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Mercoledì 10 Ottobre 2012 alle ore 09:30

811ª Seduta pubblica

Comunicato di fine seduta

L'Assemblea ha avviato la discussione del disegno di legge n. 3290, e connessi, recante "Disposizioni per promuovere il riequilibrio delle rappresentanze di genere nei consigli e nelle giunte degli enti locali e nei consigli regionali. Disposizioni in materia di pari opportunità nella composizione delle commissioni di concorso nelle pubbliche amministrazioni", già approvato dalla Camera dei deputati.

Le relatrici, sen. Alberti Casellati (PdL) e sen. Incostante (PD), hanno riferito sui contenuti del ddl, diretto a promuovere la presenza delle donne nelle istituzioni politiche locali. L'articolo 1 rinvia agli statuti comunali e provinciali la definizione delle norme per la promozione di pari opportunità, prevedendo che gli obiettivi devono essere garantiti e non semplicemente promossi, ferma l'autonomia degli enti locali nella scelta delle misure più adeguate. L'articolo 2 prevede il rispetto della parità di accesso e della presenza di entrambi i sessi nelle liste elettorali locali riproponendo i meccanismi che hanno superato il vaglio di costituzionalità, come quello della doppia preferenza per candidati di genere diverso adottato dalla Regione Campania. L'articolo 3 inserisce tra i principi regionali in materia elettorale la promozione della parità di accesso, mentre l'articolo 4 stabilisce la par condicio nell'ambito dell'informazione e della propaganda elettorale. L'articolo 5, infine, promuove la presenza femminile nelle commissioni di concorso.

Sebbene le politiche per le pari opportunità comincino a produrre effetti positivi, l'Italia è particolarmente arretrata sotto il profilo della partecipazione femminile alla vita politica. Le donne sono la parte più consistente della popolazione: la loro sottorappresentazione nelle istituzioni elettive, ben al di sotto del 30 per cento fissato dalla Commissione sulla condizione femminile delle Nazioni Unite, configura dunque un deficit democratico. Le norme del ddl, che sono state approvate presso l'altro ramo del Parlamento con una larga convergenza, non alterano il risultato elettorale e non offrono alcuna garanzia di risultato. La sen. Incostante ha sottolineato che la riforma del 2003 dell'articolo 51 della Costituzione, introducendo il principio di promozione delle pari opportunità nell'accesso alle cariche pubbliche elettive, offre copertura alle azioni dirette a riequilibrare la rappresentanza. La sen. Alberti Casellati ha evidenziato che il ddl è coerente con la via europea dell'eguaglianza di genere, volta a ripristinare eguali condizioni di partenza, piuttosto che con il modello americano delle azioni positive a favore delle minoranze discriminate.

Auspicando la sollecita approvazione del provvedimento, la Sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali Guerra ha preannunciato di rimettersi all'Assemblea sulle proposte di modifica, in considerazione della natura parlamentare dell'iniziativa legislativa.

Nella discussione generale, hanno espresso apprezzamento per il disegno di legge le sen. Vittoria Franco, Adamo, Carloni, Mongiello (PD), Bianchi, Gallone (PdL), Germontani (Terzo Polo) e i sen. Pardi (IdV) e Di Giovan Paolo (PD). Riserve sono state espresse invece dai sen. Giovanardi, Pastore, Benedetti Valentini (PdL) e Divina (LNP), i quali hanno criticato il meccanismo della doppia preferenza perché condiziona l'esito del procedimento elettorale, stride con il principio del merito, favorisce accordi fra candidati e penalizza quanti non riescano a collegarsi a una candidata. La mancanza di un termine alla durata delle norme configura infine un privilegio. Nel ricordare che la riforma del 2003 offre copertura costituzionale alle azioni positive dirette a riequilibrare la rappresentanza, il sen. Ceccanti (PD) ha messo in guardia dalla tentazione di estendere il meccanismo della doppia preferenza, che può funzionare soltanto negli enti territoriali di piccole dimensioni.

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