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Giovedì 4 Ottobre 2012 alle ore 09:31

808ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea ha esaminato la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2012 e ha approvato, con emendamenti, la proposta di risoluzione n. 3, sottoscritta dai senatori Gasparri (PdL), Finocchiaro (PD), D'Alia (UDC), Rutelli (Terzo Polo) e Viespoli (CN). La risoluzione, che sollecita riforme per favorire la concorrenza, l'innovazione, la formazione, la coesione sociale, la lotta all'evasione e alla corruzione, la modernizzazione della pubblica amministrazione, impegna il Governo ad attuare le misure, in linea con le raccomandazioni del Consiglio europeo, per progredire nella riduzione del debito e per promuovere la crescita. Il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Polillo, nell'accogliere la proposta di risoluzione n. 3, ha evidenziato che lo squilibrio principale dell'economia italiana è evidenziato dal deficit della bilancia dei pagamenti. La ripresa degli investimenti, variabile cruciale dell'accumulazione, dipende dal rendimento del capitale: di qui la necessità di intese tra le parti sociali per ridurre i costi delle imprese.

Il relatore, senatore Azzollini (PdL), ha illustrato i contenuti del documento che, in base alla legge di contabilità, aggiorna le previsioni dell'aprile scorso su crescita e conti pubblici, anche alla luce delle indicazioni formulate nel mese di luglio dalle autorità europee. Il quadro economico si è deteriorato a causa del rallentamento della crescita globale e del riacutizzarsi delle tensioni sui mercati del debito sovrano per effetto dell'incertezza che ha caratterizzato il contesto dell'euro. Nel 2012 la contrazione del Pil è stimata al 2,4 per cento anziché all'1,2; nel 2013 il Pil è previsto ridursi dello 0,2 per cento. Nel biennio successivo l'attività economica dovrebbe riprendere a crescere, beneficiando del miglioramento della domanda mondiale e dell'impatto delle riforme strutturali. Il peggioramento della congiuntura italiana si riflette sulla finanza pubblica: l'aumento del costo del debito e l'andamento meno favorevole delle entrate comportano un deficit maggiore. In termini strutturali, tuttavia, il percorso di risanamento delle finanze pubbliche rimane sostanzialmente invariato rispetto a quanto programmato per gli anni 2012 e 2013. Il Governo, infatti, conferma il conseguimento del bilancio in pareggio nel 2013, con un indebitamento atteso dello 0,2 per cento.

La discussione è stata aperta dall'intervento del senatore Morando (PD), secondo il quale la Nota di aggiornamento prova che il Fiscal Compact non impedisce misure anticicliche. Per compensare la cessione di sovranità rispetto alla decisione di bilancio, bisognerebbe però rafforzare i poteri di controllo del Parlamento attraverso l'istituzione di un servizio di bilancio unificato. Nella discussione sono poi intervenuti i senatori: Marco Filippi, Pegorer, Legnini (PD), Costa, Pichetto Fratin, Bonfrisco (PdL), Lannutti, De Toni, Mascitelli (IDV), Menardi (CN), Baldassarri (Terzo Polo), Vaccari (LNP). Le dichiarazioni di voto sono state svolte dai senatori Garavaglia (LNP), Mascitelli (IdV), Menardi (CN), De Angelis (Terzo Polo), Musso (UDC), Agostini (PD), Tancredi (PdL).

L'Italia dei Valori e la Lega Nord, che hanno presentato due diverse proposte di risoluzione, hanno votato contro l'atto di indirizzo della maggioranza.

Il peggioramento delle previsioni economiche - hanno osservato i senatori dell'IdV - conferma la scarsa efficacia della politica del Governo nel favorire la crescita, nel contrastare l'evasione fiscale e la corruzione, nel realizzare tagli selettivi per eliminare sprechi e privilegi. Nella risoluzione n. 2 l'IdV ha proposto misure per ridurre la spesa improduttiva e i costi della politica, per rafforzare la lotta all'evasione fiscale, per contrastare la disoccupazione e risolvere il problema degli esodati.

La Nota di aggiornamento, secondo la Lega Nord, dimostra l'incapacità del Governo di fare stime attendibili ed evidenzia i limiti di una politica incentrata sull'aumentato delle tasse, piuttosto che sulla riduzione della spesa, che ha scaricato gli oneri del risanamento sugli enti territoriali. Con la risoluzione n. 1, il Gruppo ha proposto l'istituzione di una macroregione del Nord, il superamento del Patto di stabilità, la diminuzione del numero dei dipendenti pubblici, la riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese, l'accelerazione delle misure per ridurre i costi della politica.

A favore della proposta di risoluzione hanno votato i Gruppi che sostengono il Governo. In particolare, i senatori di Coesione Nazionale hanno sollecitato la sburocratizzazione delle procedure per accelerare la realizzazione delle infrastrutture. I senatori del Terzo Polo hanno sottolineato che le politiche di rigore fondate sull'aumento della pressione fiscale e sulla riduzione degli investimenti hanno effetti recessivi insostenibili e non evitano il rischio di nuove tensioni sui mercati finanziari. Le politiche di rigore, secondo i senatori del PD, hanno consentito all'Italia di recuperare credibilità internazionale e di evitare la procedura di eccesso di disavanzo: per uscire dalla spirale recessiva occorrono ora politiche integrate a livello europeo e interventi per modificare la composizione della spesa. I senatori del Popolo della Libertà e dell'UDC hanno posto l'accento sull'opportunità di favorire l'accesso al credito di famiglie e imprese, di alleggerire e riequilibrare il carico fiscale, di rilanciare la competitività, di semplificare e rendere più efficienti le procedure della pubblica amministrazione, di riformare la giustizia civile, di dismettere il patrimonio pubblico.

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