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Giovedì 19 Luglio 2012 alle ore 09:38

772ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

In apertura di seduta, il Senato ha commemorato il giudice Paolo Borsellino, in occasione del ventesimo anniversario della strage di via d'Amelio a Palermo. Il presidente Schifani ne ha ricordato il profilo di magistrato sereno, competente e scrupoloso, nonché l'infaticabile lotta alla criminalità mafiosa condotta insieme all'amico e collega Giovanni Falcone. Nel ricordo degli agenti della scorta caduti in via D'Amelio, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli, Emanuela Loi e Claudio Traina, l'impegno del Parlamento è di proseguire nel cammino tracciato da Paolo Borsellino affinché prevalgano i principi che fondano la democrazia contro ogni forma di violenza, di sopruso e di sopraffazione da parte della criminalità organizzata mafiosa.

Ulteriori contributi al ricordo della figura e dell'opera di Paolo Borsellino sono venuti dai sen. Li Gotti (IdV), Poli Bortone (CN:GS-SI-PID-IB-FI), Digilio (Terzo Polo:API-FLI), Serra (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI), Maraventano (LNP), Bianco (PD) e Gasparri (PdL).

L'Assemblea ha poi ripreso la discussione dei disegni di legge costituzionale di riforma del Parlamento e della forma di Governo, nel testo proposto dalla Commissione.

Ritirato dai presentatori, sen. Compagna (PdL) e Chiaromonte (PD), l'emendamento 4.204 (testo 2) tendente a reintrodurre l'istituto dell'autorizzazione a procedere da parte della Camera di appartenenza nei confronti di richieste dell'autorità giudiziaria di sottoporre un parlamentare a misure restrittive della libertà personale, i sen. Finocchiaro (PD) e Pardi (IdV) hanno confermato la decisione dei rispettivi Gruppi di non partecipare più alla discussione, stravolta dal tradimento operato dal PdL dell'originaria impostazione bipartisan che aveva invece garantito al testo proposto dalla Commissione una maggioranza qualificata ormai sfumata. Il sen. Quagliariello (PdL) ha imputato la convergenza del suo Gruppo sul semipresidenzialismo e sul Senato federale ai mutamenti nel frattempo intercorsi e resi evidenti dai risultati del recente turno elettorale amministrativo e dal default greco ed ha giudicato l'abbandono dell'Aula da parte dei Gruppi PD e IdV una forzatura eccessiva. Il sen. Serra (UDC-SVP-Aut:UV-MAIE-VN-MRE-PLI-PSI) ha rivolto un pressante invito a ricostruire il dialogo riconoscendo le ragioni dell'altro, mentre il sen. Bricolo (LNP) ha espresso un giudizio negativo sulla decisione di abbandonare l'Aula, soluzione che la Lega, da otto mesi all'opposizione, non ha mai preso in considerazione. Ad avviso del sen. Viespoli (CN:GS-SI-PID-IB-FI) non si può invocare la centralità del Parlamento e poi considerare prioritaria la difesa di accordi raggiunti prima del libero confronto parlamentare. Il sen. Tedesco (Misto) ha sottolineato come restare in Aula sia un modo per le forze minori di impartire una lezione di democrazia. Il sen. Rutelli (Terzo Polo:API-FLI) ha assicurato la presenza del Gruppo in Aula perché uno strappo istituzionale rischia di pregiudicare il raggiungimento di intese sulla prioritaria riforma della legge elettorale. Pur condividendo tutte le critiche mosse dal Gruppo PD, i senatori Livi Bacci e D'Ubaldo continueranno a seguire i lavori in Aula, ma senza votare, per rispetto della funzione parlamentare. Anche secondo al sen. Negri (PD) sarebbe stato più opportuno trovare un rinnovato accordo, anziché arroccarsi su posizioni di parte. I senatori Radicali, in sciopero della fame per chiedere l'amnistia e la riforma della giustizia, per bocca del senatore Perduca rilevano come siano venute ulteriormente meno le condizioni per proseguire un così importante e delicato dibattito. Se il sen. Nania (PdL) ha contestato la decisione di abbandonare l'Aula invocando la nascita finalmente in Italia di una forza autenticamente socialdemocratica, il sen. Bondi (PdL) ha rivolto un appello a riprendere il confronto per evitare un fallimento della riforma che sarebbe l'ennesima sconfitta per la politica, ma secondo il sen. Lannutti (IdV) sarebbe meglio occuparsi dei veri problemi del Paese. Il sen. Del Pennino (Misto-PRI) rimarrà in Aula anche per scongiurare una radicalizzazione dello scontro politico tale da pregiudicare le necessarie intese sulla riforma elettorale. Per il sen. Lauro (PdL) anziché proseguire il dibattito nel disinteresse dell'opinione pubblica e dei media sarebbe meglio scegliere la strada dell'Assemblea costituente.

L'Assemblea ha quindi ripreso l'esame degli articoli, approvando senza modifiche gli articoli 5 e 6 e avviando le votazioni degli emendamenti all'articolo 7. Il seguito della discussione è stato quindi rinviato alla prossima settimana.

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