazione degli emendamenti del Gruppo del PdL sul semipresidenzialismo, che ha spinto i Capigruppo ad intervenire. La sen. Finocchiaro (PD) ha richiamato il positivo lavoro svolto in Commissione, invitando il Gruppo PdL a rinunciare ai suoi emendamenti in favore dello stralcio della parte relativa al semipresidenzialismo onde farne oggetto di una specifica legge costituzionale che preveda un referendum di indirizzo che faccia decidere gli elettori. Il sen. Quagliariello (PdL) ha però respinto la proposta ed ha da una parte garantito apertura e lealtà nella valutazione di tutte le proposte che verranno avanzate, dall'altra invitato il Parlamento ad avere coraggio nella definizione di un processo realmente riformatore nell'interesse dell'Italia. Il sen. Bricolo (LNP) ha espresso contrarietà ad un ritorno in Commissione di un testo che peraltro rappresenta un vergognoso compromesso al ribasso che non accoglie nessuna delle richieste che provengono dai cittadini, dal Senato federale al dimezzamento del numero dei parlamentari, ad una forma di governo più moderna ed efficiente. Il sen. Belisario (IdV) ha stigmatizzato il fatto che uno stravolgimento totale dell'impalcatura costituzionale in tema di forma di Stato possa avvenire attraverso emendamenti presentati in Assemblea e dunque neanche esaminati in Commissione. Il sen. Viespoli (CN:GS-SI-PID-IB-FI) ha ribadito che il superamento del bicameralismo perfetto con la nascita di un Senato delle autonomie rappresenta il pilastro su cui fondare un ridisegno costituzionale che richiederebbe un'Assemblea costituente dove dibattere anche di presidenzialismo, un tema tradizionalmente caro al centrodestra ma che non può essere limitato all'esame di pochi emendamenti. Per il sen. D'Alia (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) il lavoro svolto in Commissione rischia di essere vanificato dalla proposta del PdL, così sviando l'attenzione rispetto ai temi su cui è opportuno che il Parlamento si pronunci, vale a dire la riduzione del numero dei parlamentari, il rafforzamento dei poteri del Governo e del Presidente del Consiglio, il superamento del bicameralismo perfetto, il meccanismo della sfiducia costruttiva. Il sen. Rutelli (Terzo Polo:ApI-FLI) ha rilevato come l'inserimento del modello semipresidenziale nell'ordinamento italiano richieda un attento esame del sistema dei contrappesi che non può essere liquidato con un dibattito sommario e superficiale. Infine, il senatore a vita Colombo (UDC-SVP-AUT:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) ha sottolineato l'inopportunità di modificare la forma di Stato e di governo della Repubblica italiana attraverso la semplice presentazione di emendamenti.

Ripreso l'originario ordine degli interventi, i sen. Valditara (Terzo Polo:API-FLI), Divina, Massimo Garavaglia, Maraventano, Vaccari (LNP), Procacci, Soliani (PD), D'Ambrosio Lettieri, Benedetti Valentini (PdL), Del Pennino (Misto-PRI), Perduca (Radicali nel PD), pur tornando inevitabilmente sul tema del presidenzialismo, hanno svolto considerazioni ed espresso giudizi differenziati. Tra le posizioni critiche, il Gruppo IdV ha lamentato la sostanziale identità del testo con la riforma del Titolo V già approvata dal centrodestra e clamorosamente bocciata dai cittadini tramite il referendum, mentre il Gruppo LNP ha sostenuto l'inefficacia della riforma che non supera il bicameralismo perfetto e non garantisce le autonomie locali perché non dà vera attuazione al federalismo. Gli altri Gruppi hanno invece manifestato apprezzamento per il lavoro svolto in Commissione ed hanno sottolineato l'urgenza di riforme che non possono essere ulteriormente rinviate. Il seguito della discussione è stato rinviato a domani.

In apertura di seduta, il sen. Mazzatorta (LNP) aveva sollevato la questione del numero effettivo dei lavoratori cosiddetti esodati, chiedendo un'informativa urgente del Ministro del lavoro e delle politiche sociali. La recente disputa tra il Ministero e l'INPS che ha indicato tale numero in 390.000 lavoratori rende ancora più urgente risolvere una problematica che rischia di investire oltre un milione di famiglie. Alla richiesta si sono associati i sen. Ghedini (PD), Sacconi (PdL), Sbarbati (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) e Viespoli (CN:GS-SI-PID-IB-FI).

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