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Giovedì 14 Giugno 2012 alle ore 10:03

744ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

Il Senato ha approvato all'unanimità, in prima lettura e senza modifiche, il ddl n. 3304 di conversione in legge del decreto-legge 15 maggio 2012, n. 58, recante disposizioni urgenti per la partecipazione italiana alla missione di osservatori militari delle Nazioni Unite, denominata United Nations Supervision Mission in Syria (UNSMIS), di cui alla Risoluzione 2043 (2012), adottata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri Dassù ha spiegato la posizione del Governo italiano in ordine alla situazione in Siria, sempre più difficile, delicata e sicuramente non definitiva a causa della presenza di forti interessi geopolitici e di grandi incertezze circa l'efficacia delle ipotesi di soluzione finora ipotizzate. La guerra civile di fatto esplosa in Siria ha già prodotto una violenta emergenza umanitaria che impone interventi d'urgenza con tempi diversi rispetto a quelli che saranno necessari per uscire dalla crisi, attualmente in fase di stallo a causa di una inazione che non è prodotto di disattenzione bensì frutto della forte diversità delle posizioni in campo. L'idea prevalente resta quella della ricerca di una soluzione politica, anche se Stati Uniti e Russia preferirebbero liberarsi di Assad e favorire l'insediamento di un successore, uno sbocco molto difficile anche per la vastità della partita che vede coinvolti da una parte le potenze regionali sunnite e dall'altra l'Iran sciita. L'Italia intende fare e sta già facendo la sua parte con l'invio degli osservatori, con importanti interventi di carattere umanitario, con la disponibilità di tre milioni di euro per aiuti urgenti e con al presenza in Libano di un contingente di 1.100 militari. Quanto all'onorificenza che l'Italia ha concesso ad Assad nel 2010, si è trattato di una normale procedura diplomatica conseguente alla visita di Stato effettuata in Siria; semmai occorre riconoscere che quella visita, come le tante altre effettuate all'epoca dai principali Paesi europei, fu frutto di un errore di valutazione circa la possibilità di convincere Assad ad intraprendere un percorso riformatore.

In precedenza i relatori, sen. Bettamio (PdL) e Pinotti (PD), avevano illustrato i contenuti del decreto, volto ad assicurare la partecipazione italiana alla missione ONU che prevede l'invio di 300 osservatori militari in un'area strategica nel Medioriente e in un contesto internazionale complesso e caratterizzato da interessi e posizioni contrastanti. L'obiettivo della missione, necessaria ma non sufficiente, è di favorire la fine di qualsiasi violenza e violazione di diritti umani, garantire accesso agli aiuti umanitari e agevolare la transizione politica verso un regime democratico e pluralista.

Gli interventi in discussione generale e le dichiarazioni di voto finali da parte dei sen. Del Vecchio, Livi Bacci, Di Giovan Paolo, Negri, Tonini (PD), Perduca (Radicali nel PD), Gallone, Mantica, Ramponi (PdL), Caforio, Pedica (IdV), Contini (Terzo Polo:API-FLI), Davico, Torri (LNP), Palmizio (CN:GS-SI-PID-IB-FI) e Galioto (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) hanno evidenziato l'unanime consenso sul decreto e il condiviso giudizio di condanna dell'operato di Assad, di urgenza nell'invio di aiuti umanitari e di complessità con riferimento alle soluzioni individuabili. Oltre ad alcuni distinguo, come nel caso del Gruppo IdV che sostiene la missione di osservazione ribadendo la netta contrarietà ad ogni ipotesi di intervento militare, da parte di alcuni intervenuti sono state avanzate critiche alla posizione assunta questa mattina dalla Francia che si è dichiarata disponibile ad un intervento militare.

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